Egregio Sig. Gesù Bambino,
anche quest’anno ci pregiamo di sottoporre alla sua cortese attenzione la letterina dei regali natalizi. Cogliamo l’occasione per ringraziarla per qualche piccolo regalo che ci ha riservato estemporaneamente qua e là anche se, con tutto il rispetto, vorremmo segnalarle quanto le richieste degli ultimi anni siano andate disattese.
Dopo aver trovato l’albero di Natale spoglio (persino l’opera d’arte di Seal che inizia a progettarlo al 7 gennaio per averlo pronto già dal 31 Agosto…) e senza nessuno dei regali richiesti, abbiamo aspettato il resto dell’anno nella speranza che, dopo aver soddisfatto i bambini più sfortunati, quelli che stanno dalla parte sbagliata della città ed i figli dei carcerati (capiamo che avessero priorità visto la vita grama che devono sopportare), trovasse qualche minuto anche per noi ma inutilmente.
Vista l’assenza prolungata ci siamo preoccupati, timorosi Le fosse capitato qualche infortunio che l’avesse tenuta lontana dai campi del paradiso e quindi impossibilitato ad operare per un così lungo periodo. Le auguriamo che l’assenza sia stata dovuta a motivi di altra natura perché essere tumulati nella vasca di sabbia a fianco di tangheri del calibro di Emerson ed Essien, per quanto possa essere dolce la vasca di sabbia dell’eden, debba risultare fastidioso anche a Lei che pure potrebbe miracolarsi da sè.
Ci è venuto anche il sospetto di esserci male espressi o che la letterina dell’anno scorso fosse andata persa. Uno dei nostri accoliti ci ha suggerito che la posta non funzioni più a dovere quindi siamo passati al formato elettronico e glie la inviamo, per sicurezza, per posta certificata. Per non lasciare nulla al caso cercheremo di usare termini più chiari e faremo tradurre la stessa in Aramaico, da un fidato traduttore di madre lingua Sumara, per sua migliore comprensione. Capirà bene che il sospetto è fondato.
Desideravamo una proprietà e ci ha mandato una credenza, un palantir e, in seguito, una banda di strozzini che non possiedono nulla ma prestano tutto. Chiedendo un presidente non intendevamo uno TREX con la malattia del mattone. Quando abbiamo chiesto un allenatore ci ha rifilato un filosofo, brava persona per carità, ma poco adatto alla bisogna. Poi abbiamo chiesto un DS e lei ci ha mandato un monaco ZEN (un santo, un asceta, un uomo a contatto col divino ma, così dedito alla meditazione, non parla e se non parli diventa difficile andare al mercato e contrattare…). Quando reclamavamo due “bei” dirigenti, era nel senso di molto bravi ed introdotti, non due modelli da passerella. Primo, al momento hanno reso pochino e poi ci costano un sacco di parrucchiere. Per non parlare dei phon Dyson (di gran moda) che hanno preteso per i quali abbiamo dovuto accendere un mutuo trentennale e, per finire, avevamo detto due, non duecento. O troppo o niente.
Non per girare il dito nella piaga, ma quando avevamo espresso il desiderio di avere un giocatore forte come Robocop, intendevamo uno forte fisicamente non che avesse i piedi di acciaio forgiati alla Rowenta perché la piastra dei ferri da stiro si è dimostrata poco adatta per giocare al calcio. Per non parlare del trequartista al posto del quale ci siamo ritrovati con un ballerino di flamenco completo della mattonella sulla quale usa esibirsi. Lasciamo stare l’AD. Ci serviva un manager e ci siamo ritrovati un contabile. Di quelli ne avremmo già una certa disponibilità. Avremmo persino un vero professionista del settore, un alto dirigente bancario molto addentro alle cose finanziarie (dicono sia bravissimo con la clientela femminile…), sempre che riuscissimo a convincerlo a lavorare tra una delle 47 pause caffè giornaliere e la successiva ma il top manager continua a mancare e poi, visto che ci siamo, che almeno parli italiano…
Scusi se insistiamo ma quando parlavamo di “centrali”, “esterni” e “punte” facevamo riferimento al gergo calcistico. Lei ci ha inviato “supporti centrali”, “pali esterni” e “punte di trapano” di un gazebo preso dal catalogo Leroy Merlin. Abbiamo apprezzato lo sforzo ma purtroppo ci ritroviamo pieni di rottami di nessuna utilità che non sappiamo dove sbolognare.
Per finire… Quando le abbiamo chiesto di intitolare un luogo al nostro bisnonno fondatore immaginavamo una via o una piazza un minimo importante. Che so, tipo rinominare il Viale della Liberazione (così avremmo anche ricordato ai più sfortunati che esiste un mondo migliore) o Via Durini. Non pretendevamo piazza Duomo (che è di sua esclusiva competenza) ma nemmeno una rotonda in periferia, nel bel mezzo del nulla, popolata da equivoche frequentazioni. Se Zio Gianclint sogna il vinile numerato in edizione limitata di “Sultans of swing” autografato da Mark Knopfler non puoi fargli trovare il CD della “reunion” dei Pooh (la 347° per la cronaca). Sa pure un po di presa in giro e se uno poi si altera, insomma, lo sappiamo che non dobbiamo nominare il tuo sacro nome invano, ma siamo pur sempre esseri umani… Non ci dilunghiamo oltre, non vorremmo offenderla, ma la lista sarebbe ancora lunga.
Quest’anno ci siamo comportati bene, da bravi bambini, anche quelli di noi un po pirla come il sottoscritto (pirlas va, visto che è plurale…). Tutte le sere, inginocchiati sul nostro lettino preghiamo con fervore. Il “Franco padre nostro”, “il gloria al Van Basten” ed il “Sheva domini” come ci è stato insegnato dai nostri precettori. Non mancano nemmeno il “credo rossonero” e persino “l’eterno riposo” (che dedichiamo spesso e con amore ai simpatici bidelli con la giacchetta). Siamo sempre stati alle funzioni sacre nella nostra chiesa (San Siro ci è testimone) e molto generosi con chi è più sfortunato di noi donando un sacco di punti (non quelli fragola…).
I regali che chiederemmo sarebbero sempre gli stessi ed ora che crediamo di avere chiarito siamo certi che saranno esauditi. Almeno qualcuno. A proposito, se in separata sede qualcuno di noi le chiedesse “un Arnault”, non si confonda. Non è un quadro impressionista e nemmeno una vecchia Renault 4 d’occasione (quella è Renault, non Arnault). Anche se non fosse un originale “made in France” ci accontenteremmo pure di una copia arrivata dai Souk di Abu Dhabi o Manama, basta che non siano falsi cinesi che di quelli ne avremmo già avuti abbastanza e, per cortesia, eviti i regali riciclati. Anche se in origine fossero stati regali di una certa importanza saremmo stanchi di marchingegni ormai obsoleti di seconda, terza e quarta mano. Abbiamo appena liberato gli armadi da quelli vecchi e non vorremmo dover ricominciare.
Nella speranza che le nostre suppliche possano essere accolte con favore rimaniamo in attesa di un suo gentile riscontro e… di qualche regalino sotto l’albero. Qualche inaspettata sorpresina ci piacerebbe assai. Magari qualcuna di quelle auspicate da Max giusto l’altro ieri…
In fede
I bimbi devoti di MilanNight…
PS: Il turnover mi ha regalato il privilegio di pubblicare il post prenatalizio. Da parte di tutta la redazione l’augurio a tutti voi ed alle vostre famiglie di un felice e sereno Natale. Domani mattina, mi raccomando, appena svegli guardate sotto l’albero. Non si sa mai… TANTI AUGURI !!!!
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