C’è stato. Piaccia o non piaccia, contro il Cagliari è stato “Ibra day”. Un Ibra diverso da quello che ricordavamo e non poteva essere diversamente visto che non è più un ragazzino. Un giocatore che non può più correre come faceva un tempo ma che, di contro, ne è cosciente e consapevole e, da persona intelligente, non pretende di farlo per poi trascinarsi sfinito per il campo dopo mezz’ora. Gioca utilizzando le qualità che ha ancora a dispetto degli anni. La superiorità fisica nel contatto con difensori avversari, ad esempio, che gli permettono di spizzare e girare fior di palloni per i compagni permettendo di utilizzare anche il lancio lungo e non obbligando la squadra a partire sempre a costruire dai difensori. La capacità di toccare il pallone che è rimasta deliziosa e può farlo anche da quasi fermo facendo girare i compagni. L’intelligenza tattica che gli suggerisce quando arretrare di 15 metri per aiutare a far girare il gioco nel cerchio di centrocampo (ma questa è sempre stata una sua caratteristica). Ma soprattutto, e non lo avrei creduto, fa ancora paura e costringe le difese al raddoppio costante liberando spazi per i compagni e sfiancando, loro si, gli avversari. La pericolosità. Il gol che ha fatto è classe pura e quella non ha età. Chiunque altro avrebbe cercato di liberarsi per poi tirare o servire un compagno a traino. Lui la gira in porta lasciando a bocca aperta il marcatore mettendola esattamente dove aveva pensato di metterla tanto che non appena parte il tiro alza le braccia. Ha il piede talmente sensibile che dopo aver toccato il pallone sapeva dove sarebbe andato senza nemmeno guardarlo. In rete. Ne avrebbe fatto anche un altro, spettacolare, di testa in tuffo, anche se è stato giustamente annullato per fuorigioco. Certo non sempre giocherà contro Pisacane e Klavan e non sarà spesso così facile. Un giocatore che è coscio dei suoi limiti e si gestisce di conseguenza è intelligente. Non fosse Ibra direi che è persino … umile? (aiuto l’ho detta). Diciamo umile a modo suo? In ogni caso, me l’avessero predetto, non l’avrei creduto. Chapeau, e lo dice uno che non lo voleva anche se per altre ragioni e non perché non credessi che in questo Milan può ancora fare una certa differenza.
Tutta la squadra si è mossa meglio. Più concreta, più efficace anche se, paradossalmente, abbiamo creato meno occasioni da gol che in molte altre partite. D’altra parte se crei le occasioni ma non le metti dentro serve a poco… Mi chiedo anche quanto, oltre all’effetto Ibra, che ha anche il merito di far giocare i compagni a cuor leggero (tanto c’è Zlatan e ha funzionato pure con Leao e Castillejo), abbiano inciso il cambio del modulo e di alcuni attori. Non ho risposte ma di sicuro abbiamo giocato una partita convincente. Forse più di chi ha giocato conta chi non ha giocato. Se è davvero cambiato qualcosa o è stato solo un fuoco di paglia lo scopriremo nel proseguo ma anche ammesso che sia così, rimane un però.
Immaginiamo pure per un attimo che l’arrivo di Ibra sia davvero la soluzione a molti dei nostri mali. Che spinti dalla sua presenza in campo e dal suo carisma faremo un buon girone di ritorno senza troppi patemi migliorando la vergognosa classifica attuale, che si arrivi ad avere un rendimento decente e costante, che eviteremo altre figuracce colossali come quella di Bergamo chiudendo il campionato in modo dignitoso (per favore non parliamo di piazzamenti e coppe…). Come è possibile essersi ridotti a dipendere dal ritorno di un quasi 39enne per quanto forte come Zlatan? Ecco, è questo che non riesco a mandare giù. Perché, per quanto professionista, per quanto serio, per quanto intelligente, anche Ibra non potrà garantire per molto il rendimento. E cosa succederà quando non ce la farà più o deciderà lui che è ora di smettere? Si può pensare di recuperare un altro Ibra tra un anno e poi un altro ed un altro ancora andando avanti così a tamponare le falle? e poi, fin dove si può arrivare con questa strategia?
Nel frattempo Boban e Maldini sono partiti con il black Friday. Da una parte capisco il desiderio di fare piazza pulita di tutti i giocatori che di fatto non sono nel progetto (sempre ammesso che ci sia un progetto), che si taglino i vari Borini (a cui devo almeno riconoscere l’impegno), Reina e Suso, se qualcuno avrà la disgrazia di cercarlo, ma qua sembra che sia sul mercato praticamente chiunque si possa monetizzare o far risparmiare. Però è tutto apparentemente incomprensibile. Se dai via Reina, avendo già Donnasenior e dovendo giocare solo metà campionato e la coppa Italia ha senso prendere un altro secondo? Capisco pure voler dare via Caldara. A malincuore ma lo capisco se, come credo, il calciatore non è recuperabile a buoni livelli in tempi brevi. Capisco meno il darlo in via in prestito, molto meno darlo in prestito per 18 mesi e per di più lasciando agli orobici il diritto di riscatto che, come la va la va, ci perdi sempre. Non capisco per niente se in più gli devi pagare anche una parte dell’ingaggio (come pare). Ma dove starebbe il guadagno? Un giorno Kessie è sul mercato, quello dopo diventa imprescindibile, poi lo si vuole scambiare poi sembra che rimarrà. Calha si, poi no, RR si e poi no, quell’altro forse bah, non si sa. Insomma, apparentemente stanno dando l’impressione di non sapere quello che stanno facendo ma che si possa accettare quasi tutto pur di risparmiare o portare soldi in casa. Non voglio sputare sentenze prima della fine del mercato ma davvero non riesco a capire dove vogliano andare a parare. Tanto fino a che c’è l’effetto Ibra va tutto bene. Ma che pretendiamo…
FORZA MILAN
Axel
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