Eppur si muove

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In quest’epoca buia che dura ormai da quasi un decennio, l’unico riparo dalla tempesta rimasto sono i vecchi video di quando dominavamo il mondo e prendevamo a calci nel di dietro i nemici di sempre: come non ricorrere a questa cura palliativa in settimane simili. Così mi ritrovo in pausa pranzo a godermi Buffon con il culo per terra mentre Sheva corre ad abbracciare Dida, o magari Cordoba e Materazzi che scoppiano a piangere sotto la nord consapevoli di aver perso un treno che non ripasserà più.
Piccole cose che mi fanno stare meglio, che mi risvegliano dall’incubo di un derby perso nel modo che più ti può fare incazzare, dopo 45 minuti dominati come non si vedeva da anni. Il fatto è che stavolta, cazzo, ci ho creduto davvero, ma come spesso capita ci siamo sciolti come neve al sole nel giro di qualche minuto.
Della sfida con i diversamente colorati, invece, resta la solita sensazione che hai quando scendi dal tram e ti accorgi di non avere il portafogli, e puoi solo osservare lo scippatore al finestrino che ti deride di gusto. Come inquadrare diversamente i surreali commenti che mi è toccato leggere e ascoltare nel post-partita, con gli avvocati del suddetto scippatore che si inventano di tutto e il suo esatto contrario, anche nella stessa frase, pur di difendere il loro cliente?
“Il rigore di Calabria è nettissimo, il regolamento parla chiaro”.
“Il rigore di Calabria non c’era, ma ce n’era uno netto su Ramsey e uno nettissimo su Cuadrado”.
“Il rigore di Calabria si può dare o non dare, ma alla fine gli episodi si compensano (e ti pareva)”.
Sono gli stessi figuri che, quando in Europa si vedono assegnare un rigore solare oltre il novantesimo che li sbatte fuori dalla coppa, vanno a piangere dalla mammina straparlando di fruttini, budini e immondizie al posto del cuore, o gridano al complotto in tribuna stampa rendendosi più ridicoli del solito.
Normale incazzarsi, ma sappiamo che quando c’è di mezzo la juve non è mai furto, è ricettazione, come disse quell’interista là di cui non ricordo il nome…..

La squadra si è comportata degnamente, si sono viste delle buone cose che purtroppo, per ragioni calcistiche nel derby e (il)legali nel match con la banda Cavallero, non sono bastate per portare a casa uno straccio di risultato che probabilmente meritavamo.
Nel primo tempo del derby e Giovedì si è vista una squadra aggressiva e ben messa in campo, senza timori reverenziali che ha provato a vincere con avversari più attrezzati e quotati. Si è visto un ottimo Bennacer, pur con i suoi limiti sempre più convincente. Si è visto un Rebic in stato di grazia, in grado di fornire quella dose di fantasia e cattiveria che ci serve come il pane. E si è visto, tanto per cambiare, un Ibra monumentale che per il momento riesce a gestire le forze fisiche e a fare quasi sempre la cosa giusta, addomesticando palloni proibitivi per qualunque giocatore normale.
Purtroppo, a meno di sperare in un autentico miracolo a Torino il 4 marzo, anche l’obiettivo della coppa italia è svanito; mancheranno alcune delle armi più efficaci di cui disponiamo e i gobbi hanno sempre degli angeli, diciamo così, che vegliano su di loro, ma presto o tardi il karma farà il suo lavoro e chissà che non lo faccia mentre passiamo di lì noi.

Lo so ragazzi, non è molto, ma bisogna pur sperare in qualcosa, e quando vi sentite tristi fatevi un giro sul tubo digitando parole dolci come “Milan Juve Manchester”, “alzala Paolo alzala”, “derby champions 2003”, “buffon fruttini”: fidatevi, un po’ aiuta.
E se non basta questo, pensate alla flotta dirigenziale che i nostri top manager stanno allestendo per affrontare le sfide dei prossimi mesi, tipo comprare un centrocampista o un attaccante magari, e pensate all’imponenza del nostro organigramma.
E al prossimo bandito che, con una pacca sulla spalla e quel ghigno falso come le lacrime di Moggi vi dirà “dai, da regolamento il rigore è netto, comunque meritavate voi, un po’ mi dispiace” rispondete “non mi arrabbio mai per le vostre rapine, le metto sempre a budget come il bollo auto o le spese condominiali, e poi dopo Manchester del calcio non me ne frega sostanzialmente più un cazzo, ho raggiunto la pace dei sensi”: il bandito accuserà una piccola fitta al fegato cercando di nasconderla, ma voi ve ne accorgerete e lui saprà che ve ne siete accorti, e la vostra giornata migliorerà sensibilmente.

Tuco

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Vedere Gullit e Donadoni fare polpette del Napoli a San Siro mi ha fatto innamorare del Milan, vedere Marco Van Basten segnare il gol più assurdo della storia mi ha fatto capire che il calcio può essere anche arte, vedere Buffon a gambe all'aria un attimo prima di trionfare in finale di Champions sui nemici di sempre ha dato un senso alla mia vita di tifoso rossonero