E anche con la partita col Verona sono riuscito a salvare le mie coronarie. Questa trasferta mi faceva paura, lo ammetto, probabilmente più per i fantasmi del passato. Perché, alla fine, la partita è stata dominata dai ragazzi sospinti da un Bentegodi travestito da San Siro e gremito da oltre 16000 cuori rossoneri.
“Quando mancano così poche partite e vedi il traguardo, se la squadra non è abbastanza matura per reagire in maniera giusta puoi anche perdere le distanze, le misure e la testa”(P. Maldini)
In realtà non c’è stato un momento della partita in cui io abbia avuto la sensazione che avremmo mollato mentalmente, nonostante lo svantaggio causato peraltro da un nostro errore difensivo. Per moltissimo tempo ci siamo detti che alla squadra mancava la maturità necessaria a sfruttare le occasioni. Quante volte lo abbiamo ripetuto e quante volte ci è rimasto il rammarico per le occasioni perse. Ora, invece, i ragazzi sembrano aver preso coscienza dei loro mezzi: la Squadra è mentalmente e fisicamente reattiva, forte nel carattere e nettamente superiore agli avversari. Sia con la Lazio che con il Verona, dopo lo svantaggio, avrebbe potuto crollare sotto la pressione e la tensione, ma non questo gruppo. Ed è proprio il gruppo che si sta rivelando la chiave di volta di questa lunga volata.
“Qualche mese fa, Pioli mi ha raccontato di quanto l’atteggiamento in allenamento di Leao e di Tonali fosse cambiato rispetto alla stagione precedente.” (D. Albertini)
Della partita di Verona mi porto via due immagini. La prima è la potenza tecnica e fisica di Leao. Quante volte è stato criticato per il linguaggio del corpo o per l’atteggiamento vissuto come indolenza o per scarso interesse “alla causa”. Invece, ragazzi, qui siamo di fronte ad un giocatore con delle potenzialità ancora sconosciute a tutti noi, forse anche a lui stesso. Un talento puro. Assieme a Tonali, che non doveva nemmeno giocare in Serie B a detta dei super esperti ospiti dei vari salotti calcistici e dei guru dei social, ci sta guidando a modo suo nel ripercorrere un sentiero a noi conosciuto ma da troppo tempo abbandonato. E grazie a loro, al Mister, a Maldini e a Zlatan se siamo tornati a vivere e a respirare atmosfere importanti a maggio, dopo anni in cui già a dicembre pensavamo alla stagione successiva.
La seconda immagine di Verona che mi porto nel cuore è la cavalcata solitaria di Pierino mio, che dopo aver vinto un contrasto sulla nostra trequarti s’invola, palla al piede e testa alta, verso la metà campo veronese. In quel momento, in quelle movenze, ho rivisto Franco Baresi: mamma mia Pierre quanto mi hai gasato. Lo so che il paragone può sembrare azzardato, ma non mi vergogno a farlo e sempre qui sul Night l’ho già detto e scritto più volte. E anche qui parliamo di un ragazzo che ha dei margini di miglioramento incredibili.
Domenica pomeriggio c’è Milan-Atalanta, partita ostica e da prendere con il giusto spirito, ma sono certo che i ragazzi questo lo sappiano. Quanto mi piacerebbe che il cerchio si chiudesse proprio domenica! Sì perché l’ingranaggio, seppur con fatica, si mise in moto quel pomeriggio del 22 dicembre 2019 con il Milan seppellito da cinque gol, con Gasperini che saltava prendendoci in giro. Qualche giorno dopo arrivò Zlatan e cambiò il nostro modo di vivere, il nostro destino. È grazie a lui che siamo rinati, è lui che durante il lockdown e la bufera Rangnick ha tenuto la squadra sulla retta via. E’ lui che ci ha guidato fuori dal fango coadiuvando il lavoro del Mister sul campo e di Paolo fuori. E domenica, due anni e mezzo dopo, saremo ancora lì proprio con gli orobici. Abbiamo la possibilità di chiudere un percorso fatto di tante tappe fondamentali per la crescita della squadra tra le quali la vittoria a Sassuolo nell’estate 2020, quando fu ufficializzata la conferma di Pioli o quella di Rio Ave, partita storica e molto importante che in una situazione di totale emergenza contribuì a cementare il gruppo. Oggi Zlatan ha cambiato modo di stare in campo: partecipa meno alle azioni, ma le sue giocate sono sempre di una qualità eccelsa. A dire il vero inizia a fare fatica, perché malgrado la testa sia quella di un ventenne il fisico purtroppo non lo è. Comunque, anche vederlo incitare e dare consigli ai ragazzi dalla panchina, è il suo modo di essere dentro il gruppo e la partita. Quindi ‘Grazie Zlatan” fai parte della mia personalissima “Hall of fame”, più per quello che stai facendo ora che per quello che hai fatto dieci anni fa.
“Non pensiamo troppo avanti. Pensiamo solo a questo momento e basta. Il momento è adesso, è il momento di pedalare e di dare tutto. Continuiamo così e pensiamo solo all’Atalanta” (Alessandro Florenzi).
Queste sono le parole di Alessandro Florenzi, un ragazzo che ha sofferto molto quest’anno ma che è stato importante sia in campo che dentro lo spogliatoio. Ed è questo il modo corretto di pensare e ragionare. Niente trionfalismi, linea di condotta bassa perché questo gruppo sta scrivendo una pagina importante della nostra storia. Come ha detto Ibra: “I giocatori del Milan vengono ricordati per aver vinto gli scudetti e le Champions e abbiamo tre partite per essere ricordati”. Ora le partite sono diventate due, ma anche se non dovesse andare come tutti noi sogniamo, io vi porterò nel cuore per sempre.
Forza ragazzi siamo a tre quarti d’opera, ci mancano giusto le ultime pennellate per finire un’opera d’arte incredibile, perché siamo stati più forti degli avversari e delle ingiustizie.
FVCRN
Harlock
P.S.: volevo dedicare questo articolo ad una mia amica di Roma che segue il Milan ovunque, fans numero 1 di Tonali e Ibra, e a Verona con Florenzi c’è stato anche un pizzico della sua bellissima città. Eri a Verona e so che questi ragazzi ti hanno fatto piangere di gioia.
Per te Irene, per l’aiuto che ci dai.
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