Kessie, Elliott e i difetti da correggere

19226

“La virtù è il punto medio fra due difetti, da entrambi equidistante” scrisse nel 20 a.C. il poeta Orazio. Voglio cominciare con questa frase per dare una mia opinione su quello che sta accadendo sul fronte del rinnovo di Kessie. Ovviamente è un mio punto di vista, condivisibile o meno, ma l’ho maturato dopo le varie vicissitudini di questa estate molto particolare, non solo per i nostri colori. Partiamo appunto dalla frase di Orazio, concentrandoci soprattutto sulla parola “difetti”, che è quella secondo me determinante per esprimere al meglio il mio concetto.

Perchè difetti? Perchè penso che in questa storia, più che nelle precedenti vicissitudini con l’ex portiere e con il turco, il problema è tutto nei difetti di comportamento da entrambe le parti. Se nel caso dell’ex portiere non sarebbero bastati nemmeno 20M di euro all’anno per i prossimi 20 anni e se nel caso del turco ci è voluto un doppio intervento divino, prima colpendo Eriksen e poi dandogli di nuovo la vita ma, di fatto, togliendolo di scena dal palcoscenico calcistico (almeno in Italia). Qui con Kessie, io, vedo un concorso di colpe che deve in qualche maniera trovare quel punto d’incontro che sta nella virtù, sempre citando Orazio. Dalla parte del giocatore ci sono due problemi, il primo è l’agente Atangana che ha l’occasione della vita per vedere il suo nome sui giornali ma soprattutto può monetizzare come mai prima d’ora. Il secondo è la lingua lunga del Presidente che si è fatto scappare delle frasi che saranno un grosso problema, per lui e per lo stallo che si è creato. Su Atangana non ci perderei troppo tempo, fa il suo gioco, come scritto anche in passato, senza regole serie e posizioni altrettanto forti da parte della FIFA, questi personaggi continueranno ad estorcere (perchè questo è il verbo corretto) commissioni monstre alle società. Quindi poco da dire. Sul secondo punto, invece, si apre un tema più importante. Quando il buon Frank, forse complice il fuso orario giapponese, forse colpa della sensazione da “stadio vuoto” che ormai è entrata nella testa di questi ragazzi, si è lasciato andare alle dichiarazioni del tipo “Voglio solo il Milan”, “Voglio restare per sempre”, ha messo le carte sul tavolo. Sono carte pesanti, che sia un bluff clamoroso lo scopriremo, ma purtroppo per lui, i tifosi queste frasi non se le dimenticano. “Quando torno, sistemo tutto” assume un valore forte, ma se al tuo ritorno la richiesta di ingaggio continua a salire, incontro dopo incontro, sfiorando gli 8M. Beh, forse la frase giusta era “Quando torno, sistemo tutti (inteso come i suoi parenti)”. Questo è il difetto principale della parte di Kessie, aver sottovalutato il valore delle parole, aver sottovalutato che gli stadi si andranno riempiendo e quelle parole risuoneranno a lungo nella testa del tifoso (e i mugugni di San Siro schiacciano anche i presidenti), aver sottovalutato la storia recente rossonera che ha visto, nel giro di poche settimane, partire altri due titolari a zero euro, con tutto il contesto che c’è stato dietro. Così Franck non si va avanti, sei un giocatore importante per questo Milan ma se ti offrono sei milioni a campionato in corso, senza la certezza della Champions e tu tiri avanti, ti vengono concesse le Olimpiadi (inutili), torni, ti fai male e spari le cifre lette in giro, mi spiace ma non hai capito nemmeno il significato del soprannome “Presidente”, così la somiglianza con i due fuggitivi monetari inizia ad essere più evidente.

Dalla parte della società, però, a differenza dei due casi precedenti dove l’avidità di un ragazzotto e del suo procuratore e il culo divino di un giocatore normale, non potevano essere scalfiti in nessun modo, qui io vedo delle responsabilità che stanno pesando sull’operazione. In primis va decisa la strada. Cos’è il Milan per Elliott. Se il progetto è portare a casa giocatori giovani da valorizzare per poi in qualche maniera fare player trading, beh di certo, questa non è la strada giusta. Perdere asset aziendali importanti, per di più a zero, non è un vanto. Anzi. Mi chiedo che senso abbia lo scouting di Moncada & C, se poi questi giovani arrivano alla scadenza e la società non li rinnova nei tempi. Quindi, io, qui, vedo già la prima anomalia. Non raccontatemi la storia di Hauge, perchè il player trading quando compri a 5 e rivendi a 12 (tra un anno), non ti fa svoltare le casse societarie. In secondo luogo, vanno chiariti i parametri con i quali si decide di dare 7M ad Ibra a 40 anni e poi se ne offrono 5 o 6 a giocatori più giovani. Va bene, mi direte, tra il decreto crescita e un rinnovo annuale, il peso del contratto di Ibra e millemila volte più basso di un quadriennale. Vero, ma questa è contabilità. Pura e semplice contabilità. Ma nel calcio ci sono anche altri fattori che vanno oltre agli algoritmi, per esempio il lato umano (non inteso come umanità ma inteso come variabile di una persona senziente). Io penso che in uno spogliatoio sia impossibile andare d’accordo con tutti, già in prima categoria. Figuratevi in squadre dove ci sono ragazzi che guadagnano montagne di soldi e che, appunto, sono ragazzi, spesso anche poco attenti alla vita vera ma ormai assuefatti al mondo di plastica del calcio e dei social. Io penso che, nonostante tutti gli attestati di stima nei confronti di Ibra, il suo essere il più pagato (che personalmente ritengo giusto), nella testa di questi ragazzotti, vada bene fino ad un certo punto. Uno come Kessie, dopo 40 partite, tot gol in una stagione, incoronato come leader della squadra, è ovvio che alla fine viene a battere cassa. Qui Elliott deve farci capire, se l’intenzione è quella di gestire l’azienda Milan con algortimi e con regole da multinazionale o se invece esistono le eccezioni (Ibra). Così purtroppo non si arriverà molto lontano. Dubito che Maldini e Massara possano andare avanti ancora molto tempo tra paletti, regole contabili e calcoli assurdi, arriverà un momento che andare a fare la questua in giro, per trovare un giocatore dentro i parametri aziendali, stuferà anche loro. Come lo spiegate ad un giocatore che deve rinnovare che per risparmiare 500K per acquisire Florenzi si è andati avanti due settimane e poi per firmare Ibra a 7M, sono bastati pochi giorni. Ricordo a tutti, Ibra rinnovato senza la certezza Champions e poche settimane dopo Sanremo. Queste cose Elliott non può non considerarle se vuole ambire, ma come sapete, io penso che ai Singer di ambire interessi come a me interessa il campionato nazionale di curling. Questo è il difetto che sta dall’altra parte della barricata, ma poi, e concludo, mi chiedo come sia possibile voler gestire una squadra di calcio come un’azienda ma non si calcoli che è impensabile per una qualsiasi azienda perdere a zero dei valori importanti. Bonaventura, il 99, il turco sono 3 asset volatilizzati. Possiamo dire che in caso di cessione lì dentro ci sono almeno 60/70M di euro sfumati? Mettiamoci l’ipotesi di addio di Kessie e saliamo ad almeno 100M. Da azionista del Milan, mi chiedo, quante aziende, non calcistiche al Mondo, possono permettersi di perdere 100M di valore aziendale, coltivato e cresciuto? Elliott può permettersi di gestire questo Milan dai conti disastrati (perchè è questo che ci raccontano incessantemente a cadenza mensile) senza fare cessioni? Trovatemi un’operazione in uscita di Elliott che abbia superato i 25M di euro. Che nel mercato degli ultimi anni praticamente sono inezie. Avevamo (e abbiamo) pochi giocatori appetibili? Forse, ma quelli che possono avere mercato non si possono perdere. Conta molto anche la volontà di rinnovare del giocatore? Vero, ma allora ti tuteli come fa il Chelsea con i rinnovi unilaterali come dice correttamente il nostro Manuel. Insomma, se i paletti sono più forti dell’incassare, beh, permettetemi di dire che c’è più di una cosa che non quadra in tutta questa storia.

Insomma, so che potrò sembrare fuori contesto ma ho cercato di seguire le due fazioni che si stanno aprendo in questa vicenda e trovare degli spunti di riflessione. Entrambe, dalla loro posizione sono convinte di avere ragione, ma purtroppo sono due difetti equidistanti che devono necessariamente trovare una virtù, altrimenti questa situazione Kessie potrà aprire un solco importante tra l’azienda contabile Elliott e il mondo del calcio dell’ AC Milan.

FORZA MILAN

Johnson

Seguiteci anche su

WhatsApp

Telegram

YouTube

"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.