Con la situazione San Siro bloccata in attesa della decisione della sovrintendenza sul vincolo che scatterà nel 2025 sul secondo anello (che compirà 70 anni), il Milan prova a portarsi avanti con il lavoro che lo attende per avere un impianto in autonomia nell’area “San Francesco” di San Donato.
[…] la società Sportlife City, passata per il 90% sotto il controllo del Milan, ha inviato al Comune di San Donato una comunicazione per aprire un percorso che ha come l’obiettivo la valutazione di una variante urbanistica al Programma integrato di intervento relativo per quell’area. A confermare tutto questo ci ha pensato l’assessore Massimiliano Mistretta. Ottenere la variazione permetterebbe al club rossonero di avere un quadro più chiaro sulle tempistiche del progetto.
“Sportcity Life [..] si è detta interessata a presentare una richiesta di modifica al Piano integrato di intervento, un atto per formalizzare delle modifiche ai contenuti, per realizzare al posto di una arena da 20 mila posti uno stadio da 70 mila.”
E’ una notizia un po’ vecchia quella del possibile stadio Milan a San Donato, ma non ne abbiamo forse mai parlato. Un po’ per l’esasperazione dovuta a continui rinvii, progetti e controprogetti, nuove aree che sbucavano ogni settimana; un po’ perché per qualche tempo il mood generale impediva di dibattere su questa tematica senza che venisse inghiottita nel pessimismo.
Va anzitutto detto che il Milan per esporsi su San Donato finora ha “solo” rilevato una società, Sportcitylife, che nel 2021 ha proposto, e visto approvare, un progetto per una “Cittadella dello Sport” nell’Area San Francesco appunto. Qui un primo punto di riflessione: San Donato = Eni, diciamo che c’è una certa ‘presenza’ del colosso energetico; Scaroni mi pare che qualche rapporto con l’Eni l’ha avuto e lo intrattiene, e la sua presenza al Milan pare avere un preciso scopo. Gli intenti si sono uniti ora, oppure è stato messo il piedino nella porta per poi spalancarla al momento buono?
L’iniziale progetto per l’area era sostanzialmente un ‘quartiere sportivo’, con un’arena da 20mila posti di destinazione non precisata, campi da tennis e altre attività. Francamente non so quale possa essere la redditività di un progetto del genere in una zona che (ne parliamo poi) senza grosse modifiche alla viabilità è abbastanza remota; pare difficile non pensare che fin da subito ci fossero altri interessi. Comunque sia ad oggi il Milan non ha presentato alcun progetto, quindi potrebbe essere la solita mossa di pressione, di sfogo, di disturbo o campata per aria. A giudicare però dalla risolutezza della società in altri ambiti, potremmo invece essere al punto di svolta.
Il progetto così come raccontato da giornalisti vicini al mondo Milan sarebbe per uno stadio da 70mila posti, sede, museo, hotel, attività commerciali e parco giochi per i bimbi. Un’operazione da 1 miliardo di euro. Altro spunto: investimento per provare a generare nel tempo risorse che ci possano catapultare di nuovo, e stabilmente, nell’elite del calcio internazionale senza doversi agitare ogni anno per la tenuta del bilancio, follia, o speculazione?
L’area San Francesco, lo dico e chiaramente subito, è oggi, dal punto di vista del tifoso che immagina sé stesso andarci con la sciarpa e la maglietta, una zona di merda. Ci abito a 5km (e 5 minuti secchi di auto), ci vivo nei pressi da sempre, e frequento le campagne circostanti quando devo fare sport. L’area è oggi sostanzialmente un pratone incolto con qualche manufatto abbandonato (un casotto della ferrovia, probabilmente c’era uno scambio, un moncone di cavalcavia autostradale), e qualche macchietta boschiva, adiacente alla stazione di San Donato; una terra di risulta incastrata fra ferrovia, A1 e raccordi vari. Su google maps è identificata come “area per passeggiate” ma basta guardare le foto allegate perché passi la voglia di andare a passeggiarci e infatti non ho idea di chi possa andarci o addirittura assegnare all’area 4/5 stelle…
Contrariamente a quanto leggo, non è ‘vicina a Milano’ o ‘vicina a Rogoredo’ nel senso: in linea d’aria e in auto lo è, ma pensando all’uso futuro per renderla davvero ‘vicina’ nel senso di raggiungibile occorrerebbero grosse modifiche alla viabilità non solo automobilistica con implementazione di strade, percorsi pedonali e ciclabili e treni di collegamento; non c’è la metro, che arriva certo a San Donato ma a 3 chilometri dalla zona, e l’attuale collegamento ferroviario è abbastanza inquietante. Sicuramente ha del potenziale, perché essendo appunto incastrata fra ferrovia e autostrada si possono pensare ad ‘enne’ soluzioni.
Certo, se l’alternativa proposta dal sindaco di Milano Sala è veramente viale Puglie (dove c’è il Cyrque du Soleil) dove c’è spazio per spostare forse lo stadio del baseball, attualmente al Saini, così passiamo da 25 posti a 50, e già l’attuale mercatino del “usato” della domenica causa paralisi mortale della zona, bisogna necessariamente fare ciaone.
E’ ovviamente sorto il “comitato del no” allo stadio, solo il primo dei molti ostacoli; il principale sarà appunto secondo me quando si parlerà di viabilità oppure quando il Milan dovrà trattare gli altri terreni con l’ostico ente Parco Agricolo Sud Milano. Senza offesa a nessuno, e comprendendo che lo spazio verde attuale (seppure schifoso) è comunque un tampone che probabilmente ha la sua efficacia, anche se poco stimabile, a livello climatico/sociale…qua non stiamo parlando di un lussureggiante ecosistema, o del “bosco di Gioia” che seppur cittadino aveva il suo perché.
Qui parliamo di un’area quasi irraggiungibile frequentata perlopiù da tossici di passaggio che, sfollati da Milano 3 anni quando fu (quasi interamente) eradicata la piazza di spaccio del Porto di Mare/Cassinis si riversano nella campagna circostante fino appunto a San Donato, un’area senza alcun valore storico e afflitta appunto da viabilità impossibile da sviluppare ‘a fondo perduto’, quindi destinata a rimanere rifugio per qualche disperato. Francamente mi piacerebbe si facesse qualunque altra cosa.
Penso che il progetto San Donato, e lo scopriremo presto, potrebbe essere un altro bluff oppure una soluzione rapida per i risoluti americani, e tutto sommato sia una buona idea al netto della fatica ad immaginarmi come possa poi essere sviluppata la viabilità dell’area.
Voi cosa ne pensate?
Larry
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