Facciamocene una ragione. Macrodomande sbagliate e un’occasione d’oro

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Altri tre punti e un secondo posto sempre più blindato. Se si guarda addirittura alla zona Champions – ipotizzando di mandare ancora le usuali quattro squadre alla prossima Coppa dalle Grandi Orecchie – il Milan vanta ben 13 lunghezze di vantaggio sulla quinta piazza al momento occupata dalla rediviva Roma 2.0 di Daniele De Rossi. Contro il Lecce, oltre alla vittoria, è arrivata una bella prestazione che, quantomeno, ha confermato il buon periodo dei rossoneri, specialmente in questo inizio di 2024 dove, in campionato, è arrivata una sola sconfitta contro il Monza. I salentini hanno giocato con coraggio ma, in questo momento, la banda di Pioli ha una brillantezza particolare acuita dai suoi solisti dalla ‘voce calda’. Da Pulisic (13 gol e 7 assist stagionali tra tutte le competizioni, record personale) a Rafa Leao, passando per il sempre più positivo Samuel Chukwueze. Il nigeriano, nello specifico, si sta ritagliando un finale di stagione in crescita che fa sperare per il futuro dopo l’inizio in rossonero alquanto balbettante.

Dopo mesi difficili, insomma, si rivede qualche sorriso nel mondo Milan. Peccato per quella nota stonata, stonatissima, che tra poche settimane si concretizzerà nello scudetto dell’Inter. Facciamocene una ragione, accadrà. Punto. Cerchiamo di concentrarci su di noi, tra presente e futuro. Il presente vede un’unica (ultima) strada percorribile per portare una soddisfazione importante e, neanche a dirlo, quella strada porta all’Europa League. Giovedì sera, tra le mura di San Siro, andrà in scena il primo atto della sfida contro la Roma valevole per i quarti di finale. Il tecnico Stefano Pioli non ha badato a logiche di turnover o quant’altro e, nella sfida contro gli uomini di Gotti, ha messo in campo la miglior formazione possibile. L’impegno contro i giallorossi, volenti o nolenti, scandirà in modo importante il giudizio del popolo milanista sull’affidabilità o no del mister (anche se molti, in un senso o nell’altro, hanno già emesso il verdetto) in vista della prossima stagione e, al di là del destino di Pioli, può regalare una soddisfazione importante anche per quella che è la tradizione europea del Milan. In caso di eliminazione, neanche a dirlo, le ultime settimane della stagione 2023/24, assumeranno solo i contorni di un countdown freddo e lugubre verso il trionfo dei cugini con il dibattito che, inevitabilmente, volgerà lo sguardo direttamente alla prossima annata.

La quinta vittoria consecutiva in campionato – la settima di fila considerando anche l’Europa League – ha acceso ancor più, qualora fosse possibile, la faida in seno alla tifoseria. Arriveremo ad un punto che, anche alla cassa del supermercato, ci chiederanno: “Pioli in o Pioli out?”. E se, i numeri favorevoli al tecnico avevano già risvegliato il non sopito affetto di molti tifosi, le ultime prestazioni hanno creato vere e proprie frange che, addirittura, vanno oltre il tifo rossonero ma arrivano, neanche a dirlo, a coinvolgere l’opinione giornalistica distante dal Milan. Su questo tran tran ha influito anche l’avvicendarsi delle voci sul domino degli allenatori pronto a scatenarsi in estate. Thiago Motta pare si stia accasando alla Juventus, pronto a prendere il posto del preistorico Allegri. De Laurentiis vorrebbe sferrare un nuovo assalto ad Antonio Conte, sovvertendo i pronostici che danno per favorito sulla panchina azzurra Vincenzo Italiano. A quelli esteri pare che non ci si possa neppure avvicinare. Dunque, se tanto mi da tanto, sta a vedere che Pioli fa un altro ribaltone e anche stavolta si tiene stretta la panchina. Come quando sembrava che Rangnick lo avrebbe fatto fuori. Come quando ha visto saltare Maldini e Massara diventando ‘coach’ a tutto campo USA style. Vedremo.

Il ciclo di Pioli è concluso o Pioli merita un’altra chance? Solo il tempo darà una risposta definitiva anche se, non ci vorrà molto tempo prima che questa risposta arrivi ben prima da Cardinale, Furlani e Ibrahimovic. Posto che Furlani ci sia ancora viste le voci. Dopotutto, il tecnico di Parma, ha già salutato quattro dirigenti (Boban, Gazidis, Maldini e Massara). Uno in più non fa differenza. Intanto, quello che ritengo doveroso, è mettere l’accento sulla macrodomanda che sta alla base del pensiero, favorevole o meno, sull’eventuale permanenza di Pioli. Molti si concentrano su quello che ha fatto, mentre dovrebbero concentrarsi più su quello che può ancora fare. Nessuno può dire che Pioli andrebbe a lasciare un Milan peggiore di quello che prese nel 2019, è assurdo anche solo pensarlo. Quindi non credo che pesare risultati positivi e negativi sia il modo giusto per farsi un’idea. Piuttosto quello che mi porta a farmi più di una domandaè: Pioli può ancora migliorare il Milan e migliorarsi come allenatore? Può fare più di quello che ha fatto finora? E’ tutto qui. Intanto, quello che è certo, è che lui e il Milan hanno una grande occasione in Europa League. (Dove comunque ci sono ancora in giro Liverpool e Bayer Leverkusen qualora eliminassimo la Roma). Un’occasione per dimostrare che, nel nostro piccolo, abbiamo comunque fatto un passo in avanti. Un’occasione per Pioli per far vedere che sa ancora stupire, seppur con un trofeo che non era tra i primi obiettivi ma che, se lo vincesse, sarebbe il 19° internazionale di una lunga tradizione continentale del club. Vediamo e speriamo. Forza Milan

Joker

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Un bisbiglio, un nuovo gioco. Una poesia da imparare, due colori che inebriano la mente ancor prima della vista. Uno spettro di emozioni da cui imparare a essere uomo. Questo è stato il Milan nella mia vita: il silenzio più profondo della passione, l'urlo più solenne e selvaggio dell'anima.