Elliott & RedBird siete al bivio

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Ribelliamoci! Cacciamo questi maledetti!

Mancano ormai due giornate alla chiusura di una stagione difficile da ricordare ma altrettanto difficile da dimenticare. Ricordo il Mio personale ottimismo pre campionato e, se guardo ora il mio umore, sembra siano passati 10 anni. Lunghi, logoranti. La situazione attuale è probabilmente la più complicata ed indecifrabile degli ultimi 5 anni, anche se figlia delle (non) scelte delle ultime due stagioni. Sembra assurdo ma siamo veramente ad un bivio, a mio modo di vedere. L’esperienza ci insegna che, visto il disastro di quest’anno, non possiamo fare affidamento alle capacità manageriali della società.

Questa gente ha fallito ogni obiettivo prefissato. Hanno sbagliato le scelte e hanno portato avanti una stagione trascinando il tifo verso una mediocrità allarmante. Il nostro PepdiParma ha molte, moltissime responsabilità ma, è ormai chiaro che il silenzio che accompagna ogni sua dichiarazione, ogni sua scelta, è ampiamente, pienamente, incondizionatamente avvallata e appoggiata dalla società. Il famoso team di lavoro ha fallito, su tutti i fronti. Ma come in tutti i team di lavoro, quando si vince è merito di tutti, ma quando si perde non è colpa di nessuno. Se, però, dovesse esserci della coerenza, seguendo l’esempio della scorsa estate non potrà pagare solo il coach, a meno che, non sia l’ennesima prova della furbizia gestionale di questa gente. L’estate scorsa la testa di Maldini è stata portata su un piatto, di fatto, azzerando la dirigenza sportiva. Oggi Pioli viene mandato ai microfoni a prendersi le sue responsabilità ma dovrebbe essere coadiuvato da chi lo ha riconfermato lì, da chi, con un golpe ha voluto mettere la bandierina nell’area sportiva, pur non avendone le capacità nè le conoscenze. Ma, miei cari, certi ruoli dirigenziali portano oneri e onori, quindi oggi qualcuno dovrà pagare per le sue scelte. Ma evidentemente non sarà così.

Un bijou di proprietario

Dicevamo del famoso bivio, ebbene le scelte della prossima estate saranno determinanti per il nostro futuro sportivo. Assodato che vinceremo di nuovo lo scudetto delle “zero commissioni”, “bilancio in attivo” e “non partecipazione ad aste”, sbagliare, di nuovo, la guida tecnica e i protagonisti sul campo, porteranno, in modo inevitabile, la squadra ad appiattirsi verso quello che è un pensiero abbastanza diffuso a Milanello, ovvero “se non hanno voglia ai piani alti di vincere, a noi che ci frega?”. Eh sì perché una delle cose che manca a questi ragazzi è la pressione e la capacità di gestirla. Fino a quest’anno siamo stati sempre gli underdog, qualsiasi risultato arrivasse, andava bene a tutti. Tifosi compresi. Stadio sempre pieno, dj e canzoncine per tutti, Curva sempre a supporto della squadra, insomma si è giocato in un vero e proprio clima da Mulino Bianco. Tanto è vero che ora arrivano i problemi. Quando la pressione aumenta e non puoi più sbagliare. Europa League e Derby di ritorno ne sono l’esempio. Tra una società impreparata, un allenatore confuso, una squadra senza pressione la frittata è venuta perfetta. La condizione di “in or out” ha fatto implodere tutto. Per questo che a quel famoso bivio non si possono sbglare le scelte, perché una cosa che questi signori dell’alta finanza non comprendono è che non si sono algoritmi per insegnare la tattica, insegnare il sacrificio e consegnare tonnellate di personalità. Queste cose vanno pagate e comprate, sul mercato. Con dirigenti presenti e forti, in ogni senso e in ogni sede. Con un allenatore duro e con idee tattiche importanti che agevolino i giocatori e non li mettano a rischio di figuracce. Con giocatori, parametri zero, che vanno pagati ma che portano esperienza e credibilità nello spogliatoio. Lo ribadisco per l’ennesima volta, nessuno chiede Haaland, nessuno! Basta con sta cazzata dei 150 milioni investiti sul mercato e le varie favolette della fanfara. Almeno il pudore di stare zitti, perché se a fronte di questi famosi 150 milioni investiti sul mercato, siamo a distanze siderali dalle vincitrici del campionato, ci sarà o non ci sarà un problema di scelte?

La misura è colma, almeno per me, non voglio vincere tutto ogni stagione, chiedo solo di darmi la possibilità di emozionarmi almeno fino ad aprile. Chiedo troppo? Si facciano i dovuti calcoli perché nonostante ci siano i tifosi della gita domenicali che poi cantano sul 4-1 contro il Cagliari, lo stadio andrà via via svuotandosi, perché in Italia funziona così. Risultati=entusiasmo=stadio pieno. Vivacchiare=stadio freddo e sempre più vuoto. Io non tifo e mai tiferò contro, ma arrivare al livello di interesse minimo come durante il Giannino ci vuole poco. La storia va studiata, anche dagli algoritmi.

FORZA MILAN

Johnson

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"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.