Ma sì. Diciamocelo: il Milan ci stupisce sempre. Sei lì a pensare a come gioca il Bologna, a Thiago Motta, a Zirkzee (che ci ha pure fatto gol), alla loro bella stagione e non pensi all’ennesima fiction che ti riservano i ragazzi: due rigori sbagliati in una partita. Che meraviglia. Altro record, infatti, i rossoneri non sbagliavano due penalty nello stesso match dal lontano 1955. Per trovare un precedente in Serie A, invece, al di là del Milan, basta tornare al 2016 quando ci pensò il Carpi a sbagliarne due contro la Lazio. Dando ormai per appurato che da calcio d’angolo siamo quello che siamo – offensivamente e difensivamente – e sulle punizioni.. beh.. stendiamo un velo pietoso, almeno i rigori uno si aspetta che li trasformiamo. E invece no. Neppure quelli. Ma vabbè.
La serata dolceamara di sabato scorso ci ha regalato un Loftus-Cheek versione goleador e qualche spunto gradevole (ma proprio qualche) di Rafa Leao ma, nel complesso, ci ha confermato ancora una volta l’assoluta bulimia tecnica di questa squadra, sempre più incastrata nel suo loop di buone prestazioni, intervallate da costanti uscite deludenti e sottotono. Dal punto di vista tattico, il film è di quelli cult. Non di certo per la bellezza, ma per il fatto che lo si conosce a memoria. Reparti scollati, marcature apparentemente improvvisate, uscita lenta e macchinosa del pallone. Il tutto condito dalla solita ‘gentilezza’ in area di rigore, con una bella dose di fragilità che, costantemente, fa sembrare gli avversari fenomenali. Alla prossima vittoria si tornerà a mitizzare il tecnico Stefano Pioli, per poi ripiombare dolorosamente alla cruda realtà non appena questa ci verrà nuovamente sbattuta in faccia. Ancora una volta. Ed è così che, il chiacchiericcio, produce già previsioni sul Milan che sarà, dalla guida tecnica ai possibili innesti di mercato. Insomma, questa stagione, sta già per andare in archivio anche se l’Europa League potrebbe dare una magra consolazione. Vedremo ma, inevitabilmente, il presente è già passato e il futuro assume i contorni di una sfida che proprio non si può fallire.
Ed è in questa proiezione del futuro che, negli ultimi giorni, ha ripreso forza il nome dell’ex Inter e Juve Antonio Conte come probabile candidato a raccogliere l’eredità di Pioli. Quello che, nel 2012, disse che eravamo la mafia del calcio. Quello delle richieste difficili e delle sfuriate facili. Quello del vittimismo arbitrale e molto altro. Un personaggio non da Milan, quello vero. Al contempo, la situazione attuale stagnante e dai contorni sempre più incerti, può richiedere la presenza di un cosiddetto ‘duro’. Uno che smuove le acque, e non solo. Uno che, al netto di tutta la confusione che porta costantemente col suo carattere, pronuncia spesso e volentieri parole come: ‘dare il massimo’ oppure ‘vogliamo vincere’. Una banalità. Forse, ma necessario. Onestamente, non si sa quanto queste voci abbiano un fondamento. Tralasciando tutto ciò che si è detto o non si è detto, tra smentite e quant’altro, la realtà parla chiaro: Antonio Conte, per quanto in una fase calante della carriera, è uno che richiede ed esige. Ingaggio, bonus, premi, mercato. Antonio Conte, e in generale allenatori di quella cerchia, non sono unicamente allenatori. Sono veri e propri investimenti, asset. Ti mettono sul piatto un preventivo e tu scegli se quella cifra ti può tornare indietro maggiorata. In termini concreti, per il Milan, si tratterebbe di fare ciò che non si fa da tempo: puntare su un top manager.
Si vedrà. Intanto, seppur derubricato, tocca guardare al presente. Stasera si chiude il calciomercato. Non che debba succedere qualcosa. Anzi, forse piazziamo Pellegrino alla Salernitana. Il ragazzo si deve fare. E un bel po’. Sabato, alle 18:00, ce la dobbiamo vedere con il Frosinone in trasferta. Che brutto orario per andare al Benito Stirpe. Ha già il sapore di una di quelle partitacce in cui vedremo pali, rigori, rossi, ecc. O magari non succede nulla e finisce 0-0. E’ davvero complesso prevedere quello che può essere l’andamento del Milan, sempre affidato allo stato di forma dei singoli e in generale della condizione atletica degli undici in campo. Intanto, ieri sera, la squadra ha cenato insieme in un ristorante di Milano, per ritrovare un po’ di compattezza in un momento oggettivamente molto delicato. Una fase in cui, neanche a dirlo, si naviga a vista in attesa di una svolta. Cardinale, in una recente intervista, ha detto di essere molto stressato. Ha definito tale stress “insopportabile“. Wow. E’ durato molto. Sicuramente non è un bel segnale. Vedremo. Intanto, noi, lo stress ce lo passiamo comunque allo stadio. Si sa. Se vuole venire Gerry, è il benvenuto. Dato che il suo amico in un’intervista ha detto che è un talismano portafortuna. Vieni Gerry, magari vien fuori qualcosa di buono una volta tanto. Un abbraccio. Forza Milan.
Joker
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