Pensavamo di aver sofferto la scorsa settimana contro i norvegesi del Bodo, ma quello che è successo Giovedì supera ampiamente qualsiasi immaginazione. Una di quelle partite che è anche complicato e forse inutile analizzare da un punto di vista logico, perché in quello che abbiamo visto di logico o analizzabile c’è poco o nulla.
Una partita che fino al minuto 71’ era stata semplicemente un po’ noiosa e che un Milan bruttino pareva comunque in grado di controllare e condurre in porto senza particolari patemi, si è improvvisamente trasformata in un vero e proprio thrilling movie degno del Quentin Tarantino dei giorni migliori. Grazie al gol del pareggio di tal Francisco Geraldes, i nostri avversari del Rio Ave (o Rio Mare come li chiama Larry) non solo hanno iniziato a credere fortemente alla qualificazione, ma ci hanno fatto letteralmente ballare fino al disperato forcing agli sgoccioli dei supplementari, quando il loro difensore ha pensato bene di commettere un inopinato e scellerato fallo di mano regalandoci il rigore che ci ha portato alla lotteria finale.
Ma il bello doveva ancora venire: non mi ricordo di aver assistito ad una sequenza di calci di rigore tanto folle, dove è successo tutto e il suo contrario. 12 tentativi per parte, con i ragazzi sull’orlo del baratro una prima volta dopo l’errore di Colombo salvati da un incredibile doppio palo di Monte, una seconda dopo l’errore di Zizzo subito imitato dal collega-avversario che la spara in curva di giustezza, e una terza dopo quello che sembrava l’errore fatale, quello di Bennacer, grazie a un altro palo clamoroso di Geraldes. Nel frattempo i giocatori congelavano allegramente a centrocampo sotto quella che sembrava essere una tempesta di vento e pioggia in grado di spazzare via le panchine. Devo dire che ho empatizzato parecchio con i nostri ma anche con gli avversari, non vedevano l’ora che finisse ma nessuno ci stava a perdere, ovviamente, il che ha reso tutto più epico. Alla bella parata finale di Donnarumma (dopo una serie di rigori a gambe all’aria) ho rincorso il mio povere cane che mi guardava allucinato per abbracciarlo, neanche fosse stata la maratona di Belgrado o la finale di Manchester. Questa volta il dio del calcio Eupalla ci ha preso per mano e trascinato di forza ai gironi di Europa League, piccolo ma affatto scontato mini-traguardo raggiunto della stagione.
La prestazione è stata decisamente sottotono e le ragioni sono tante: alcuni uomini chiave, come Kessie e Çalhanoğlu, sono apparsi un po’ stanchi pur avendo fatto il loro, e davanti siamo stati molto poco pericolosi; le alternative non abbondavano, ma continua a sfuggirmi la scelta di schierare Daniel centravanti a scapito di Colombo, immagino ci fossero motivi fisici. Castillejo ha giocato una partita imbarazzante sbagliando tutto e anche di più, è lontanissimo parente del giocatore che abbiamo visto a tratti lo scorso anno, spero sia un problema di forma fisica e che si ripigli un po’ perché in queste condizioni è da tribuna. Con Diaz al suo posto ci sono stati una ventina di minuti un po’ più brillanti, anche se nulla di eccezionale. Nota di demerito a parte merita Leao, autore di una prova sconcertante degna del peggior Balotelli, fortuna che ha segnato il rigore perché mi sembrava proprio fuori fase. Le attenuanti non mancano comunque, le assenze cominciano a pesare e poi ci sono sempre gli avversari: questi portoghesi non sono sembrati esattamente un branco di pippe ed hanno messo in campo tutto quello che avevano, credo che in Serie A navigherebbero tranquillamente a metà classifica, non sembrano molto più scarsi di un Cagliari o di una Sampdoria, e in occasioni come questa credo sia giusto non andare tanto per il sottile e prendere quello che arriva. Contava qualificarsi e ci siamo qualificati.
Il girone non è facilissimo ma possiamo tranquillamente giocarcela, tenendo a mente che in Europa le partite tendono ad essere sempre un po’ più complicate di quanto possano sembrare. Teniamo duro e cerchiamo di proseguire anche la marcia in campionato in attesa del rientro di Rebic, Romagnoli e soprattutto Zlatan che sta spaccando il tapis roulant di casa, sperando magari che arrivi qualche altro rinforzo prima della chiusura del mercato.
Tuco
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