L’abbraccio

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Domani pomeriggio si torna in campo, e devo ammettere che mercoledi sera i cuginastri ci hanno dato una grossa mano. Ma io sono ancora fermo a Roma, a quel minuto 92 quando il “predestinato” Sandro Tonali ha messo la zampata vincente per portare a casa i tre punti in una partita dominata. Per me, che ho bevuto per anni dal sacro calice del milanismo, la partita con la Lazio ha rappresentato una delle massime espressioni di cosa significhi essere milanisti. Sì, perchè nulla avviene per caso.
Al gol di Sandrino ho “cacciato” un urlo disumano che mi ha riportato indietro al gol di Maurizio Ganz al 95′ nel famoso 3-2 con la Samp nel 1999: un gol poi decisivo per vincere il tricolore. Mamma mia Sandro, mi hai fatto sobbalzare dal divano e mi hai teletrasportato indietro nel tempo. E poi quella corsa verso i nostri meravigliosi tifosi che hanno invaso l’Olimpico di Roma rendendo con i loro cori – dalla televisione si sentivano forti e chiari solo i loro – la curva sud dello stadio romano una succursale di San Siro. In quella corsa c’è il tutto tuo essere milanista, c’è tutta la tua voglia di essere protagonista con i nostri colori, c’è tutta la tua voglia di dimostrare che tutte le critiche dello scorso anno erano totalmente gratuite e prive di obbiettività. E poi c’è quell’abbraccio collettivo e virtuale che ci siamo concessi anche noi tifosi, perché lo ammetto, stavo impazzendo di gioia. Un abbraccio che ha coinvolto i tifosi rossoneri allo stadio e a casa e tutta la squadra, panchina compresa, in barba a chi dice che Pioli non va d’accordo con qualche giocatore. Sarà forse anche vero, ma il Milan viene sempre prima di tutto.
I tifosi del Milan sono così, sono passionali : non importa in quale categoria si giochi, l’importante è vedere che le cose vengono fatte per bene e seguiranno la squadra in capo al mondo. L’hanno seguita in serie B, negli anni difficili della seconda metà degli anni ’70 e dei primi anni ’80: se li conquisti, ti danno tutto e infatti domani, per la partita con la Fiorentina, si preannuncia un San Siro sold out e colorato di passione. Per non parlare degli “esodi” previsti a Verona e Reggio Emilia. E noi tifosi rossoneri di esodi siamo grandi esperti: siamo riusciti a spostare una città intera per un finale di Champions…anzi scusate “Coppa dei Campioni”. Questo significa essere tifosi del Milan e non quelli che si definiscono tali solo attraverso la tastiera nei social.
E poi ci sono i tifosi come Paolo Maldini.  Sì perché lui, prima di essere dirigente, è tifoso del Milan e soffre come noi. Anzi, forse soffre anche più di noi, perché per lui il Milan è una questione di famiglia e non potrebbe essere che così, visto che tutte le lettere del Milan sono dentro al cognome Maldini.
In tanti si sono stupiti e rimasti sorpresi da quel meraviglioso abbraccio tra Maldini e Pioli. Io, che sono un casciavit di altri tempi, invece ci ho visto molto romanticismo e soprattutto molto milanismo. E sì Paolo, in quel abbraccio c’erano molte cose.
C’era la gioia di aver costruito un meraviglioso gruppo che ci sta dando tante soddisfazioni: se pensate che abbiamo vinto in casa dell’Inter, del Napoli, della Roma, della Lazio, dell’Atalanta, pareggiando solo in casa della Juventus. Un gruppo di ragazzi straordinari.
In quel abbraccio ho rivisto tutti gli anni difficili:  gli ultimi della gestione Berlusconi, quelli dei mercati a parametro zero, degli acquisti fatti al citofono di casa, gli anni del doppio AD che tu Paolo hai sempre criticato, gli acquisti dei vari Costant, Mati Fernandez, Traore, degli Hip Hip Hurrà in spogliatoio.
In quel energico abbraccio c’erano l’anno cinese, l’anno delle “cose formali”, dei bonifici che “arrivano , non arrivano”, dei bond da ripianare, degli aumenti di capitale che non sapevi se sarebbero stati realmente versati.
Insomma, con quell’abbraccio energico con il Mister, hai spazzato via in un colpo solo tutte queste cose restituendoci il nostro Milan: quello che sa soffrire, quello che sa far vibrare il nostro cuore, quello che ci fa piangere, ma anche esultare. Sì Paolo, in quel abbraccio c’era il tuo modo di restituire il Milan prima a te stesso e poi a noi, con tutta la sua dignità.

“Non ci davano nemmeno nelle prime quattro. Lo abbiamo usato come stimolo. Lo Scudetto sarebbe un risultato incredibile: quando ti capitano queste occasioni devi provarci fino in fondo. Se poi non andrà bene, saparai di aver fatto il massimo” (P. Maldini)

Sulla via del ritorno Maldini, nell’intervista rilasciata a Milan Tv, si è espresso con queste parole in merito alla corsa scudetto con i cugini. Non so se c’è la faremo a vincere il tanto ambito scudetto ma, come ha ricordato sempre Maldini in quella intervista, il Milan negli ultimi vent’anni ha vinto solo due scudetti e quindi non è un obiettivo così poi tanto secondario… e con la qualificazione Champions in tasca, è arrivata l’ora di smettere di guardare indietro. Ora abbiamo l’obbligo morale di guardare avanti, di alzare il naso e respirare a pieni polmoni l’aria pura e fresca dell’alta classifica che emana una fragranza di tricolore. Ora bisogna dare tutto, gettare il cuore oltre l’ostacolo, provare a spostare l’asticella ancora più in alto. Lo so, molto probabilmente siamo già oltre i nostri limiti, ma non importa.  Bisogna andare oltre l’impossibile, perché vincere questo scudetto significherebbe dare un grosso scossone a tutto il sistema calcistico italiano.
Noi siamo diversi, perché abbiamo tracciato una via relativa alla gestione sana della società che altre squadre in Italia non hanno avuto il coraggio o la voglia di attuare. Anche quando ci hanno palesemente danneggiato, anche con la Lazio con quel rigore non concesso, non ci siamo minimamente scomposti e siamo andati avanti,imperterriti, per la nostra strada.
Poi non riusciremo a vincere, poco male: è solo questione di tempo. I cugini si metteranno anche la seconda stella sul petto, ma il futuro è dalla nostra parte, perché la sacra fiamma del Milan è tornata a scatenare la sua luce. E quell’abbraccio tra Pioli e Maldini ne è il simbolo. E, se mi permettete, la nostra forza sta anche nelle lacrime di un ragazzo che lavora giorno e notte per il Milan : Ricky Massara. Un ragazzo che lavora nell’ombra, ma che ha dimostrato di amare il Milan come lo amiamo noi, perché essere milanisti è la cosa più bella del mondo.
Caro Investcorp un consiglio, da loro devi ripartire perchè rappresentano il Milan.

FVCRN

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"Quando il Milan ti entra nelle vene avrai sempre sangue rossonero" Ho visto la serie B, ho visto Milan Cavese, ho toccato il tetto del Mondo con un dito e sono ricaduto ma sempre rialzato. Ho un papà Casciavit....Grazie per avermi fatto milanista.