
Dove eravamo rimasti? Il buon Enzo Tortora iniziò così la prima puntata di Portobello dopo il suo ritorno. Anche io dopo un po’ ritorno a scrivere per il Night, impegni familiari, lavorativi mi hanno tenuto lontano dal blog. E per questo ringrazio i miei compagni di avventura per la pazienza che hanno avuto.
Quindi dove eravamo rimasti? Ci siamo lasciati con Fonseca in panchina e una squadra totalmente allo sbando sia societario che tecnico. Con una contestazione in atto anche se a mio modesto parere era più figlia di altri interessi più di quello che succedeva in campo.
Nel frattempo è arrivato Sergio Conceicao, l’esatto opposto di Fonseca. A grandi linee il tipo di allenatore che invocavamo questa estate. Uno che prima del lavoro in campo doveva mettere ordine in spogliatoio, far capire che cosa voglia dire indossare i colori rossoneri e giocare per il Milan. Riportare chiarezza e disciplina in uno spogliatoio totalmente allo sbando. Uno in grado di riportare la parte tecnica al centro di tutto e non solo quella economica. Che è sempre importante ma noi siamo una società sportiva non una società di Wall street.
Al suo arrivo a Sergio avrei chiesto semplicemente una cosa, al di là dei risultati sportivi di ridare un’anima a questa squadra, un senso di appartenenza che piano piano è scomparso. Questo da uno caliente come Sergio mi aspetto. Ma purtroppo ci sono ancora troppi alti e bassi, che sono normali in una situazione di cambiamento, ma di anima continuo a vederne poca.
Ci eravamo lasciati con Emerson Royal titolare della fascia destra, con Bennacer che provava a ritornare ad essere un giocatore, con Morata che se avesse visto la porta come parlava ora sarebbe il capocannoniere della serie A, con Calabria ancora capitano del Milan.
Con Pavlovic sul mercato, Royal praticamente venduto ma costretto a giocare perché Calabria ne sta combinando di cotte e di crude fuori dal campo e per ironia della sorte s’infortuna, Jovic che nessuno vuole, Morata che è triste. A parte Fofana tutto il mercato estivo, compreso Abraham, è stato rimesso in discussione. Sempre detto e sostenuto che le scelte sportive erano sbagliate perché nessuno aveva i requisiti che ci servivano. Royal praticamente scartato da mezza Europa, Morata non era il centravanti che ci serviva e in epoca algoritmo erano i numeri a sostenere questa tesi, Abraham era più rotto che in campo e Pavlovic che può essere un buon difensore ma che di certo non vale la cifra pagata.
Quindi con un ambiente tossico, inquinato e per nulla positivo con il rischio concreto di non entrare in Champions League la prossima stagione, pericolo che abbiamo anche adesso, si è cercato di fare quello che si doveva fare sei mesi fa. Un mercato funzionale a livello tecnico.
Walker sicuramente è un miglioramento sulla corsia di destra rispetto ai predecessori, vero che ha 34 anni ma per il livello di questa serie A può giocare sicuramente altri due anni.
Gimenez, un ragazzo giovane, pieno di entusiasmo, che deve dimostrare molto, ma sicuramente più centravanti di Morata che non appena ha potuto è scappato in Turchia, quello che doveva combattere per i nostri colori, situazione vissuta con Higuain.
Joao Felix, partiamo dal presupposto che a me questo giocatore è sempre piaciuto per la sua tecnica, e un giocatore con un trattamento di palla così era da molto tempo che a San Siro non lo vedevo. Si è un po’ perso tra Atletico Madrid, Barcellona e Chelsea, forse schiacciato dal prezzo del suo cartellino e quindi dalle grandi aspettative che erano riposte su di lui. Secondo me se a Milanello trova l’ambiente ideale, con il Mister e con il gruppo qualcosa di buono può fare e può essere di aiuto al Milan per questi sei mesi. Magari mettendo anche un po’ di pepe a Leao, perché che si voglia o no il vero ed unico giocatore insostituibile in questo momento al Milan è e rimane Christian Pulisic.
Certo non siamo completi, perché a centrocampo siamo tanto corti sia a livello numerico che qualitativo. Però sulla carta siamo più forti.
Inoltre ci ritroviamo con Maignan capitano, Theo Theo, anche qui ci sarebbero molte cose da dire, perché sicuramente il ragazzo è distratto da cose fuori campo, ha una personalità particolare, ma in questi mesi chi lo ha capito? Protetto? In queste cose Paolo Maldini manca come il pane. Altra scelta coraggiosa del Mister.
Già dove ci eravamo lasciati? Ma alla fine sono cambiate poche cose e con rammarico vedo che non mi sono perso nulla di concreto e soprattutto di bello.
Leao: “Non abbiamo messo la stessa grinta che hanno messo loro”
Reijnders: “Non c’è stata aggressività”
Pavlovic: “Noi non sufficientemente aggressivi”
Cambiano gli allenatori e qualche giocatore ma quello che rimane sempre uguale sono gli approcci alle partite. Inizi di partita sempre più sconcertanti e sconsiderati.
Evidentemente è proprio un limite che questa squadra non riesce a migliorare perché non ne ha le capacità. Punto
Se non si ha il coraggio di provare a cambiare mentalità e risanare un ambiente altamente negativo, totalmente in sfiducia possiamo acquistare qualsiasi giocatore ma il risultato sarà sempre il medesimo.
L’altra sera con il Feyenoord il Milan è stato battuto su tutta la linea, sul piano del ritmo, dell’aggressività, delle verticalizzazioni e della velocità di circolazione della palla. Il Gol olandese nasce da una potenziale occasione per Reijnders, in cui portiamo 6 uomini in area o comunque a ridosso della stessa area, per poi prendere un gol in contropiede direttamente dal rinvio del portiere senza opporre resistenza a centrocampo.
Il numero di attaccanti nono è direttamente proporzionale alle occasioni da gol, ma serve equilibrio, corsa ed organizzazione di gioco.
Può essere cambiata la mia idea sulla società? No assolutamente perché quello che hanno fatto negli ultimi cinque giorni di mercato è stato semplicemente fatto perché l’acqua era arrivata alla gola. Stavano affogando nella loro presunzione, arroganza e sottovalutazione della situazione. E si sono gettati a fare quello che hanno sempre rifiutato, creare un istant team per sei mesi, e spero di sbagliarmi ma non sarà ancora sufficiente.
Per giugno quando ricomincerà questo circo impazzito del calcio mercato il vero grande acquisto del Milan sarà avere finalmente un vero direttore sportivo, quanto mi piacerebbe pensare che qualcuno nell’ombra abbia già lavorato, e una dirigenza seria e competente, perché va bene tenere i conti in ordine ma il vero focus deve essere sempre il campo, perché noi siamo milanisti e non americani.
E dopo aver affrontato il Feyenoord e aver provato cosa volesse dire perdere in Olanda come il Milan di Rocco, a fine ciclo, più di cinquanta anni fa, domani sera affrontiamo il Verona ed amante della storia non posso ricordare gli scontri anni ottanta, la vittoria per il 4-2 del 1983 con le reti di Gerets e Blissett, il pareggio casalingo l’annata successiva con Garella che negò il gol a Hateley, praticamente una sfida nella sfida, oppure il coast to coast di George Weah nel settembre 1996, un gol strepitoso con il rumore di San Siro sempre più grande che lo accompagnava in quella lunga cavalcata di tredici secondi.
Dove eravamo rimasti?? Al saper sognare con poco, cosa che ora ci risulta difficile.
Come Sempre
W Milan
Harlock
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