Dopo aver occupato tutto giugno nello psicodramma collettivo e nelle solite divisioni intestine tra tifosi, forse e dico forse a metà luglio inoltrato possiamo tornare a parlare di calcio, di tattica, di tecnica e di un pallone che rotola su un rettangolo verde.
Dalle parole di Pioli e di Loftus Cheek nelle conferenze stampa ufficiali e dai rumors che, sempre più spesso, filtrano dalle segrete stanze di Milanello e via Aldo Rossi, pare ormai acclarato che la ‘rivoluzione’ in atto troverà compimento anche in grosse novità di impostazione della squadra. Complessivamente mi pare una scelta corretta, visto che la tormentatissima ultima stagione ha mostrato ormai l’esaurimento di quello slancio che dal post lockdown (2020) aveva portato fino allo scudetto festeggiato a Reggio Emilia.
Certo, personalmente avrei scelto di cambiare la guida tecnica. Ma, una volta deciso di lasciare in sella Pioli, era obbligatorio dare una decisa rinfrescata ai temi di gioco e alla vena tattica ormai esaurita da diverso tempo.
L’ipotesi più probabile, in attesa della prova del campo (domani alle 17:00 prima sgambata a Milanello col Lumezzane), pare un ritorno al centrocampo a 3. Se poi sarà un 4-3-3 “classico” (e in questo caso mancherebbe a mio parere un vertice basso nell’attesa di Ismael) o qualcosa di più ‘fluido’ (cit.) e imprevedibile lo vedremo, visto che tutti i capiscers di calcio ci dicono che i numeretti non contano ecc ecc. Sembra comunque certo che verrà abbandonata l’impostazione generale che nel 2022/2023 ha spesso esposto i due malcapitati centrocampisti centrali alle scorribande degli avversari, obbligando il Tonali di turno a coprire 12 km quadrati di campo e a spomparsi senza costrutto.
Altra caratteristica che sembra ormai acclarata è l’aggiunta di fisicità (no dai Luka tu sei l’eccezione che conferma la regola e ti vogliamo bene lo stesso), in modo da tenere botta contro tutte le inter di questo mondo e anche in Europa. E dio solo sa quanto vorremmo che i derby smettessero quanto prima di essere un incubo senza fine.
Qualche perplessità può al momento venire dal fatto che manchi qualità a centrocampo, ma credo che il tipo di calcio che il Milan 23/24 vorrà proporre non sarà esattamente il fraseggio, l’utilizzo degli spazi di mezzo e il possesso palla nella metà campo avversaria. Si prefigura invece una squadra aggressiva, fisica, che verticalizza subito cercando le doti offensive dei vari Leao e Pulisic. Speriamo che, in questa cornice generale, non ci si faccia tentare troppo dall’opzione PALLALEAO che tanto ci ha penalizzato di recente e che Reijnders confermi le opinioni iper informate ed iper positive che arrivano da ogni dove, anche da latitudini in cui credo che di partite intere dell’olandese se ne siano viste pochine. Da qualche settimana infatti sembra che tutti siano diventati espertissimi sull’ex AZ Alkmaar, quando invece la mia sensazione nel momento in cui sono emerse le prime voci sull’interessamento del Milan, è che tutti si siano precipitati su Wikipedia per controllare di chi si parlasse. Ma probabilmente sono io che sono malfidente. Sapete come è… l’età…
Per far sì che questo sia un piano ben riuscito, per parafrasare George Peppard (questa la capiamo in due), è fondamentale assai che Capitan America Christian Pulisic sfoderi una stagione scintillante e col minor numero possibile di partite saltate per infortunio: siete chiaramente liberi di incrociare tutto l’incrociabile e di toccare legno, ferro o ghisa quel che volete.
Un’altra incognita sta nel fatto che il reparto nevralgico della squadra è stato, per forza (Bennacer) o per denaro (Tonali) o per volontà, rivoltato come un calzino. Quindi servirà fisiologicamente tempo per trovare l’alchimia giusta. E si sa che il tempo e soprattutto la pazienza sono risorse abbondanti come l’acqua nel Sahara.
Un’ultima nota su Tommaso Pobega: forse ricorderete la mia passionaccia (immotivata direte probabilmente voi) per il triestino proveniente dal nostro vituperato settore giovanile. Credo e spero che il molto probabile cambio di modulo favorisca la sua ‘esplosione’, considerando che quello della mezzala di inserimento è il suo ruolo di elezione, in cui potrà dimostrare le proprie doti e ritagliarsi il giusto spazio nel Milan del prossimo futuro. Considerando che, anche in un anno complessivamente assai problematico, TommyP ha comunque timbrato il cartellino-gol per 3 volte (2 in campionato e 1 in Champions), giocando pochissimi minuti. Fate un po’ il paragone con gli altri nostri centrocampisti e andatevi a riguardare la bellezza della rete a Bologna…
FORZA VECCHIO CUORE ROSSONERO
Raoul Duke
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