Il match visto allo stadio ha vantaggi e svantaggi. Se da una parte è più semplice vedere come la squadra si muove in campo nella sua interezza, se è più coinvolgente, dall’altra è molto più difficile cogliere la portata della singola giocata, del dettaglio o capire sempre chi sta facendo cosa. Non ci sono i replay, le riprese rallentate e quant’altro. Non la puoi rivedere, come spesso faccio, e quello che rimane in mente sono più fotografie, episodi e momenti che non l’andamento generale. Frames…
Frame N° 1. È circa il 30°. Fino ad allora ho visto solo uno stucchevole palleggio a centrocampo. Poteva andare bene ai friulani visto che erano in vantaggio ed il tempo stava scivolando via minuto dopo minuto. Poi, pur giocando una partita apparentemente anonima, la sveglia la dà, manco a dirlo, Ibra. Capisce che l’andazzo è di quelli da partita insipida ed allora sale a centrocampo, recupera un pallone, si sposta sulla destra, dialoga con i compagni ed imbastisce la prima vera azione rossonera. Non si conclude bene ma il segnale arriva a tutta la banda e da lì in poi inizia la nostra partita. Mi sembra di avergli letto nel pensiero. “E’ la prima da titolare a San Siro, voglio vincere e… Frega un cazzo…”. E se Ibra ti spara in faccia un “frega un cazzo” ti impegni. Quando un giocatore rientra dopo mesi che non gioca è normale sia reattivo la prima partita (magari due…) salvo poi avere il down e riprendere la forma piano piano. Questo è lo Zlatan di domenica ma anche da fermo (o quasi) quando tocca il pallone si nota sempre la differenza. Su Ibra rimango pervicacemente della mia idea ma questo glie lo devo.
Frame N° 2. So di essere impopolare ma mi tocca. Se hai un portiere che esce usualmente a 30/40 metri dalla porta ci sta che ogni tanto faccia la cazzata e Donnarumma la cazzata, domenica, la fa. Però di quelle uscite ne fa 20 a stagione e 7/8 gol te li evita. Fa quello che nessun altro portiere in serie A oggi ha la forza mentale di fare. Se questo suo modo di giocare evita 7/8 gol all’anno, che tutti gli altri prenderebbero, e ne provoca 2/3 che altri non prenderebbero (perché l’istinto è quello di curare la porta ed evitare il rischio di figuracce) i conti fateli Voi. Io so solo che se un portiere prende un gol del genere sapendo benissimo che sarà criticato aspramente dal 99% dei suoi tifosi e dal 100% degli altri (inclusi quelli che venderebbero il loro lato B per averlo), torna tra i pali, resetta tutto in un nanosecondo e gioca con la serenità di un monaco tibetano salvando tre o quattro gol (e di conseguenza la partita) è un fuoriclasse e basta. Fortissimo tra i pali, insuperabile nell’uno contro uno (ne prende una che non immagineresti neanche a FIFA2019…), coraggioso perché non ha paura di rischiare la brutta figura, mentalmente inarrivabile. Poi se ne andrà dove il panzaprocuratore lo manderà per riempire le tasche di ambedue, lo perderemo a zero e ci incazzeremo come iene. Ci ferirà e Lo malediremo (con ragione) ma al momento è il N°1 in Italia, all’estero non so ma per me se la gioca già coi più titolati. 22 anni…
Frame N° 3. Se Donnarumma ha salvato la partita Rebic l’ha vinta. Due gol molto diversi tra loro ma ambedue da attaccante vero. Il secondo da giocatore con doti tecniche e grande istinto perché, sulla palla che scorre e senza toccarla, con due mezze finte di corpo mette a sedere il marcatore e tira nell’unico angolo dove il portiere non può arrivare. Gran gol. Non mi illudo, è un calciatore capace di momenti esaltanti come domenica ma anche di partite anonime nelle quali non ti accorgi che è in campo o, peggio, ti accorgi perché riesce a perdere palle sanguinose a nastro (e sempre che non assalga qualche avversario all’arma bianca…). Se è vero ciò che dice Pioli, che è rientrato dalle vacanze natalizie con una voglia diversa ed un paio di kiletti in meno (e per chi come me vive nel mondo del colesterolo e del carboidrato, tanto che le cene di chef Rubio in trattoria sembrano semplici spuntini vegani, siamo ben oltre la soglia del miracolo) ben venga perché vuol dire che per qualche suo recondito motivo ci tiene. Chissà che non ci regali qualche altra emozione. Visto com’era iniziata è grasso che cola solo non facciamoci l’abitudine. Potrebbe costarci caro.
Frame N° 4. Se il tuo capocannoniere è un terzino, da una parte significa che nel tuo attacco qualcosa non va (eufemismo…) ma dall’altra è segno che hai per le mani un gran giocatore. Non solo ha il vizietto del gol (5 in 20 partite sono una media da bravo trequartista…), ma è velocissimo pur tenendo tutti i 90°, sa giocare al calcio, duetta, scambia, si sovrappone e mette in mezzo palle deliziose. Insomma, se migliorerà in fase di copertura (l’unico suo limite attuale), diventerà fortissimo davvero. Certo che se lo fai giocare con un jack palesemente fuori forma che fa fatica ad aiutarlo e non premia mai i suoi inserimenti perché è innamorato del pallone più di quanto lo siamo noi della divina Diletta, non lo aiuti. Infatti nel primo tempo praticamente non sale mai… Nel secondo, fuori Jack, ridiventa devastante.
Frame N° 5. Chi è il vero Leao? Quello di domenica che corre, si sbatte, crea superiorità numerica quando può inserire il turno in progressione? Quello che con una intuizione da gran giocatore serve di prima Conti per l’assist a Rebic e che mette in area diverse palle zuccherose (che avrebbero meritato miglior fortuna)? Quello del derby già perso nel quale non si rassegna fino a segnare un gol di potenza, determinazione e cattiveria crollando poi stremato sul campo? Oppure è quello svogliato ed indolente che si incasina su ogni pallone e si perde come una goccia di pioggia caduta per sbaglio nel Mojave? Il dubbio è amletico ma deve essere risolto alla svelta. Prima della fine della stagione per sapere se è un giocatore sul quale si può contare per il futuro o meno. Le qualità le avrebbe, la testa non saprei. Non vorrei che la sua esplosione fosse diretta conseguenza dell’endorsement di Ibra perché Zlatan non potrà rimanere a lungo a fargli da balia e non vorrei che via lui si perdesse pure il Leoncino Lusitano.
Frame N° 6. E’ il terzo minuto quando da dietro arriva il commento di uno spettatore: “stiamo già rimpiangendo Suso?”. La battuta era salace ma veritiera. Per i primi 30° è sembrato davvero la brutta copia di Suso, per gioco, inefficacia e posizione in campo. Poi sale, azione su azione, con il resto della squadra e gioca un’altra ottima partita. Quando poi si libera di due avversari con una veronica in corsa San Siro si ammutolisce. Se poi il numero non è fatto a caso, per il gusto della giocata, ma perché non aveva alternative e la palla sembrava persa e con l’invenzione si spalanca un corridoio sulla fascia di 30 metri di solitudine il pubblico si alza e applaude a scena aperta. Certe giocate, magari non si trasformano in reti, ma fanno bene al cuore. Se continua così non sarà un fuoriclasse ma abbiamo trovato un giocatore. Rispetto al recente passato non mi sembra poco…
Frame N° 7. Non è un frame, sarebbe ingeneroso, ma tutta la partita di Bennacer. Solido, lo definisco così, e più lo vedo giocare più mi piace. Unire qualità e quantità non è da tutti. Su di lui mi sbilancio. Potrebbe essere uno di quei giocatori sul quale costruire. Stavolta per davvero.
Adesso, come sempre, aspetto con ansia i vostri… frames…
FORZA MILAN
Axel
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