Derby non decisivo

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Inter inarrestabile, prima, zero gol subiti. 3-5-2 compatto e aggressivo, un bombardamento di tiri, un Lautaro che sembra il migliore al mondo, 4 derby vinti finora su 5 giocati quest’anno.
Si la lettura può essere anche questa, non sarebbe sbagliata, ma non si può approcciare con paura e fastidio l’Inter di Inzaghi. Purtroppo la qualità del lavoro di Limone è molto alta, e i nerazzurri sono forti veramente e paiono a volte impossibili da fermare; tuttavia le ultime due stagioni dicono ben altro, visto che i cugini hanno vinto 0 scudetti (e a ben contare, 1 derby in campionato su 4) quindi mi pare chiaro che qualcuno ad un certo punto li abbia fermati e più d’una volta; Marotta è un abile uomo mercato e politico, ma l’Inter di 3 anni fa faceva decisamente più paura nei singoli. E, infine, quanto maturato finora in campionato è frutto anche di una certa fortunella nel sorteggino diciamo così, che ha messo i nerazzurri di fronte a due squadrette innocue, cincischione, e all’unica italiana con già le coppe europee. E a 3 match casalinghi (derby incluso) nelle prime 4.
Il Milan non deve avere timore: non siamo inferiori, non dobbiamo dimostrare niente né vendicare niente perché purtroppo a maggio è andata così e amen. Non è una partita da rivelazioni, ma da maturità, e ce l’hanno piazzata presto. D’altronde quest’anno in Italia se si vuol vincere sarà tutto così, coefficiente di difficoltà doppio.

Inter contro Milan, manovra e solidità contro movimento e individualità. Il riassunto è questo. 9 dribbling medi a partita per i rossoneri, 3 per i nerazzurri, ma uguale numero di tiri in porta a partita; l’Inter bombarda di più (20 tiri in media), in Milan meno (11) ma stesso numero di gol segnati. In difesa entrambe le squadre sono aggressive, ma il Milan conta più sull’anticipo e l’intercetto, l’Inter sul contrasto diretto; i nerazzurri si accampano nella metacampo avversaria, noi lasciamo sempre campo avanti soprattutto per le scorrerie di Leao.

L’Inter è fortemente sbilanciata a sinistra, da dove arrivano il 46% degli attacchi contro il 27% del centro e della destra, mentre il Milan è più bilanciato con una ripartizione 34% sinistra, 29% centro e 37% destra dove evidentemente l’innesto di Pulisic ha già portato frutti importanti. E proprio contro una squadra così forte sulla catena di sinistra occorrerà non solo proteggersi ma ancor di più offendere punendo le discese di Dimarco e muovendo i tre centrali nerazzurri che, finora, sono stati ben poco sollecitati dalla pochezza delle avversarie incontrate. L’inefficacia di Giroud negli ultimi derby è frutto della pochezza della qualità dei nostri attacchi, e rimettere in difficoltà i nerazzurri è la prima missione: bisogna farli muovere e obbligare Ciattanuga e Barella a ripiegare in difesa, a giocare lontano dalla comfort zone.
L’obiettivo dei nerazzurri è comunque e sempre servire il centro con azione manovrata, servendo Lautaro che oltre ad essere in grande forma è anche un centravanti con molte qualità. Il nostro scopo è invece meno leggibile anche se l’isolamento di Leao o l’imbucata di Pulisic sembrano sempre le soluzioni ricercate; l’americano, che purtroppo sarà l’ultimo a rientrare a Milanello, ha aggiunto quantità, qualità, talento e gol in una zona di campo dove solo Messias produceva numeri dignitosi (pur coi suoi limiti), mentre Leao ha ripreso a massima forza pur non riuscendo ancora a imporsi come realizzatore costante. Ad ogni modo il portoghese è sull’orlo dell’esplosione nucleare e va cavalcato il più possibile: l’Onnipotenza è ad un passo, diamogli fiducia.

Da queste prime uscite mi sento di affermare che mentre l’Inter continua a sopperire con una maggiore organizzazione ad un mercato che forse non gli consente di avere tutto ciò che desidera (al netto degli entusiasmi della Gazzetta), il Milan ha effettivamente rinforzato e parecchio la squadra con la campagna acquisti. I nerazzurri più che i rossoneri paiono essersi tarati sulla partenza sprint, noi sembriamo un po’ meno gasati dal punto di vista fisico rispetto agli anni passati, tuonando specie nei primi tempi per poi gestire dal 60esimo in avanti. Con 3 titolari nuovi non era facile dispiegarsi in campo ordinati, già con le idee messe in pratica e ottenendo risultati, ma questo sta accadendo; ed è proprio la qualità degli innesti che sta facendo la differenza e il fatto che siano arrivati nei momenti giusti e con una programmazione efficiente. Manca l’apporto degli altri neo-acquisti, ma non pare il derby il momento giusto perché si esprimano; tuttavia inizierà anche la Champions e il doppio impegno li porterà spesso in campo.

E’ finora il Milan di Pioli più convincente in partenza, perché vincente ma senza strabordare da tutte le parti, senza esagerazioni.
Non sarà secondo me un derby ad arrestare la nostra crescita, tutt’al più ci dirà che l’asticella può già essere messa molto più in alto del previsto.

Larry

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22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.