A pensar male…

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Invidio i nostri Max, Raul Duke e Seal. Riuscire a ricostruire l’andamento di una intera partita, ricordare i singoli episodi, discriminare tra prestazione e prestazione, tra giocatore e giocatore, tra chi si salva, chi no, chi così così, è un lavoro davvero difficile. Non potrei riuscire e, da quel tifoso un po becero quale sono, dopo partite come quella di domenica darei un quattro a tutti (o 3,5 3, 2, fate Voi…) e la chiuderei così. Parto sempre dal presupposto che, se quando si vince il merito va condiviso con tutti, titolari, riserve, allenatore e staff, dirigenti ed anche quelli che stanno dietro le quinte, quando si perde vale altrettanto e trovare il o i colpevoli mi è impossibile. Tanto quanto ne ho scritto molto bene durante la prima parte di stagione dire che adesso sono deluso è un eufemismo. Come hanno scritto Fabio e Max abbiamo un problema, anzi, ne abbiamo diversi. Quali sono è abbastanza chiaro. Rosa con ruoli dove non ci sono alternative credibili, qualche scommessa vinta (es. Messias che pare sia molto meglio di quanto potevamo sperare) e Tonali, e molte perse (Bakka, Billo Ballo, Pellegri ed in parte Florenzi e Giroud), gli infortuni (i numeri non mentono e avere avuto più del doppio di giornate perse per infortuni di tutti gli altri in serie A è incontrovertibile, non può essere solo sfortuna, non ci credo più), formazioni spesso “azzardate”, stato fisico deficitario già a Dicembre (e d’altra parte se non puoi far rifiatare nessuno in una stagione così intensa prima o poi la paghi). Ci aggiungo, e questo mi preoccupa ancora di più, che in queste ultime partite i ragazzi sono sembrati scarichi anche mentalmente. Se Tomori, che rimango convinto essere il giocatore più forte che abbiamo in rosa, si fa babbare da un Beto qualsiasi e non riesce a rimontargli un metro, qualcosa nel cervello, oltre che nel fisico, deve essere scattato. Il problema adesso è capire perché, e se è qualcosa di transitorio o che si può risolvere, o quantomeno limitare, è un conto, se non c’è una soluzione a breve saranno uccelli per diabetici col rischio fondato di buttare via quanto di buono era stato fatto fino ad ora.

Evito di entrare nel tecnico, i miei colleghi della redazione sono molto più esperti e mi rimetto a loro, ma lasciatemi dire che Ibra, per fare un esempio, è un solitario taglio brillante D-F colorless di De Beers da un carato montato su un anello di Bulgari. Magari non più così di moda ma dal valore inestimabile. Ora, la fortunata posseditrice di un gioiello di tale valore, non lo indossa quando esce a pisciare il cane o se sta andando a far la spesa (nemmeno se la spesa la fa da Peck…), ma lo riserva per le occasioni importanti. Una cena con l’amante in un ristorante stellato, un meeting ad alti livelli, la prima della Scala. Certo che se, per importante che sia, è l’unico gioiello che possiede, pur di avere addosso qualcosa che luccica lo indosserà in ogni momento con tutti i rischi del caso, magari rischiando di perderlo mentre carica le borse della spesa nel baule dell’auto e svilendo il valore dell’oggetto. Non ce l’ho con Ibra ma un giocatore di 40 anni, per quanto un fuoriclasse, rende alla causa se lo utilizzi bene, negli ultimi 30 minuti di partite in bilico, quando può entrare fresco, o in quelle poche partite veramente importanti, situazioni nella quali la sua classe può fare la differenza perché non l’hai spremuto prima. Ovvio che se quello che doveva essere il mulo da soma dell’attacco, Giroud, si spacca ogni due per tre e il sostituto giovane, Pellegri, nemmeno riescono ad aggiustarlo, Ibra devi farlo giocare per forza ed il risultato è lì da vedere. La palla buona, se capita, la mette dentro ma per gli altri 90+ giochi in dieci.

Adesso sarebbe importante riuscire a fare risultato contro Napoli ed Empoli per non perdere altri punti preziosi, rimanere in scia ai cuginastri e mantenendo un margine di totale sicurezza in ottica qualificazione CL. Poi arriverà la sosta con la possibilità di recuperare qualche infortunato e con la speranza, come ci scrive Raoul Duke nella chat di redazione, che Maldini & Co sappiano scovare qualche jolly stile Tomori o Kjaer durante il mercato invernale. La perdita di Kjaer è pesante e non potremo rimanere solo con Tomori, che ogni tanto il fiato dovrebbe tirarlo pure lui, e Romagnoli con la prospettiva di dover far giocare alla bisogna Gabbia (palesemente non pronto a questi livelli) o Kalulu fuori ruolo. Anche a centrocampo la sola idea di dover fare a meno di Kessie e Bennacer durante la coppa d’Africa e rimanere con i soli Tonali (che va benissimo, sia chiaro) e… Bakkayoko (che nostro Signore ci aiuti…) non è pensabile se si vuole davvero lottare per qualche cosa, o anche solo provarci seriamente. Ci sarebbero poi i soliti nodi dell’esterno di destra, a meno che Pino non riesca a tornare sui livelli dell’anno scorso, e di un attaccante degno di questo nome per non sfibrare Ibra come detto sopra. Se non riusciranno a tirare fuori qualche coniglio dal cappello, magari scucendo ad Elliot un extra budget quel minimo sostanzioso, la vedo dura.

Finisco con una considerazione più generale. Se veramente pensi di essere un candidato per lo scudetto certe partite le devi saper sfangare in un modo o nell’atro. Il coach, ma anche i ragazzi in campo, devono avere la consapevolezza del loro stato e, se non sono in grado di giocare sopra ritmo, come spesso abbiamo fatto nella prima parte di stagione peraltro offrendo sprazzi di bel calcio e con ottimi risultati, devono sapersi adeguare e fare di necessità virtù, magari senza volere a tutti i costi attaccare in 10 e sfruttando qualche occasione, che prima o poi nei 90+ capita, per portarla a casa. Saper giocare in un solo modo è un limite pesante ma, soprattutto, è un limite da squadra (ed allenatore, ambiente etc…) alla quale mancano la mentalità vincente e l’esperienza e, senza voler offendere nessuno, anche quel filo arrogante, come se pensassero che i risultati tanto arrivano per conto loro. Come scrissi in tempi non sospetti lo temevo. A pensar male si fa peccato ma spesso…

FORZA MILAN

Axel

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