Cantera rossonera

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Come promesso oggi parlo un po’ di settore giovanile e Primavera, argomento che mi sta molto a cuore, perché ho sempre ritenuto che un grande club come il Milan debba avere un settore giovanile molto competitivo ed organizzato. Senza pretendere necessariamente che si vincano gli scudetti di categoria, l’importante è che “sforni” giocatori con l’obiettivo di vederli indossare la maglia della prima squadra.
Come sapete, in passato abbiamo portato molti giocatori delle giovanili a giocare a San Siro con il Milan, ad esempio possiamo citare Giovanni Lodetti, Aldo Maldera, Franco Baresi, Filippo Galli, Paolo Maldini, Alessandro Costacurta, Demetrio Albertini, fino ad arrivare a Gianluigi Donnarumma. Sicuramente avrò dimenticato qualche altro nome illustre: mi sono limitato solamente ad alcuni.
Quindi un settore giovanile che ha sempre funzionato, ma che negli ultimi anni sta facendo un po’ fatica a mantenere la rotta. Per questo vorrei provare a capire dove e quando si è inceppato il meccanismo.
Quando avviene il famoso closing che porta il Milan a passare, dopo trent’anni, dalla famiglia Berlusconi allo sconosciuto magnate cinese Yong Hong Li, a capo del settore giovanile c’è Filippo Galli, la cui filosofia è sempre stata “prima creiamo gli uomini e poi i calciatori”. Con lui lavora anche Mauro Bianchessi che scopre vari giocatori ( tra cui Locatelli e Cutrone) che hanno l’onore di vestire il rossonero in Serie A.
Mirabelli, al suo insediamento, sceglie di avere Galli come unico responsabile del settore giovanile e liquida Bianchessi: questo è per me il primo errore. Poi l’ex bandiera rossonera entra da subito in conflitto con il modo di pensare del nuovo ds del Milan: il dirigente calabrese vuole vincere e subito, perché vincere ti permette una visibilità immediata, contravvenendo ad una delle regole fondamentali delle giovanili: avere pazienza, rispettando i “tempi” dei ragazzi. Secondo errore.
Nel giugno 2017, primo periodo d’insediamento cinese, l’under 16 di Mister Lupi con i vari Tonin, Colombo, Maldini, Brambilla e Olzer, vince il titolo italiano battendo la Roma in finale dando vigore alla voglia di titoli del nuovo DS rossonero. Così, infatti, dopo tanti anni il Milan ritorna ad alzare un trofeo, anche se non nella categoria più ambita, la Primavera. Nell’anno successivo con Mirabelli, dopo anni in cui gli investimenti sono stati molto scarni, si ritorna a spendere anche per la squadra Primavera e vengono acquistati Tiago Dias, Sergio Sanchez, Bargiel, e Larsen: tutti ragazzi passati però senza lasciare il segno. Come allenatore, il dirigente calabrese chiama un’altra indimenticata gloria rossonera: Rino Gattuso.
Ho sempre ritenuto che il buon Rino fosse l’ideale per allenare nel settore giovanile, perché come Maldini fa con i ragazzi in prima squadra, oltre ad insegnare calcio, porta i sacri valori rossoneri nel campo. E Gattuso assolve bene il suo compito, tanto che, con l’esonero di Montella, viene chiamato a dirigere la prima squadra, mentre la Primavera viene affidata a Lupi, seppur senza l’approvazione di Galli che non lo ritiene ancora pronto. Alla fine avrà ragione l’ex bandiera rossonera.
Nell’estate 2018 il progetto della società Milan vede una totale riorganizzazione del settore con l’idea di formare anche una squadra B. Viene congedato Filippo Galli e al suo posto messo Mario Beretta. Il nuovo programma parte con molti giocatori uscenti dalla Primavera a cui viene chiesto di restare, di non accettare le varie offerte da squadre senior per poter allestire la squadra B. Per allenare la seconda squadra rossonera viene contattato Marco Simone.
Nell’estate 2018 avviene però un altro fatto che cambia nuovamente la situazione societaria: Yong Hong Li non paga l’ultimo bonifico e il Milan viene rilevato dal fondo Elliott e tutte le deleghe sportive passano da Mirabelli a Leonardo. La prima mossa del dirigente carioca è quella di accantonare il progetto della squadra B, con tutte le conseguenze che ne derivano. La più importante quella di trovare in 15 giorni una collocazione a tutti i ragazzi a cui è stato chiesto di rimanere per giocare con la seconda squadra.
Col poco tempo a disposizione, si cerca di soddisfare le esigenze e le richieste dei vari giocatori: Pobega alla Ternana, Gabbia alla Lucchese, due esempi.
Alla fine la Primavera risulta essere una squadra troppo giovane, partendo dall’ allenatore, passando per i giocatori: il campionato parte male, con una lunga serie di sconfitte che portano il Milan, alla sosta natalizia, ad occupare l’ultima posizione in classifica. Si decide così per l’esonero di Lupi e si cerca un allenatore che abbia esperienza con i professionisti. La scelta cade su Giunti e, per tentare una salvezza disperata, vengono anche acquistati Tiago Djalo (che poi rientrerà nell’affare Leao), Abanda e il ragazzo greco Michielis. Purtroppo nonostante gli sforzi la stagione non si raddrizza e si arriva alla retrocessione in primavera 2. L’anno seguente i ragazzi ritorneranno in Primavera 1 vincendo il campionato a mani basse.
Ora abbiamo Carbone come direttore organizzativo e anche in questi ultimi due anni investimenti ne sono stati fatti: Roback, un buonissimo attaccante che però in questi anni si è perso, Chaka Traore, Bjorklund, Marshage; è stato bloccato Cuenca che ha giocato un buon Torneo di Viareggio, i portieri Jungdal e Pseftis, insomma non è vero che nei giovani non stiano investendo in termini economici, anzì direi anche per i giovani stanno seguendo un lo stesso sistema di scounting della serie A. Il problema, come dicevo la settimana scorsa, è che poi questi ragazzi dal buonissimo talento devono essere allenati anche da gente competente in materia di settore giovanile. Da allenatori che amano lavorare con loro e che non vedono la squadra primavera come trampolino di lancio per la loro carriera, anche se ad onor del vero a parte la primavera l’under 17, Under 16 e under 15 stanno lottando tutte per lo scudetto di categoria, ma vincere questi campionati è così importante? Si se poi ha anche dei giocatori.
Ecco io mi auguro che Maldini o Carbone su questo si ravvedano, perché è molto importante per la filosofia rossonera avere le giovanili all’avanguardia.
Io confido molto in Paolo, perché lui stesso è un “prodotto” del settore giovanile. Quale miglior rappresentante?

FVCRN

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"Quando il Milan ti entra nelle vene avrai sempre sangue rossonero" Ho visto la serie B, ho visto Milan Cavese, ho toccato il tetto del Mondo con un dito e sono ricaduto ma sempre rialzato. Ho un papà Casciavit....Grazie per avermi fatto milanista.