
Che il calcio sia cambiato e stia cambiando ulteriormente è abbastanza palese. E chi come me che è ancora ancorato ad un calcio romantico fa molta fatica ad adattarsi a questo nuovo mondo pallonaro.
È indubbio che la vittoria contro l’Udinese mi ha fatto piacere, come tutte le volte che vince il Milan o come quando vedo esultare un giocatore che indossa la nostra maglia, vorrei dire rossonera ma nei tempi moderni mi risulta difficile vista la grande abbondanza di maglie che non c’entrano nulla con Noi. Però è una vittoria che lascia molto amaro in bocca, perché ci ha fatto solo vedere quello che poteva essere ed invece non è stato. Peccato perché si poteva e si doveva fare decisamente meglio.
Eppure da qualche parte bisogna ripartire per provare a rialzare la testa e di lavoro da fare c’è ne e moltissimo.
Perché dopo sette anni di assenza in Europa il Milan era tornato ad essere in parte protagonista con l’apice della semifinale di Champions del 2023. L’assenza nella massima competizione europea peserà molto sulle casse rossonere, che non vuol dire che siamo in crisi finanziaria (quello lo sono altri), però chiaramente la cosa non si deve ripetere. E questa brusca frenata può causare problemi a Cardinale perché nel piano di rientro del debito con Elliott la presenza in Champions League è un Must.
Dopo uno scudetto e una semifinale di Champions bastava mantenere lo zoccolo duro ed inserire un Top all’anno. Invece si è scelto la linea conservativa, parole di Maldini, sommata alla linea del Caos.
Ora chiaramente devi ripartire da uomini di calcio e soprattutto di campo. Devi scegliere un direttore sportivo che deve risolvere subito un grande problema: scegliere un allenatore di campo. Ma visto dall’esterno è proprio qui il problema. Avere le idee chiare.
La vicenda Paratici è l’ultimo degli esempi. Personalmente a me il buon Fabio non faceva né caldo né freddo. Però tra la rosa che si legge in giro molto probabilmente avrei scelto Lui. Noi non siamo nelle condizioni di poter fare i preziosi. Dobbiamo prendere gente che abbia la possibilità di tirarci fuori da questo pantano. Infatti lo scorso anno ero Pro Conte solo perché avevo individuato in lui l’antibiotico amaro da prendere per ripartire. Pur di uscire da questa terribile situazione mi turerei il naso e mi facevo andare bene anche la coppia Paratici-Allegri o Paratici-Conte per esempio.
La rinuncia a Paratici ma soprattutto nei modi non è altro che una ulteriore prova che la società Milan si è piegata al sistema per i loro interessi extracalcio.
Perché è chiaro che la sua rinuncia è un piegarsi al volere del sistema. A questa piramide di fango che Paratici stia fuori dal giro è un bene, perché sa cose che altri non sanno e potrebbe danneggiare la cupola. E la scusa della squalifica non regge, perché il direttore sportivo poteva operare tranquillamente in via ufficiosa.
Quindi per l’ennesima volta la dirigenza Milan ha chinato la testa al sistema. D’altronde se si ha un presidente che rilascia delle dichiarazioni dove dice che quello che fa l’Inter non lo vuole nemmeno vedere perché sa già che se va bene a loro andrà bene anche a Lui non andiamo molto lontano. Oppure quando dice che per il fatto che abbiamo vinto la Supercoppa Italiana la stagione non è totalmente negativa. Vediamo quando dall’altra parte alzeranno trofei a ripetizione se avrà vergogna nel nascondersi. Dubito fortemente.
Personalmente il peggiore presidente rossonero nella storia.
Come dicevo prima il vero grande problema è avere le idee chiare, e quando ci sono troppe teste pensanti e troppe persone che dicono la loro solo per il gusto di dare fiato alla bocca non si ottiene nulla.
Attualmente al Milan serve un allenatore serio, che non sia un esotico come i vari Lopetegui, Fonseca o Conceicao, ma uno che conosce il calcio italiano, che assieme al direttore sportivo guardi negli occhi i ragazzi che ci sono attualmente nella rosa.
Deve passarli ad uno ad uno, capire chi può essere funzionale al gioco del nuovo allenatore, ma soprattutto capire la cosa più importante. Chi vuole rimanere e chi ha il fuoco dentro negli occhi. I famosi occhi della tigre.
Senza queste due prerogative non si può nemmeno partire. Se mancano queste due cose siamo spacciati già in partenza.
Facile dire vendi questo acquista quell’altro, ma vediamo dentro casa nostra cosa abbiamo. Pulisic, Leao, Reijnders, Theo, Maignan, Fofana, Tomori, solo per citarne alcuni. Ma questa cosa va fatta subito, adesso, non fa tre mesi.Ma Noi stiamo facendo i casting perdendo solo tempo. E poi dopo aver fatto questo passaggio si taglia i rami secchi e si va ad acquistare quello serve.
Ma non c’è più tempo, bisogna farlo adesso. E finito il tempo del buonismo.
Ma poi c’è l’altro grande interrogativo, questa società lo saprà fare tutto questo? Purtroppo non credo perché questo è uno dei grandi mali che ci affligge. Bisogna individuare una unica linea societaria, nessuna invasione di campo e soprattutto idee chiare.
Riusciranno i nostri eroi in questa impresa
Dubito, perché la parte sportiva non interessa a nessuno di questi, e non hanno ancora capito che se la squadra va bene torna comodo anche a loro. Proprio furbi…ma loro sono quelli intelligenti.
Come sempre
W Milan
Harlock
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