“Siamo in scadenza e non abbiamo rinnovato. Devo dire che per il nostro percorso e per ciò che è successo in passato anche durante il periodo di crisi con Rangnick, trovo poco rispettoso il fatto che a oggi l’amministratore delegato ed Elliott non si siano neanche seduti a parlare con noi. Dico solo parlar. Perché loro potrebbero anche dirci “il vostro lavoro non è stato abbastanza buono per continuare” (P. Maldini)
Ero ancora sulla mia dimensione extra terrena a festeggiare uno scudetto che ha qualcosa d’incredibile e mi ritrovo con questa intervista rilasciata dal mio Paolo alla Gazzetta dello Sport. Dopo aver quasi sputato il caffè, tutto l’entusiasmo tricolore si è sciolto in una bolla di sapone. Cosa stai dicendo Paolo? Siamo nel bel mezzo di un cambio di proprietà e tu mi spiazzi in questo modo. Tu che sei il mio garante di milanismo e garanzia per il bene del Milan, mi fai questa dichiarazione?
Non nego che ho sentito mancare la terra sotto i piedi, sono spaesato e con me molti tifosi rossoneri, perché pensare ad un Milan senza il tuo modo di fare, senza il tuo essere tifoso prima che dirigente non possiamo tollerarlo.
Ho passato giorni infernali, perché di come si stava evolvendo a livello finanziario il signing a me non interessava, non avevo interesse di sapere il prezzo di acquisto e se o i nuovi acquirenti erano arabi o americani. A me interessava solo una cosa, chiunque fosse il nostro nuovo proprietario doveva ripartire da Paolo e ovviamente tutto il suo staff compreso il sempre poco appariscente Frederic Massara.
Per qualche giorno ho vissuto con il terrore che Paolo poco convinto delle idee dell’uccellino rosso potesse alzarsi e dire grazie arrivederci.
“Come ho detto a suo tempo a me piace essere una sorta di garanzia per il milanista. Io non sono la persona giusta per fare un progetto che non ha una idea vincente. Non potrei mai farlo.” (P. Maldini)
Il fatto di aver vinto lo scudetto ha accelerato in maniera molto brusca il nostro percorso di rinascita, e si perché il 14 agosto prossimo ci presentiamo alla prima di campionato con uno scudetto sul petto, una volta era all’altezza del cuore, ed entriamo in Europa dalla porta principale e non per quella secondaria o dalla finestra. Quindi ora bisogna fare un passo in avanti, forse in anticipo sui tempi pensati ma necessario. Chiaramente la strada della sostenibilità intrapresa è corretta però i nostri dirigenti non possono avere sempre i soldi misurati, ora i contratti dei giocatori più forti vanno rinnovati anche a costo di alzare il tetto ingaggi. Leao va blindato perché trovare un altro come lui non è sempre scontato per quanto l’area scouting sia di primo livello, anche perché per competere in Europa ora ci serve un impianto collaudato e pronto dove poter inserire i nuovi talenti che possano avere il loro tempo necessario per inserirsi e maturare. Ecco questo scudetto serve anche a questo, continuare a crescere nella speranza di non fare il passo più lungo della gamba.
E tutto questo è quello che ha chiesto Maldini in quella famosa intervista, vuole un progetto ambizioso che possa ulteriormente crescere e non fermarsi ora. Con questo non vuol dire andare a bussare la porta di Haaland, Lewandoski o Messi ma attraverso l’acquisizione di prospetti interessanti, per continuare ad alzare il livello tecnico sul campo per tornare dove ci compete. Chiaramente tutto questo deve andare a pari passo con l’incremento dei ricavi, e il sostenitore rossonero la sua parte la sta mettendo perché in pochi giorni hanno già sottoscritto quasi 30.000 abbonamenti. Caro Gerry mi sa che il progetto stadio a livello di capienza deve essere rivisto.
Dopo questi giorni orribili sembra che tra il buon Cardinale e Maldini tutto si sia sistemato e che il boss italo americano abbia dato le rassicurazioni necessarie all’ex difensore rossonero, ponendo fine ai miei incubi.
Vi lascio con la mia personale opinione, voi sapete che a me piace molto raccontare la storia, e a breve potrebbe esserci qualche novità a riguardo, però anche l’attualità è sempre interessante. All’inizio oltre alla paura per quella intervista di Maldini, temevo che Gerry Cardinale potesse essere la fotocopia del Pallotta di giallorossa memoria, ieri dopo averlo ascoltato molto attentamente nella sua breve intervista rilasciata nella sala museo di Casa Milan, l’impressione è che abbiamo di fronte un personaggio non banale che sa cosa vuole fare, ed in questo il sapere che dietro c’è ancora Elliott –sicuramente per interesse personale- mi fa stare molto tranquillo. Anche se per quanto mi riguarda la parte più importante è quella del campo perché i sponsor arrivano se vinci sul campo ed alzi i trofei.
Siamo sulla buona strada, anche se ora inizia un periodo dell’anno che a me piace molto poco, direi proprio nulla: il calciomercato.
Ma lasciamo fare a Maldini che per fortuna è milanista e rimane con noi per guidarci verso orizzonti che lui conosce molto bene.
FVCRN
Harlock
Seguiteci anche su