Di balistica e organigrammi

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Chiunque abbia un minimo di passione per il basket come il sottoscritto sta vivendo giorni terribili dopo la tremenda tragedia capitata a Kobe Bryant, alla piccola Gianna e alle altre persone presenti su quel maledetto elicottero. Non era uno sportivo qualunque, parliamo di una vera e propria leggenda. Vedere Shaquille O’Neal esprimersi a stento sopraffatto dal dolore per la perdita del suo fratellino acquisito, con cui ha condiviso praticamente tutto quello che si può condividere in un rapporto umano, oltre a farmi commuovere come non mi capitava da anni mi ha fatto mettere a fuoco come anche degli apparenti super-uomini, pur godendo di privilegi che neanche oso sognare, devono comunque fare i conti con l’imprevedibilità degli eventi della vita, e non c’è nulla di più tristemente democratico della morte e del dolore che provoca in chi resta.
Questo lo stato d’animo con cui mi piazzo svogliatamente davanti al televisore per Milan-Torino nella speranza di esorcizzare i brutti pensieri, e appena accendo la tristezza si trasforma in insulti irripetibili contro il telecronista Rai che non la smette di parlare durante l’omaggio al milanista Kobe, roba da gettare l’apparecchio dalla finestra per il nervoso.

Nel primo tempo la squadra ha espresso un calcio a tratti anche piacevole, costruendo diverse occasioni ma capitalizzandone solo una, inventata letteralmente da Rebic; non so a quali esorcismi sia stato sottoposto durante la sosta, auguriamoci solo che duri.
Il pareggio del figlio segreto di Andy Brehme conferma la nostra innata capacità di regalare gioie a chiunque, un po’ come successo a inizio campionato con il figlio segreto di Aristoteles in quel di Udine; ma questa volta abbiamo voluto esagerare concendendo al medesimo Brehme Jr. addirittura la doppietta, potenzialmente letale per il prosieguo del nostro cammino in Coppa.
Ancora una volta però, e sta diventando una piacevole e sorprendente abitudine, siamo riusciti a riprendere per i capelli la partita sull’orlo del precipizio grazie all’intelligente tracciante di Mr. Balistica, bravissimo come di consueto a mirare il difensore e provocare la deviazione decisiva per mettere fuori causa il portiere. Come dite? Gol casuale? Non capite che la potenza è nulla senza una deviazione decisiva, stolti che non siete altro. Rischiavamo di fare il terzo addirittura già nei tempi regolamentari, con l’avversario ormai in deficit fisico e mentale, mentre noi in piena trance agonistica abbiamo costruito altre tre palle gol nei minuti di recupero. Il terzo è arrivato quasi subito dopo l’inizio dei supplementari con un’azione più unica che rara: assist di Kessie e bordata mancina ancora di Mr. Balistica, cose ai limiti del paranormale, cose che voi umani……

Muovete le chiappe, branco di invertebrati!

Nonostante un paio di ciabattate non degne della sua fama, Ibra ha dato ancora una volta l’impressione di essere il vero coach della squadra, cazziando e incoraggiando i compagni anche dalla panchina, e riuscendo infine a mettere la sua firma con il gol che ha chiuso i discorsi e ci porta in semifinale contro la metà oscura e diversamente colorata di Torino.
Restano parecchi aspetti a dir poco perfettibili: il centrocampo stenta a svolgere il compito di collante e ci rende sempre piuttosto lunghi e vulnerabili in fase di non possesso, con i terzini che hanno sofferto oltremodo nella ripresa contro gli uomini di piangina Mazzarri, non certo dei top players.
Se non altro ci si diverte un po’ e la pericolosità offensiva è aumentata in maniera esponenziale grazie ad alcuni giocatori particolarmente in palla ed alla presenza di Zlatan il quale, pur con limitata mobilità, mostra ad ogni occasione la differenza tra un campione e un ex buon attaccante tramutatosi in pippa invereconda come il polacco, autore di una prova davvero imbarazzante.
Vista la situazione la sua partenza in direzione Berlino diventa un affare, che questa numero 9 porti realmente sfiga?
Ci saluta, scopriremo tra 18 mesi se per sempre o meno, anche il “fuoriclasse” spagnolo dopo un’asta senza esclusione di colpi, dovremo fare a meno dei suoi 785126 assist a stagione, ma purtroppo anche le grandi storie d’amore finiscono.

Sponsor a garganelle

Con il senno di poi c’è quasi da benedire la disfatta di Bergamo per aver accelerato alcune dismissioni che parevano impossibili; certo, come tutti mi chiedo quale sarà la strategia che i nostri illuminati proprietari e dirigenti perseguiranno a Giugno, mi accontenterei che indovinino qualche altro acquisto e che dismettano qualche altro esubero.
Temo sia irrealistico sperare di più, perchè la volontà di abbattere i costi è evidente e forse anche corretta, bisogna vedere in quale ottica avviene questo repulisti generale. Chi lo sa, in compenso vengono assunti dirigenti al ritmo con cui una cooperativa ruota il personale temporaneo per confezionare i panettoni sotto Natale, ad Aprile infatti arriverà un danese per rinforzare il centrocamp……ah no scusate, lo Sponsorship Department: caro Mr. Rasmussen, benvenuto ne “il club più organigrammato al mondo”.

Tuco

 

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Vedere Gullit e Donadoni fare polpette del Napoli a San Siro mi ha fatto innamorare del Milan, vedere Marco Van Basten segnare il gol più assurdo della storia mi ha fatto capire che il calcio può essere anche arte, vedere Buffon a gambe all'aria un attimo prima di trionfare in finale di Champions sui nemici di sempre ha dato un senso alla mia vita di tifoso rossonero