John Maynard Keynes e il centrocampo

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Quando la scorsa estate ero molto ma molto critico verso una dirigenza/proprietà impreparata, arrogante e totalmente disinteressata all’aspetto della competizione sportiva, la mia prima argomentazione era: ma guardate che razza di “centrocampo” hanno messo assieme sti 4 scalmanati!

Facciamo quindi un passo indietro di 12 mesi: a giugno 2023 i nostri eroi vendono Sandro Tonali e con il lauto ricavato affastellano anche in mezzo al campo una serie di acquisti da 15/20/25 milioni senza il barlume di un senso logico. Vengono comprati, dal Chelsea e come te sbagli, Loftus-Cheek (poi sparato dal mago di Parma a fare il trequartista), Musah (con un esborso di 20 milioni circa che se ci penso inizio a tirare fortissime testate al muro), Reijnders il cui massimo successo era una semifinale di Conference League e qualche sgroppata al Gofferstadion di Nijmegen. Il tutto sbattuto lì a cazzo de cane (cit.) su un pool di personaggi in cerca d’autore come Pobega, Bennacer infortunato, Adli desaparecido e Krunic che vabbè è Krunic.

Pioli a quel punto cerca di cambiare rotta rispetto alla stagione precedente varando un tragicomico 4-3-3 con Bravorade, che per la cronaca voleva andare a Istanbul a guadagnare di più, vertice basso imprescindibileinsostituibile. Le cose iniziano ad andare in vacca, compresa una rullata tremenda nel derby di settembre, torna al 4-2-3-1, emargina Krunic (la cui ultima apparizione in rossonero è una fantozziana comparsata da centrale difensivo contro il Borussia Dortmund in Champions) e continuiamo a subire valangate di goal anche dal Pizzighettone, con una disposizione in campo che manco Stevie Wonder e Andrea Bocelli.

Il delirante calcio pioliano (fare un goal più degli altri mannaggia a lui) provoca una reazione atomica, con un centrocampo che accrocchia malamente mezzali, incursori e parvenu, senza nessun tipo di equilibrio tattico. E la cosa è frutto di un mercato ispirato alla supponenza e alle ca**ate del ‘tum’ e della vibora anzichè da conoscenze calcistiche: i singoli centrocampisti sono (chi più chi molto meno) buoni presi singolarmente ma risultano impossibili da mettere assieme, tanto meno da un supercoach a fine corsa come l’uomo che era on fire.

Nel frattempo sempre il suddetto mago della tattica, forse intuendo la malaparata, decide di trasformarsi nella bruttissima copia di Guardiola, e vara il tourbillon fluido per cui Calabria da terzino diventa centrocampista per larghi tratti di partita. Manco fosse Kimmich, Stones, Cancelo o Walker. Ecco i risultati ve li ricordate tutti, e io non sono neanche un ‘hater’ del buon Davidino, fate vobis.

Tornando all’oggi, dopo 12 mesi siamo ancora qui che aspettiamo qualcuno che metta ordine in questo caos. E no, faccio spoiler ai più sognatori tra di voi, questo qualcuno non sarà Zlatan Ibrahimovic. Per ora abbiamo ancora lo stesso centrocampo insensato e all’orizzonte Bocconano e il resto del circo Barnum non sembrano abbiano intenzione di tornare sui propri passi, e pare vogliano acquistare (se ci riescono senza arrivare alla centoventesima scelta o a qualche minorenne di Lorient il 29 agoto) solo una pedina in mezzo al campo. Sembrava che questo famoso PUNTELLO dovesse essere Fofana ma non è sicuro neanche lui visto che trattiamo i giocatori come i turisti napoletani fanno con i tappeti a Piazza Jemaa el-Fnaa. E in ogni caso il francese, sicuramente utile e che prenderei ieri, non avrebbe risolto da solo tutti i nostri problemi nella ZONA NEVRALGICA DEL CAMPO come si diceva una volta a 90esimo minuto (RIP).

Con tutta la (relativa) stima per Paulo Fonseca da Musambic, questo centrocampo è sostanzialmente inallenabile. Certo, sono discretamente sicuro che il lusitano (uellà, colpo di lessico d’antan) non farà peggio dello sciagurato 5-0-5 made in Parma, ma l’assenza di una linea guida calcisticamente competente ha dato in mano anche al nuovo mister/coach un centrocampo semplicemente senza senso logico.

Ora non pretendo che vadano a prendere Rodri (sempre sia lodato per quella rovenza nella notte turca), che è esattamente l’archetipo del calciatore che ci servirebbe, ma è mai possibile che con tutti i loro algoritmi, con tutti i loro osservatori tutte le loro moncadate, che non riescano a scovare da qualche parte un paio Rodri della Lidl o di Wish? Dei giocatori magari non esotici ma funzionali a un progetto tecnico coerente, prendibili certo col solito assegno muffo da 18 milioni di paperdollari, ma che almeno servano effettivamente a qualcosa in campo. Non agli eventi della tequila con Travis Scott, non al flagship store, non in Wyoming durante una partita di baseball ma IN CAMPO.

A proposito di assegni muffi: ma dove sono finiti i soldi delle cessioni, dei ricavi della Champions ecc? E’ mai possibile che con la bacheca di coppe del bilancio strapiena non possiamo permetterci di prendere almeno una prima scelta per reparto e non ridurci sempre a raccattare i saldi che avanzano sugli scaffali, chiedendo sempre e comunque al progetto tecnico (lo so lo so son parole roboanti) di adattarsi agli acquisti e non viceversa? E’ mai possibile che il nostro monte ingaggi, e il salary cap che ci siamo autoimposti come fosse un cilicio, sia sempre lì fermo bloccato immobile immutabile, tarpando le ali a qualsiasi ambizione o velleità di vittoria sportiva?

No perché qui, come dice spesso e giustamente l’amico Enrico Silvestrin su Youtube, tutta questa florida situazione economica non ha nessun e dico nessun riverbero positivo sull’accrescimento della competitività della squadra e di conseguenza sull’umore di noi tifosi.

Ma tanto i giullari e i menestrelli, accucciati sempre sotto il desco imbandito a prescindere che a gozzovigliare ci siano bocconiani o arcoriani con antennisti al seguito, ci diranno di aspettare fine mercato. Poi di aspettare la prima sosta per le nazionali, poi di far lavorare Fonseca, poi di aspettare il plenilunio, il solstizio, il Natale la Pasqua la Pentecoste il 2 giugno e 4 luglio. E nel frattempo… nel frattempo boh, credo così a spanne che continueremo a prenderlo dove non batte il sole. Come diceva il saggio: nel lungo periodo siamo tutti morti. Ma evidentemente questi avvoltoi e la loro compagnia di giro non sanno chi sia John Maynard Keynes, nonostante le lauree e gli MBA.

FORZA VECCHIO CUORE ROSSONERO (anche se è dura ahi quanto è dura)

Raoul Duke

 

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Milanista dalla nascita, primo ricordo Milan-Steaua del 1989 e prima volta nella fu Curva Sud in occasione di un derby di Coppa Italia vinto 5-0. Affezionatissimo al Milan di Ancelotti nonostante tutto e fiero delle proprie scorribande in Italia e in Europa al seguito della squadra fino al 2005, anno in cui tutto è cambiato. DAI NAVIGLI ALLA MARTESANA, DA LORETO A TICINESE, TRADIZIONE ROSSONERA, TRADIZIONE MILANESE!