Tra 3 giorni inizieranno, dopo il rinvio dello scorso anno causa pandemia, gli Europei itineranti 2021. Esordio degli Azzurri venerdì sera contro la Turchia (seguite il live e le pagelle qui su Milan Night mi raccomando!) in una sfida fratricida tra due figuri molto relativamente attaccati alla maglia rossonera ma decisamente ineressati alla filigrana e al BlingBling. Ebbene sì stiamo parlando di Dollarumma e di Calhanoglu. Se il primo sembra destinato al PSG, il secondo non ha trovato nessun pollo che lo riempia di denaro e pare intenzionato a firmare il rinnovo col Milan a cifre decenti.
Devo confessare che, a dispetto del mio usuale sostegno alla maglia azzurra durante Mondiali ed Europei, non riesco proprio ad identificarmi e ad empatizzare con la banda messa assieme da Mancini. Sarà forse per la totale assenza di giocatori del Milan (mr baciamaglia non lo conto), sarà per la travolgente simpatia che da sempre provo per l’attuale CT ( e per il suo kilometrico staff di ex doriani), sarà per la presenza di figuri quali Bonucci Chiellini e Bernardeschi, sarà per l’ignomignosa esclusione di Davidino? Chi lo sa, forse è una somma di tutte queste ragioni e di qualche altra a me ancora sconosciuta.
Devo confessare anche che non ho particolarmente seguito la Nazionale dall’eliminazione contro la Svezia in poi, quindi non mi sono fatto neanche una idea precisa a livello tecnico e tattico. Visti i nomi vedo difficile che si possa competere per i primi 4 posti ma chissà, l’Europeo è spesso foriero di sorpresone impronosticabili alla vigilia.
Vedremo se al fischio di inizio ricomincerò a sostenere gli Azzurri come sempre o questo senso di distacco permarrà: forse, visto l’allentamento di alcune misure anti-Covid, sarebbe il caso di vedersi le partite in compagnia in modo da soffiare sulla brace della passione collettiva per la Nazionale.
Detto questo, per entrare in clima vi propongo il classico giochino dei vostri 3 ricordi legati agli Europei, non importa se belli o brutti. Qui sotto una selezion, poco ragionata come sempre, dei miei
1992: Partiamo con un Europeo… senza Italia. Reduce dai Mondiali del ’90 la Nazionale passa da Vicini a Sacchi e inspiegabilmente vista la qualità del movimente italiano in quel periodo storico, non riesce a qualificarsi alla competizione in Svezia. Ovviamente il ricordo nitido è la super sorpresa della Danimarca, che schierava in attacco il futuro rossonero Brian Laudrup e in porta il fenomenale Schmeichel Senior. I biancorossi riuscirono a vincere una competizione in cui furono ripescati causa esclusione della Jugoslavia in piena dissoluzione e guerra civile. Da milanista, in assenza dell’Italia, tifavo ovviamente l’Olanda dei 3 tulipani. ‘Sliding door’ fu proprio il rigore che l’immenso Van Basten si fece parare in semifinale dal portiere dello United. Da segnalare il gol di Rijkaard che portò la partita ai supplementari.
2000: Facciamo un salto di 8 anni e, nell’anno della mia maturità (mannaggia la pupazza come passa il tempo e non ci sono neanche più le care vecchie mezze stagioni e ovviamente piove governo ladro), il destino decide di regalarmi la seconda sofferenza in due anni contro i miei maggiori ‘rivali di Nazionale’. Prima la semifinale epica romanzesca rocambolesca contro l’Olanda, con San Toldo e il cucchiaio der Pupone ormai transitato dalla cronaca alla storia fino alla leggenda. Ma poi quell,’Italia allenata da Zoff, perse in finale contro la grande Francia di Zidane and company dopo esserci andata vicino, ma vicino vicino. Ricordo ancora il gelo a casa di un amico di allora al gol del pareggio di Wiltord al 156esimo minuto di recupero. Ricordo i gol sbagliati da Del Piero. Ricordo l’ingresso efficace di uno dei miei beniamini ‘proletari’ di sempre, Ambrosini, che si ritagliò in quella competizione belgiolandese uno dei pochi sprazzi di (quasi) gloria azzurra. E ricordo il golden goal, invenzione sciagurata che durò il tempo di un paio di stagioni, di Trezeguet. E il dolore conseguente. Non sapevo ovviamente che lo stesso franco argentino mi avrebbe regalato di lì a qualche due gioie immense dal dischetto: prima a Manchester e poi a Berlino. Il tempo è (quasi) sempre galantuomo.
2016: Cito infine l’ultimo europeo, un po’ perché si disputò poche settimane prima della nascita di mia figlia. Un po’ perché è il più recente. Un po’ perché non davo una Lira, on Euro in questo caso, a quella squadra e non provavo neanche troppa simpatia per il CT (Antonio Conte). Ma devo dire che quella Nazionale mi conquistò partita dopo partita e mi portò ad immedesimarmi e a tifare forsennatamente. Conte lavorò così bene da trasformare in buoni giocatori persino gente come De Sciglio, Giaccherini, Sturaro e Pellè. Il materiale umano non era certo pargonabile alle edizioni precedenti degli Europei, ma se non fosse stato per i rigori contro la Germania sono convinto che saremmo arrivati in fondo. La scempiaggine però di certi soggettoni emerse prepotentemente proprio nei tiri dagli 11 metri contro i Panzer: i penalty di Pellè e Zaza rimarranno per sempre nella galleria degli orrori del calcio italiano. Ma il ricordo della ‘garra’ e della compattezza di quella squadra dovrebbe rimanere come esempio per molti, nel calcio ma non solo.
Ora, come sempre, tocca a voi. Via alle danze! Io ho ricordato randomicamente 3 Europei per me particolarmente significativi e qualche episodio che mi è rimsto scolpito nella memoria, voi potete ovviamente sbattervene del limite numerico del numero perfetto e chiacchierare di qualsiasi aneddoto vi venga in mente. E sì, persino dello sputo di Totti o di quella estate 2012 in cui Balotelli sembrava destinato a diventare un fenomeno.
FORZA VECCHIO CUORE ROSSONERO
Raoul Duke
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