Luis Salinas è un grande chitarrista, ma, ancora di più, un grande compositore. Anche se, visto il suo elevatissimo livello tecnico, potrebbe basare i suoi pezzi sulla tecnica pura, preferisce giocare con le strutture armoniche, le tonalità, le melodie, le scale e… I suoi pezzi migliori non si basano su un suo assolo in fila all’altro, come farebbero seicordisti di fama, gente tipo Andy Timmons, Larry Carlton, Eric Johnson (ma potrei nominarne tanti altri) anche se poterebbe premetterselo, ma troverete un motivo di base e interventi, più che soli veri e propri, di tutti gli strumentisti del suo gruppo. Soli di basso, piano e tastiere, voce in un sussurro che mette la sottolineatura alla melodia, la batteria che gestisce il pezzo protagonista per tutta la durata ed anche, si, alla fine, un suo assolo ma che pesa come tutti gli altri e spesso, molto più dedicato alla struttura del pezzo stesso che al protagonismo tipico del guitarhero; e lui sarebbe un guitar hero.
Ora in composizioni così ben costruite dove il protagonista è la riuscita del pezzo stesso prima della tecnica degli strumentisti, dove il suono del “gruppo” nella sua interezza, arriva sempre prima delle parti in sé succede che, se per caso in una registrazione o in un concerto, il suo pianista di fiducia dovesse per qualche motivo mancare, sarebbe sufficiente trovarne un altro di buon livello, anche se magari non il top in assoluto, e lo spettacolo non perderebbe nulla. Basterebbe che sapesse interpretare l’armonia ed anche se suonasse i passaggi in 32esimi anziché in 64esimi, giocando con un poco di maestria con la tastiera, mettendo la diminuita al momento giusto ritornando alla fondamentale per sottolineare la perfezione armonico/matematica della scala il pezzo non perderebbe nulla. Dovessi descrivere questo Milan lo descriverei così; un funky in Si menor!
Fatto salvo che per me la gara è finita al 18esimo del primo tempo, quando l’arbitro (e non dico come l’ho definito perché dovrei autobannarmi, sappiate solo che ne ho descritto la moglie in atteggiamenti, come posso dire, intimi, in assenza del consorte…) si è inventato un rigore molto discutibile (e l’errore ci poteva pure stare) ma, ancora di più, una espulsione che non si può vedere nemmeno in terza categoria e la partita, lo confesso,ho continuato a vederla solo perché sapevo di dover scrivere questo post. Ma a volte è destino…
Fatto salvo che il Milan ha commesso, in tutti i 90 minuti, 12 falli, prendendo una espulsione e 6 ammonizioni, contro i 18 falli corrispondenti a 3 amonizioni per i blues, e già questo è qualcosa che dovrebbe far riflettere, ci crediate o no ma sono (relativamente) contento ed ottimista. Tanto quanto all’andata gli Inglesini ci avevano dato una lezione di calcio, e non c’era nulla da dire, al ritorno i nostri ragazzi hanno approcciato la gara nel modo giusto. Mister Pioli, che a differenza di altri “imparati” che credono di saper già tutto (e che giusto Sabato scorso hanno preso due pere e se le sono duvute portare a casa…), la lezione se l’è studiata e l’ha imparata bene. Il risultato? In 10 contro 11, quando la goleada sarebbe stata quasi normale, non solo se la stava giocando fino all’inferiorità numerica, ma ha continuato a giocarsela per tutti i 90’. E in quei minuti abbiamo giocato meglio, creato più occasioni, fatto girare meglio il pallone di avversari che hanno un budget clamorosamente più elevato del nostro.
Ma questo Milan è un funky in SI menor, ed in questo Milan anche se giochi in inferiorità numerica, anche se giochi con 8753 infortunati (vero Massimilano?), anche se hai appena subito un’ingiustizia che avrebbe tagliato le gambe a chiunque altro, continua a interpretare il suo spartito come nulla fosse. Non importa se alla fine vinci o perdi, è chiaro che se ti confronti con una squadra di guitar hero e, per di più, ti sabotano l’impianto voci, il concerto non può reggere il confronto, ma, se sai leggere gli spartiti, se li sai interpretare bene e suonando come una band e non come una raccolta di star, alla lunga il pubblico se ne accorgerà ed il successo arriva. Perché se giochi come una band e non come una raccolta di star, magari fai qualche numero spettacolare in meno, ma il concerto lo reggi per tutti i 90’.
Questo Milan è una band, e bravo il direttore d’orchestra, mister Pioli, che ha saputo trasmettere a tutti i players il concetto. Ed allora Gabbia entra e quasi non si vede la differenza, Dest sta crescendo oltre quello che sembrava all’inizio (dove lo avremmo crocefisso), Pobega, che magari non ha la classe di altri, ci mette il fisico dove la classe pura non arriva, si fa sentire e risulta altrettanto efficace, dove anche quel CDK che tanto (io pure, lo ammetto) abbiamo criticato, pur essendo un giocatore di tocco e fioretto, ci mette l’impegno e va (ci prova almeno) a contrastare come fosse un rude Gattuso e così tutti i compagni e così tutti gli altri.
Non posso prevedere se passeremo il turno, se quest’anno arriveremo a quella benedetta seconda stella che aspettiamo da sempre ma di sicuro, questa squadra fatta di giovani di buona volontà che il mister sa far crescere di partita in partita, che riesce a far sentire tutti egualmente importanti, che siano titolari o giochino pochi minuti in una intera stagione, andrà sempre in campo con la voglia di far bene. Comunque andrà questo Milan, allenato da un grande compositore e gestito da gente che di calcio ne sa più di chiunque altro, come il tandem Maldini/Massara, ci farà divertire. Si questo Milan non è pezzo qualunque, questo Milan, ha dentro ritmo ed armonia, questo Milan è un Funky in SI menor !
Axel
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