La sosta per le nazionali è, come sempre, l’occasione per uscire un poco dalla contingenza e fare qualche riflessione più generale. Una volta tanto ci torna anche bene (a mio giudizio almeno) per superare il trauma post derby, necessaria sia per giocatori e società che per la tifoseria. Curiosando in giro mi imbatto in una notizia, meglio dire un’indiscrezione, alla quale, in pieno delirio da sconfitta stracittadina, avevo forse dato poco peso (peraltro non è la prima volta che circola) . Oddio, per amor della verità, nella notizia ci si imbatte Seal, come sempre molto attento a tutto ciò che ruota intorno al mondo Milan, ed ha il pregio (o il difetto ?) di attirare la mia attenzione e farmici riflettere sopra.
Secondo quanto ho letto il Milan starebbe “negoziando” con l’UEFA un accordo stragiudiziale per evitare di arrivare nuovamente al giudizio del TAS. Sempre secondo quanto riportato la società avrebbe in mente un obiettivo chiaro che si può riassumere così: allungamento dei tempi per ritornare ad un bilancio in pareggio (rispetto al 2021 stabilito dalla sentenza), sensibile diminuzione della multa comminata e, per finire, che l’anno 2017/18 (quello del famoso super passivo) sia considerato un anno “franco” visto che la gestione era dovuta alla proprietà precedente che Elliott ha ereditato senza poter incidere in alcun modo. Sempre secondo l’articolista, a riprova della trattativa in corso, sarebbe il fatto che l’ennesimo ricorso dei rossoneri non sia stato “ancora schedulato” presso il TAS sotto intendendo che sia il Milan, o il Milan in accordo con gli organismi UEFA, a deciderne i tempi, ma non (non ancora) ritirato in attesa degli esiti.
Dal punto di vista del Milan mi sembra naturale che Elliott abbia la necessità di avere le mani libere (diciamo parecchio più libere) per continuare l’opera di ricostruzione della squadra senza troppi vincoli finanziari potendo cioè continuare ad investire in giovani futuribili secondo lo schema operativo più volte dichiarato e, soprattutto, poter continuare con il suo programma (perché gente come Elliott programma e non lascia nulla al caso) anche nella malaugurata evenienza si fallisse la qualificazione alla CL. Quello che capisco meno è il punto di vista della UEFA. Perché dovrebbero venire a patti visto che, FPF alla mano, hanno formalmente tutte le ragioni ?
Facciamo un passo indietro. In rigoroso ordine di apparizione, Scaroni, Leonardo, Maldini e, ultimo ma ancora più importante, Gazidis ci hanno ripetuto alla nausea che hanno sì l’obiettivo di riportare il Milan ai livelli che ci competono ma che vogliono farlo seguendo assolutamente leggi e regolamenti. Giusto, tutto giusto, salvo poi ricorrere al TAS tempo zero non appena arrivata la sentenza considerata evidentemente troppo penalizzante. Mi sembra un atteggiamento un tantinello contraddittorio. Con senno del di poi mi sembra che quel “vogliamo seguire le regole” sia implicitamente seguito da un “sempre che le stesse non intralcino troppo i nostri piani”. Non si può, e non si deve, dichiararlo pubblicamente ma questo comportamento sa un po di velata minaccia del tipo: “preferiremmo arrivare ad un accordo che faccia contenti tutti e salvi la faccia anche a voi ma, se fate orecchie da mercante, siamo anche pronti a combattere in tutte le sedi opportune” (secondo me c’è anche un: “non siamo un suning a caso”… ma questa è la mia profonda anima rossonera che prende il sopravvento). Non torno sull’argomento, l’ho già fatto in abbondanza nel passato, ma che l’FPF così com’è sia una bella minkiata che di fatto ha cristallizzato una situazione da “chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori” (e noi saremmo fuori alla grandissima…) perché in soldoni “puoi spendere solo quello che guadagni”, impedendo anche a chi potrebbe investire garantendo con certezza di poter far fronte ai suoi impegni, è una realtà. Magari spiegassero meglio come si può crescere in competitività senza investire preventivamente perché nelle mie reiterate letture dell’FPF questo punto deve essermi sfuggito. Il perché però la UEFA dovrebbe accettare di scendere a patti rimane comunque un interrogativo intrigante.
Non avendo accesso alle segrete stanze, quelle in cui si decidono i destini del mondo (del calcio nel nostro caso) posso solo fare delle ipotesi, giusto degne del tifoso da Bar che sono. Il rischio di dire scemenze è elevato ma, contando sulla vostra benevolenza, ci provo lo stesso. Prima di tutto mi sono immaginato cosa succederebbe nel caso il TAS ci desse nuovamente ragione e ritenesse anche la nuova sentenza ingiustificatamente punitiva o iniqua (come peraltro fu quando giudicarono la prima che prevedeva l’esclusione dalle coppe). L’ipotesi è plausibile. Non dimentico che il primo ricorso del Milan fu probabilmente il primo in assoluto dove, per motivi di FPF, una squadra blasonata era stata così pesantemente penalizzata. Anche il primo in cui la stessa, anziché trattare, frignare, gentilizzarsi, settlementarsi, piegare la gobba ed il testone, abbia sbattuto in faccia alla camera giudicatoria il ricorsone e, per di più, vincendolo a mani basse. Un precedente, seguito a stretto giro da un secondo, quello vinto dal PSG pochi giorni or sono. Provate ad immaginare … un eventuale nuova sconfitta minerebbe quel poco di credibilità residua del FPF e della UEFA stessa e scatenerebbe, con ogni probabilità, una “ricorsopoli” incontrollata adottata da chiunque, da quel momento in poi, venisse sanzionato. Per lo meno da quelle società che hanno alle spalle una proprietà ricca, forte e/o potente.
Da non trascurare nemmeno il fatto che Elliott è una proprietà potente in tutti i sensi. Una entità che nemmeno la UEFA può snobbare impunemente e trattare dall’alto in basso. Sono credibili ed hanno a disposizione caterve di avvocati. Se fanno un ricorso è perché sanno di avere delle possibilità e solo l’idea deve spaventare a morte i Ceferin’s boys (e la faccia da duretto da generale balcanico post Tito non credo spaventi Mr. Singer più di tanto). Inoltre è parere di insigni giuristi (anche se non è un parere unanime) che l’FPF, così come è strutturato, violi palesemente le leggi Europee perché non si può impedire ad una società che ne abbia le risorse di investire nel suo business. Pensateci un secondo, se il mondo fosse, e fosse stato, regolato da una sorta di FPF del commercio e dell’industria sviluppato in modo così stringente e cautelativo saremmo ancora all’epoca del baratto, non esisterebbe il sistema bancario (a che servirebbero le banche se non potessero erogare credito ?), viaggeremmo sui carretti trainati da muli (scambiati con i sani prodotti della terra) e nulla di ciò che oggi diamo per scontato esisterebbe (la metto giù dura ma giusto per rendere il concetto). Qualcuno potrebbe replicare che il calcio è un business anomalo, dove i risultati (quelli che dovrebbero poi portare agli introiti) sono basati sul risultato effimero ed imprevedibile di una vittoria o una sconfitta, di un palo anzichè un gol, del caso e del momento. Che l’investimento non garantisce la resa. Vero, ma anche nel mondo industriale funziona così. Le aziende accedono al credito ed investono perchè hanno dei programmi. Investono in personale, ricerca e sviluppo, nuove linee di produzione, tecnologie, progetti, sedi, stabilimenti eccetera… A volte funziona e si sviluppano a volte no e falliscono o, quanto meno, rischiano di fallire. Le banche finanziano chi dà le garanzie o, in casi (molto) sporadici, quando vedono una possibilità di sviluppo derivante da una grande idea, e decidono che l’investimento è un gioco che vale la candela (si chiama venture capital anche se da noi è quasi un tabù…). Decidono loro, come decidono se finanziare una società di calcio o meno. E’ davvero così diverso ? E’ davvero così effimero ? a me sembra che se una Elliott (ma potrei fare tanti altri esempi) spende possa garantire le coperture meglio di tante aziende ma giudicate Voi. Elliott potrebbe decidere, se lo volesse, di portare la questione a livello della corte Europea scatenando un vero e proprio Armageddon nel mondo UEFA. Potrebbe …
In ultimo non sottovaluterei l’avvento della “superlega Europea”. Prima o poi si farà (si dice dal 2024). Si dice pure che un certo numero di squadre (quelle blasonate e quelle potenti) avranno una sorta di accesso garantito per alcuni anni (chi dice 4 chi 5) e probabilmente nemmeno alla UEFA conviene che una delle più blasonate in assoluto (seconda solo al Real) partecipi dimessa facendo la stessa figura di un Frosinone o di un Chievo nel nostro campionatino. Ne andrebbe di mezzo la credibilità della competizione stessa e si perderebbero molti potenziali utenti alias tanti soldi in meno per tutti.
Ci sarebbe molto altro da dire e molti altri dettagli da analizzare. Le mie sono solo supposizioni basate su pochi elementi di cui conosciamo solo la superficie ma la sensazione è che Elliott non si lascerà fermare da niente e da nessuno (come ha sempre fatto del resto) per arrivare ai suoi obiettivi e meno ancora si farà condizionare da una qualificazione o meno (magari limando un poco qua e là e facendo qualche sacrificio…) che tra diritti, introiti da stadio e sponsor porterebbe svariate decine di milioni in cassa. E’ un pensiero consolante, spero non rimanga una pia speranza. Forse, per quanto ugualmente importante dal nostro punto di vista di tifosi, la qualificazione alla CL è una sentenza meno “definitiva” per il nostro futuro di quanto non crediamo. Il resto dovranno farlo Leo e Paolo. A volte sono solo … corsi e ricorsi !
PS. avrete notato che non ho nemmeno menzionato la nazionale. Tolto che mi frega pochino ma mi ha talmente infastidito il post partita che ho con fatica represso il vomito. Ho sentito auliche disquisizioni sul nuovo fenomeno mondale del calcio, tale Kean. Tra le mille osservazioni, valutazioni, considerazioni e commenti solo una cosa non ho sentito. L’unica domanda che per quanto mi riguarda avrebbe avuto un senso: “se fosse stato di proprietà del Toro o della Samp, per esempio, avrebbe scatenato tutto questo can can con titoloni e prime pagine ?”. Non ho sentito nessuno osare porgersi tale rovello. ai posteri l’ardua sentenza. corsi e ricorsi ?
Forza Milan
Axel
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