Tutto nelle nostre mani!

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Settimana scorsa, dopo quasi un decennio di batoste, era difficile essere ottimisti. Back to back a Torino dopo piccoli e costanti passi indietro e soprattutto il peso di tanti, tanti fallimenti facevano paura. Invece siamo stati di nuovo sorpresi dalla squadra, che nel momento topico ha ritrovato gioco e si è ripresa in mano il proprio destino probabilmente facendo la cosa corretta cioè ignorando il passato. Non si sono sentite le solite tiritere sulla ‘musichetta’ e sull’obbligo di tornare in Champions League; un dettaglio magari, ma lo reputo fondamentale. Con meno stress la squadra ha liberato il suo potenziale al momento della verità senza caricarsi sulle spalle tutte le nostre ansie.
Dipende ora solo da noi ora, magari già domenica potremo festeggiare un traguardo aleatorio magari ma fondamentale per spingere quel circolo virtuoso che comunque già si è innescato, alla velocità giusta.
Ci sarà poi tempo per riflettere sulla proprietà, le intenzioni, la direzione tecnica, il mister. Penso solo che, pur avendo criticato tutti a volte nel merito e a volte a cazzo (perchè la vena del tifoso quella è, chiedo scusa), non era facile. Basta guardare il campionato, la quota Champions alta di quest’anno, è stato fatto un gran lavoro. Da finalizzare ovviamente.

Il successo è passato dai rientri di Bennacer e Calabria, due giocatori di sistema senza cui appunto il giocattolo si è spesso rotto. E’ vero che anche con loro in campo sono arrivate alcune debacle, tuttavia va considerato che specie l’algerino è partito da titolare in metà delle partite della squadra, un’intermittenza che non ha giovato alla condizione.
Davide Calabria è un giocatore poco chiaccherato, ma consideriamo che con lui in campo il Milan ha un media gol subiti di 0.9 a partita, senza di 1.5. Davidino è il Re dei contrasti della serie A con 3.2 interventi di media a partita, Locatelli secondo è a 2.4. Questa aggressività e capacità di intervenire sull’uomo, sottovalutata da molti (“è basso”) ma che il ragazzo ha sempre presentato è stata incanalata nel modo giusto e risulta fondamentale per la tenuta difensiva della squadra. E’ uno di quei giocatori che ha rischiato di perdersi nella melma post-Giannino, incalzato pure da una tifoseria che in questo specifico caso (e anche nel caso di Cutrone e Locatelli) ho sempre faticato a capire. Per fortuna la cessione ventilata l’anno scorso è andata a carte quarantotto, e il giocatore ha potuto ritrovare sè stesso nel contesto giusto.

Uno che non ruba i soldi. Occhio!

Rimane il mistero di come questa squadra diventi schiacciasassi in trasferta. 46 i punti fatti, con 41 gol e +24 di differenza reti. L’Inter campione ne ha prodotti 39.
Con 29 punti fatti e soli 31 gol e +7 di differenza reti invece il rendimento in casa è da ‘mucchione’, analogo a quello di Sassuolo Bologna Samp e Fiorentina. Non mi preoccupa la gara del week end in tal senso, ma in vista della riapertura degli stadi per l’anno prossimo (speriamo) e della prossima stagione, dando per scontata la conferma di Pioli, è un aspetto su cui ragionare. Probabile che abbiano ragione gli opinionisti generalisti, ovvero soffriamo di più le squadre che si chiudono. Per scardinarle, oltre a un 9 con un po’ più di presenza (che sarà comunque obbligatorio viste le condizioni di Ibra), servirà qualche nuova idea.
Al momento concentriamoci sul Cagliari, ben altra bestia rispetto al Torino di Nicola; i granata oltre che avere uno spartito solo cioè pascolare fino all’80esimo con momenti di calcio angolano per poi ruttare un paio di tiri della disperazione, hanno iniziato a fare calcoli da mesi e pensato (giustamente) ai fatti loro ma ricevendo una dura punizione. Semplici è invece secondo me il miglior tecnico della provincia italiana, concreto senza scavare trincee, abile lettore dei momenti; con la SPAL in tre anni di A ha avuto a disposizione una manciata di giocatori ‘di categoria’ (Schiattarella, Lazzari, Kurtic, Fares, Missiroli, Bonifazi e Petagna), qualche vecchio mestierante e un pacco di giocatori da B/Pro. E ha fatto risultati.
Il Cagliari sta lottando ancora perchè ha tentennato a cambiare Di Francesco, rischiando fra l’altro di trovarsi senza il mister fiorentino, a lungo corteggiato dal Monza che ovviamente ha preferito perpretrare la follia Brocchi (e come dice il buon Johnson speriamo che salgano così ci divertiamo).
I sardi battagliano fino all’ultimo, 4 le partite drizzate o vinte oltre il 90esimo, sapranno farci sfogare per poi provare a colpirci sulle fasce e con la qualità dei singoli che comunque è molto più alta della mesta posizione di classifica che occupano.
Niente di preoccupante, ma attenzione sempre alta e FORZA MILAN.

Larry

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22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.