Ibra o non Ibra, questo è il dilemma

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Chiunque mi conosca almeno un po’ dal punto di vista calcistico, sa molto bene quanto sia incommensurabile la mia ammirazione per Ibrahimovic e quanto lo abbia difeso e lo difenda dai detrattori che lo attaccano soprattutto quando il livello delle sue prestazioni cala.

Col suo arrivo nel gennaio 2020 mi ha restituito, e non credo di essere l’unico, la voglia di seguire le partite del Milan e con le sue prestazioni dal post lockdown all’infortunio di Napoli mi ha fatto sognare e ‘gasare’ come non accadeva da molto tempo. Sostanzialmente come non accadeva da quando il dinamico duo sbolognò lo svedese e Thiago Silva al PSG.

Ma devo ammettere che la notizia del rinnovo, ormai quasi certa, mi lascia alquanto perplesso. Obiettivamente il rendimento (e anche solo il numero di presenze) dall’infortunio di novembre in poi è calato vertiginosamente, come spesso accade per calciatori in là con gli anni.

In più mettiamoci alcune scelte a dir poco discutibili: in primis la partecipazione a Sanremo che mi è parsa globalmente assai fuoriluogo. E in secundis l’improvvido rientro in nazionale (con conseguente Europeo quest’estate) che ci ha restituito un giocatore fiacco e senza energia nella partita contro la Sampdoria. Questo tipo di scelte rilevano una volta di più il (noto) egoismo del personaggio e fin qui niente di nuovo, ma forse per la prima volta questi atteggiamenti sono andati e vanno a discapito del Milan. L’impressione, confermata anche dalla recentissima notizia che Ibra parteciperà come attore nel nuovo film tratto dai fumetti di Asterix e Obelix, è che gli interessi dello svedesone siano troppi e troppo spesso lontani dal calcio. Il che non aiuta né la percezione dell’ambiente né la sua concentrazione sulle cose di campo a breve medio termine. Il che è del tutto legittimo, visto che il futuro post agonistico va attentamente e tempestivamente pianificato, ma aumenta i dubbi sull’opportunità di rinnovargli il contratto.

Che senso quindi può avere prolungare per un altro anno un quarantenne piuttosto fragile fisicamente, e ovviamente a cifre non proprio irrisorie? Potrebbe vagamente quadrare se lui accettasse di rivestire il ruolo di ‘jolly’ a fianco di un attaccante titolare, magari giovane e di prospettiva (Vlahovic ad esempio, ma potete mettere il nome che più vi aggrada). Ma ce lo vedete Ibrahimovic a rinunciare a un ruolo di titolare fisso e inamovibile? Ce lo vedete a fare da ‘riserva di lusso’? Se sta bene lui pretende di giocare.Punto.

E non immagino neanche il buon Pioli che prende Ibra da parte e lo panchina con regolarità quando necessario.

Rischiamo quindi di rimanere in qualche maniera ostaggi di Ibrahimovic e di non poter investire su altri ruoli proprio a causa di questo blocco. Nessuno nega l’importanza di Zlatan anche a livello di spogliatoio e di ambiente, ma a un certo punto bisogna avere il coraggio di ripartire senza una figura così ingombrante.

Sono certo che in queste ultime 9 partite di campionato darà un contributo importantissimo al raggiungimento di uno degli agognati posti validi per la prossima Champions League. Ma allo stesso tempo ritengo che la società dovrebbe avere la forza di stringergli la mano, ringraziarlo e magari offrirgli un ruolo da team manager, ma senza proseguire il rapporto come calciatore. Così come dovrebbe avere il coraggio di fare lo stesso con Pioli, ma non  mi addentro in questo tema perché è stato ben sviscerato da Johnson nel post di ieri.

Il Milan, che auspicabilmente dovrà partecipare alla Champions facendo una figura dignitosa e che dovrà cercare di proseguire nel proprio percorso lottando per lo scudetto anche oltre il girone di andata, dovrà necessariamente investire soldi (temo non moltissimi) e idee (ne serviranno in abbondanza e di qualità) in diversi ruoli in cui è a dir poco carente.  E per proseguire nella ricostruzione non può rimanere ancorato a un fuoriclasse, perché è di questo che stiamo parlando, che però continuerà a peggiorare le proprie prestazioni fisico atletiche, condizionando pesantemente le scelte dell’allenatore di turno.

Ulteriore elemento, suggeritomi più volte dall’amico Larry, è che non vorrei che la sua permanenza/eventuale decadenza possa rovinare il sapore dolce del futuro ricordo di mr Z in rossonero. Eviterei volentieri un trascinarsi stanco che lasci negli occhi un Ibra ai minimi termini e imbolsito. Non se lo merita lui e non ce lo meritiamo noi, visto che parliamo dell’unico Fuoriclasse con la F maiuscola transitato da questi parti negli ultimi 10 anni.

Al termine di questo ragionamento mi preme però ritornare su un concetto, emerso anche nella chat di redazione negli ultimi tempi. Tutti noi, sia ‘fans’ sia ‘detrattori’ di Ibra, tendiamo a concentrarci sulle sue performance negative perché sappiamo che, nonostante la carta di identità, trattasi di campione di assoluto livello da cui ci possiamo aspettare molto. Ma a volte dimentichiamo come le sue giornate storte vengano rarissimamente ‘coperte’ da exploit dei suoi compagni più giovani, spesso etichettati come potenziali fenomeni o come ottimi giocatori. La centralità della figura dello svedese ha sì tolto pressione ai vari Leao, Rebic, Castillejo, Calhanoglu. Ma allo stesso tempo ha reso evidente come questa gente, da gennaio 2021 in avanti, non sia in grado di caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti di down o di assenza del numero 11.

E anche e soprattutto su questo occorre riflettere in vista della prossima stagione, che a livello strategico va già preparata in queste settimane nonostante ci troviamo in piena bagarre per la qualificazione Champions.

FORZA VECCHIO CUORE ROSSONERO

Raoul Duke

ps: dopo questo post mi aspetto almeno una prestazione da 8 e una doppietta domani a Parma!

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Milanista dalla nascita, primo ricordo Milan-Steaua del 1989 e prima volta nella fu Curva Sud in occasione di un derby di Coppa Italia vinto 5-0. Affezionatissimo al Milan di Ancelotti nonostante tutto e fiero delle proprie scorribande in Italia e in Europa al seguito della squadra fino al 2005, anno in cui tutto è cambiato. DAI NAVIGLI ALLA MARTESANA, DA LORETO A TICINESE, TRADIZIONE ROSSONERA, TRADIZIONE MILANESE!