Felicità !!!!!

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Felicità !!!!!

Quella di quattro pirla, più signora elegantemente vestita rigorosamente in rossonero, davanti ad un TV quando Doveri fischia la fine dell’agonia di Sassuolo urlando come pazzi (ma per fortuna i coinquilini del condominio sono ormai abituati) abbracciandosi manco avessero fatto un sei al superenalotto. Gli stessi quattro (La Signora riesce a darsi un contegno anche se con un certo sforzo…) che sul tre a zero a 15 minuti dalla fine recitavano preghiere e scongiuri contando minuti e secondi, strizzandosi i cosiddetti come non ci fosse un domani. Quelli che “la formazione porta fortuna e non si cambia”.

E’ la felicità che mi hanno trasmesso le cento, mille, idealmente milioni, di mani a cui ho dato il cinque sulla strada per il centro di Milano. Mani sconosciute eppure complici, mani di fratelli, tutti lì, insieme, per festeggiare, per abbracciarsi e sentirsi vicini. La felicità di persone che hanno i loro problemi, i loro guai, i loro pensieri ma che in quel momento hanno relegato tutto in un angolo della mente per godersi ed assaporare fino in fondo quella gioia, quei momenti magici intrisi di follia.

E’ la felicità di un bambino che fermo in coda (il centro era completamente bloccato) guarda spalancando gli occhi, la Ferrari cabrio fiammante ferma al fianco. “Ohhh… ohhh… ohhh…”. Ed il giovane privilegiato proprietario, mentre urla come un pazzo con la sciarpa rossonera legata sulla fronte se ne accorge. Chiama il piccolo, fa un cenno alla mamma e li invita. La mamma ride scende ed accompagna il piccolo sul bolide. Un minuto seduta sul sedile del passeggero con il bimbo seduto sulle gambe, con il giovane che gli fa toccare il volante. Poi si salutano con un “forza Milan” e mamma e bimbo tornano sulla panda mentre la coda lentamente si riavvia. Per il bambino un momento che non dimenticherà mai. Una felicità doppia. Il suo Milan ha vinto ed ha pure “guidato” una Ferrari. Goditela tutta piccolo, la felicità è anche tua.

E’ la felicità di quei ragazzi scesi sul campo a Sassuolo e nelle altre 37. Anche quelli che hanno giocato poco ma che sono stati altrettanto importanti. Quei ragazzi che erano in panchina a fare il tifo mentre i compagni correvano sui campi con un pallone tra i piedi. Si, la felicità è anche loro, se la sono guadagnata perché quando sono serviti ci sono stati e non hanno mai fatto mancare il loro contributo. Perché davano agli altri la certezza che qualsiasi cosa fosse successa, un infortunio, un acciacco, una banale influenza, sarebbero stati sostituiti da compagni, magari un pochino meno forti, ma che avrebbero messo lo stesso impegno ed abnegazione. Quando è servito l’hanno fatto, tutti, senza distinzione e questa felicità deve essere loro tanto quanto.

E’ la felicità di Ibra che quando è tornato aveva fatto una promessa. Il tizio è tosto, forse non facilissimo da trattare, uno che ribalta i tavoli, ma è un vero leader ed i veri leader non parlano a caso e le promesse le mantengono. Perché anche se è stato uno zingaro, non ci sono luoghi nell’universo che abbia amato più di Milanello e San siro. Che quando “obtorto collo” dovette andare via la prima volta lo fece con il pensiero fisso. Sarebbe ritornato per vincere e così ha fatto. Avrebbe voluto giocare di più, ma l’età ha un peso anche per lui. Ha compensato regalando la mentalità, insegnando ai giovani (e meno giovani) compagni cosa significa vincere e i sacrifici e l’impegno che sono necessari per. Non ha rivolto la parola al suo mister per una settimana perchè non gli aveva regalato la passerella durante l’ultima a San Siro, ma ha capito che il bene della squadra veniva prima, perché voleva vincere e le regole per vincere sa che devono valere anche per lui, ha saputo perdonare e niente può scalfire la sua felicità.

E’ la felicità di un signore di Parma seduto su una panchina tanto prestigiosa da essere molto scomoda quando le cose non vanno nel verso giusto. Un signore che ha sempre creduto in quello che faceva, che è andato oltre chiacchere e critiche tirando avanti per la sua strada, che vedeva quello che molti altri, e spesso anche noi per la verità, non vedevano. Che ha saputo gestire una banda di ragazzotti, di tirare fuori il loro meglio, che non li ha mai mollati, che li ha sempre difesi davanti a tutto e tutti ed ha saputo farli crescere, tutti, indistintamente. E loro lo hanno ripagato nell’unico modo possibile perché hanno riconosciuto il valore dell’uomo prima ancora che del mister. Goditi la felicità Stefanone !

E’ la felicità di Franck kessiè. Si anche se andrà via rimane anche sua la vittoria perché quando è servito ha speso tutto quello che aveva. Poteva tirare a campare fino a fine stagione ma ha capito anche lui. Ha capito che se vinci al Milan non è come vincere da altre parti, che se hai la fortuna di mettere piede a Milanello il Milan ti rimane dentro tutta la vita che tu lo voglia o meno ed allora, pur mettendo a rischio gambe e muscoli preziosi, ha giocato, sradicato palloni agli avversari, corso come un maratoneta e fatto gol pesanti. Forse adesso è anche pentito della scelta che ha fatto ma… “c’est la vie”. Non ho mai perdonato chi se ne è andato solo per soldi visto che i calciatori del Milan non hanno certo il problema del pane e mortadella, ma a tè, caro Franck, faccio i miei migliori auguri. Tornerai anche tu un giorno? sappi che sarai accolto con i nostri applausi e la felicità che si prova nel ritrovare un vecchio amico perduto!

E’ la felicità di Paolo Maldini. Non gli ho risparmiato le critiche quando negli ultimi anni di carriera sul campo non accettava di non essere più lo stesso grandissimo fuoriclasse che era stato per una vita. Ma l’ho stimato molto quando non accettò una proposta probabilmente lucrosa ma che avrebbe fatto di lui un complice della mala gestione di quegli anni bui. Immagino, credo fortemente, che questa volta abbia accettato solo perché ha messo le cose in chiaro. “OK va bene, accetto ma… il budget lo stabilite Voi ma non mettete becco su come lo spendo”. E ha saputo spenderlo bene, anche quando ha puntato i piedi per tenere Pioli. Aveva ancora una volta ragione lui che il Milan evidentemente ce l’ha dentro.

E’ la felicità di Massara di Moncada e di tutti i loro collaboratori. Persone che non stanno sotto i riflettori, non ci tengono, non ne hanno bisogno. Gente che lavora sodo per il bene della società. Persone che hanno saputo fare scelte difficili e rischiose. Perché a comprare i Milinkovic ed i Lukaku sono capaci tutti. Scommettere al Milan su giovani sconosciuti, vedere in loro i futuri campioni e giocarsi faccia e carriera è cosa da uomini coraggiosi ed il coraggio va rispettato.

E’ la felicità di chi a Milanello si fa un culo come un cestone perché i campi siano sempre perfetti, perché ai ragazzi non manchi mai niente, perché gli spogliatoi ed i servizi siano sempre lindi e splendenti. Così che possano allenarsi e stare insieme nel massimo confort e non debbano pensare ad altro che non sia il loro lavoro. Perché quello è il contributo che danno ogni giorno senza che ce ne ricordiamo. Che la felicità sia anche loro.

E’ la felicità. Quella guadagnata dalla puntuta e sottile satira di Gianclint, dall’intelligenza calcistica di Seal e Johnson, dal cuore indelebilmente rossonero della nostra Prof., le presentazioni immancabili di Fabio, la vista penetrante di larry che vede dove molti di noi non vedono, le pagelle di Max e Raoul che escono puntuali anche se giochiamo una amichevole in Giappone a ferragosto alle tre di notte, alla visione a 360° di Matt Le Tiss, alla sottile ironia del Gauro, al milanismo assoluto di Harlock. Quella di cesare, Lupin, Deadoc, Peshku e Carmine che lavorano nell’ombra e qualsiasi problema succeda ci permettono di essere sempre qui con Voi.

E’ la felicità di tutti quelli che non ho potuto nominare, di un popolo intero, compresi tutti Voi nighters, che state qui a leggere le nostre fregnacce ed a farci compagnia anche nei momenti di merda. Non importa se sei un calciatore, un dirigente, un semplice dipendente o sei un tifoso ricco e privilegiato, un bambino innamorato dei nostri colori, una persona normale o un giovane studente. Non importa se sei bello o brutto, se sei un ultras nerboruto o una elegante donzella, un manager in carriera, un pensionato o un magazziniere. E’ la felicità di tutti, è la felicità di un popolo intero che, qualsiasi cosa succedesse, nei momenti belli come in quelli bui, ha sempre gridato con coraggio ed orgoglio…

FORZA MILAN !

Popolo rossonero, fratelli e sorelle, gustatevi la felicità! Vi abbraccio tutti

Axel

PS: avrei voluto riportarla interamente ma sono andato già troppo lungo. Vi posto almeno il finale di uno scritto del nostro Rubraynegro che mi ha toccato dentro.

…Pure la montagna di porcate subite di recente.
Contro tutto e contro tutti. Campioni.
Capì che se la sarebbe goduta piano piano ,
un po’ alla volta, assaporata, centellinata, non la gioia pazza di una volta, forse, ma si, sarebbe stato ancora bello.

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