Hanno tutti ragione

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Sono passate due settimane dal termine della Coppa Covid che ci ha visto trionfare, e c’è già da averne abbondantemente piene le granseole di leggere e ascoltare gli aggiornamenti quotidiani riguardanti il pianeta rossonero. Scovare qualcosa di interessante, stimolante o sensato è una vera impresa, e anche sulla veridicità delle cosiddette notizie è sempre lecito avere più di un dubbio. Come sempre mi accade da qualche anno a questa parte solo qui sul night, tra utenti e redattori, ho trovato spunti interessanti e commenti non intrisi di banalità sui temi più “caldi”.

Per esempio prosegue, anche se sempre più tiepidamente, il dibattito sulla conferma dell’attuale staff tecnico e dirigenziale a scapito di un ennesimo rinnovamento che avrebbe visto il tedesco Rangnick prendere in mano il settore sportivo del club per un progetto a lungo termine.
Non sappiamo con esattezza i termini del mancato accordo, a sentire il manager tedesco sembra sia stata una decisione più o meno condivisa per diverse ragioni, tra cui la sua stessa volontà di guidare una squadra già costruita per vincere nell’immediato per non essere etichettato a 62 anni come il mago dei progetti a lungo termine ma non in grado di condurre a grandi traguardi un top club. Le sue recenti dimissioni come capo supremo dello sport Red Bull, pochi giorni prima della ripresa della Champions e con la sua creatura in piena corsa, sembrano confermare questa sua volontà e si può tranquillamente ipotizzare che da qualche parte in Europa ci siano una panchina molto prestigiosa e un bel contrattone pronti per lui.
Seguo veramente poco, per mancanza di tempo, il campionato tedesco e in generale gli altri campionati, di conseguenza sapevo poco o nulla anche di Rangnick prima che venisse accostato al Milan. Vedere una squadra che fino a sette anni fa galleggiava nella serie C tedesca in semifinale di Champions League non è un’eventualità così frequente, certo c’è dietro un gruppo industriale di primissimo ordine ma questo tedescone non deve essere proprio l’ultimo degli stolti, anche a giudicare dalle dichiarazioni di venerazione incondizionata dei giocatori del Lipsia.

Dal nostro punto di vista, la discussione verte naturalmente sulla volontà e capacità dei nostri super manager interplanetari di investire nel futuro o bivaccare al risparmio nel presente, sperando che ci sia sempre l’Ibra della situazione a risolvere. Molti continuano a sostenere come Pioli, e a ruota Maldini e Massara, si siano meritati un’altra occasione; così come molti altri, probabilmente più esperti e preparati sul calcio internazionale si mangiano le mani per il mancato ingaggio di Rangnick, avendone magari seguito le gesta nel corso degli ultimi anni. Per dirla da mollusco democristiano, penso che entrambi i “fronti” abbiano ragioni valide, anche perché solo i risultati ci diranno la verità, che comunque non è mai assoluta.
Una cosa tuttavia la si può dire: ai nostri remuneratissimi super dirigenti è andata veramente di culo che il Milan abbia marciato come ha marciato nella Coppa Covid, perché l’impressione è sempre di una società che naviga a vista con poche idee e un po’ confuse, con buona pace della fanfara. L’unica idea di Elliot rimane probabilmente quella di arrivare al profitto il prima possibile e, agganciandomi all’ultimo interessante pezzo di Axel, il recente passaggio di proprietà della Roma a una cifra che di primo acchito appare oltre ogni logica potrebbe sembrare una rampa di lancio perfetta per realizzare quest’idea in tempi relativamente brevi, ovviamente non prima che il discorso stadio non sarà definitivamente in cassaforte. Aldilà di tutte le voci che spuntano periodicamente sul presunto interesse di Arnault, è molto possibile che qualcuno di realmente interessato ci sia e la valutazione del club giallorosso dimostra che il miliardino malcontato che l’attuale proprietà chiederebbe per liberarsi del Milan potrebbe non essere così campato in aria.

L’altro argomento caldo di questi tempi è ovviamente il mercato, che passa innanzitutto dai rinnovi pesanti da negoziare col famelico Raiola: per Ibra sono dieci giorni che “siamo ai dettagli”, e in questi casi i dettagli valgono sempre qualche milione di euro e non qualche anguria in più o in meno. Sull’eventuale ritorno di Bakayoko non mi esprimo perché credo che ci sia poco o nulla di vero; sbaglierò ma il fatto che ne scrivano e ne parlino continuamente mi fa pensare che non sia un reale obiettivo. Non ho una brutta opinione sul giocatore ma credo che si possa puntare ad altro.

Buon Ferragosto Nighters!

Tuco

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Vedere Gullit e Donadoni fare polpette del Napoli a San Siro mi ha fatto innamorare del Milan, vedere Marco Van Basten segnare il gol più assurdo della storia mi ha fatto capire che il calcio può essere anche arte, vedere Buffon a gambe all'aria un attimo prima di trionfare in finale di Champions sui nemici di sempre ha dato un senso alla mia vita di tifoso rossonero