Il campionato volge ormai al termine e tra risultati positivi uniti a prestazioni più o meno confortanti, in casa rossonera si parla già di futuro. Come non farlo, visto che ormai da oltre un decennio a Milanello e dintorni si parla o di passato, spesso remoto, o di futuro, spesso talmente inconsistente da arenarsi alla prima onda anomala. Quello che manca è un’analisi del presente, un confronto di ciò che si vede in campo, una ricerca di risposte per impostare meglio il proprio lavoro. Poi vi spiegherò meglio che cosa intendo.
Assodato che finalmente il nostro amministratore delegato ha gettato la maschera, dimostrando di non avere la più pallida idea di come organizzare un progetto sportivo che abbia un senso. Attenzione, non un progetto per forza vincente ma quanto meno competitivo e che si basi su ragionamenti e non su sensazioni dettate dalle onde emozionali del momento. Abbiamo appreso che la sua visione lungimirante si è spenta di fronte ad un uomo che ha avanzato delle richieste e delle idee chiare. Sia ben chiaro che quello che è successo con Rangnick non è una cosa che può passare così senza commenti, visto ciò che ha generato all’interno della società, della squadra e dell’ambiente in generale. Abbiamo capito che non tutti sono disposti a fare i parafulmini per questo AD. Non avendo nutrito mai grande simpatia ed interesse per il “maestro” tedesco, sono però certo che si tratti di persona seria e che quindi se, dopo Gattuso, anche questo allenatore ha dato il due di picche al sudafricano, evidentemente qualcosa di strano continua ad esserci. Hai voglia a sostenere che Maldini è garanzia di impegno da parte di Elliott, visto che anche l’ex capitano era stato messo alla porta e riammesso in tutta fretta dopo la “rivolta” dell’ambiente. Ripeto, da non fan di Rangnick, c’era un’idea interessante che poteva essere portata avanti ma invece questo scherzetto ci costerà anche dei soldi, oltre che ad un altro anno con il cappio al collo. Perchè alzi la mano chi pensa veramente che Pioli non sarà messo in discussione già a novembre e si apriranno i vari fronti interni tra i pro e i contro. Sapete perchè sono sicuro di aver fatto centro? Perchè il silenzio assoluto sull’argomento da parte del muezzin, dal minareto del sabato mattina, è la più grande conferma che il patatrack in quel week end tra il 17 e il 20 di luglio c’è stato. Eccome se c’è stato. Si narra anche di telefonate senza risposta mal digerite, con tanto di sfanculata galattica da parte del tedesco. Ora mi chiedo cosa sarà di quella struttura piramidale con diecimila dirigenti che stava mettendo in piedi Gazidis. Che fine faranno Moncada, Almstad, e tutti i vari nomi di quel giro che mal si conciliano con Maldini? Ma non c’è problema, perchè tra un abbraccio a Pioli ed un “tocco della medusa” (enorme film con Richard Burton che consiglio a tutti) il Presidente ci ha ricordato la nostra vera priorità. L’unica priorità che questi personaggi hanno, quella cosa che inizia per sta e finisce con dio.
All’inizio del post vi parlavo di presente. Tempo verbale che la comunicazione rossonera e quella intorno ai nostri colori non conosce da lustri. Vi stuzzico con una domanda. Secondo voi a Milano sponda di quelli là o anche solo a Roma in entrambe le sponde, se si fossero trovati a giocare l’accesso diretto ad una competizione europea (quindi senza preliminari) e avessero assistito ad una avversaria alla quale veniva concesso un rigore come quello dato alla Roma domenica sera, cosa sarebbe successo? Provate a pensarci, bastano pochi secondi. Esatto, sarebbe scoppiato il finimondo. Su televisioni, giornali e radio sarebbero insorti, avrebbero gridato allo scandalo. A fine partita ci sarebbero stati tweet e commenti al veleno. Invece, nel paese dei balocchi rossonero si parla di rinnovi. Si racconta di elicotteri con direzione Montecarlo. Si fa un pò di endorsement per i dirigenti, sia mai che ci sia bisogno un domani. Non si è mossa una foglia. Come a voler sottolineare che l’essere fregati come dei pivelli può anche provocare piacere. Questa cosa è inaccettabile, soprattutto da quei giornalisti che seguono il Milan così solerti a raccontarci in diretta che Rangnick non avrebbe firmato ma sempre molto latitanti quando si tratta di portare avanti un malumore. Ammesso che questo malumore ci sia realmente in società. Oppure sempre presenti quando si tratta di leggere i ciclostilati di Gazidis, facendoli passare come scoop. Ma stranamente silenti quando si tratta di commentare i vari torti arbitrali subiti nell’arco della stagione. Poi ci chiediamo come mai il 99% del Mondo Milan ha preso le difese dello status quo, anzichè digerire l’arrivo del tedesco.
Notizia di ieri che Emirates ha rinnovato la sua partnership con i nostri colori. Molto interessante leggere che le cifre e i termini dell’accordo sono completamente oscuri. Anche qui c’è puzza di avvocati belva. Il nostro fantasmino Casper è stato così bravo da sottolineare che taglieremo i 17 anni di “fidanzamento” come Principal Partner ma è stato ancor più bravo a dirci che il rinnovo è stato così efficace che potremo avere altri sponsor di maglia e sui kit di allenamento. Tradotto in italiano: “Speramo de recuperà npò de sordi da quarcunarto visto che questi ce vojono sfanculà”.
Ovviamente, anche in questo caso, come per tutti i passi precedenti, aspettiamo la ben accetta smentita.
FORZA MILAN
Johnson
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