L’enigma di gennaio

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In questo scorcio finale di una stagione certo terrificante (non da 8 e nemmeno nei parametri, mi spiace per Paolo Maldini) ma che ha ancora i margini di voltare al calcisticamente tragico e apocalittico (vedi alla voce 10 giugno), stiamo prevedibilimente assistendo alle solite truppe cammellate che corrono in soccorso della squadra e di una società che hanno messo in scena una serie di nefandezze sportive difficilmente prevedibili.

Gian ha ottimamente approfondito alcuni aspetti di queste arrampicate sugli specchi nel post di ieri, ma vorrei rapidamente soffermarmi sul (supposto) ENIGMA DI GENNAIO.

Secondo la vulgata di telecavallini, di menestrelli monosferici che incolpano di tutto i Mondiali qatarioti e dei loro adepti nascosti negli angoli più bui di Youtube e di Facebook, lo straziante gennaio che ci ha fatto affondare in 3 competizioni su 4 (giusto perchè la Champions League non si gioca in quel mese) è un evento metafisico, su cui nessuno può avere controllo. Come la pioggia, come il tempo che passa, come il mal di testa.

Quando costoro ricostruiscono la stagione del Milan salta sempre fuori la frase: ‘E poi c’è stato gennaio quando vabbè non scendevamo in campo’. Ma vi paiono normali affermazioni del genere?

Ricapitolando:

Salernitana in trasferta vittoria di misura tra atroci sofferenze. Roma in casa rimonta subita in 5 minuti coi cambi cervellotici di Pioli e blackout imbarazzante. Eliminazione a domicilio in Coppa Italia per mano del Torino di Valentino Mazz… ah no di Michel Adopo, con una larga fetta di match giocato in superiorità numerica. Pareggio a Lecce dopo essere stati sotto di due gol al termine di un primo tempo imbarazzante. Solita umiliazione nel derby a Riyadh, in cui perdiamo la chance di vincere un trofeo. Lazio in trasferta 4 a 0 senza storia. Sassuolo IN CASA 2 a 5 con i neroverdi che ci passeggiano in faccia. E una propaggine a inizio febbraio con ulteriore sconfitta contro l’inter, quando decidiamo di schierarci a specchio col 3-5-2 facendo catenaccio per non subire un remake a parti invertite dell’11 maggio 2001 e superando la metà campo mezza volta.

E tutto questo sarebbe successo per un qualche allineamento esoterico ed incontrollabile di pianeti? Non ci sono forse responsabilità che affondano già nell’imbarazzante sequela di amichevoli dicembrine con conseguenti ritiri (sempre se si possono ancora chiamare le cose col proprio nome) più o meno velatamente punitivi?

Nessuno ha fornito una spiegazione, seppur parziale, di una sequela di figure di m***a tanto ravvicinate, fragorose ed eclatanti. Nessuno dell’ambiente Milan che abbia fatto filtrare un costrutto logico a chiarire cosa diavolo stesse succedendo e la sciatteria estrema e diffusa con cui è stato affrontato un periodo chiave della stagione. Solo chiacchiere vuote e lisergiche interviste post partita in cui si farneticava di parametri e di impossibilità di competere con la Premier (…)

E questo enigma di gennaio ce lo siamo trascinati stancamente fino all’epilogo più devastante, cioè dimenticarsi di giocare una semifinale di Champions League arrivata sia per indubbi meriti contro Spurs e Napoli sia per la sorte favorevole racchiusa nelle palline di Nyon. Nessun dubbio che l’inter sia più forte ma ciò che lascia straniti e annichiliti è l’evidenza di non aver provato neanche a giocarsela, lasciando via libera PROPRIO ai nostri rivali più rivali di tutti, mostrando una inferiorità psicologica, tattica e tecnica sconcertante.

Ma anche qui sembra tutto passato in cavalleria, forse in attesa che la auspicabile (speriamo ragazzi speriamo!) vittoria del Manchester City a Istanbul renda ex post il boccone meno amaro di quanto sembri oggi.

Stagione da 8!

In una società calcistica normale, focalizzata principalmente sull’obiettivo sportivo e non solo su arzigogoli da commercialista o da speculatore di borsa, il tecnico sarebbe già stato cacciato a inizio febbraio con una calorosa stretta di mano, un ringraziamento per lo splendido scudetto 2021/2022 e un vaffa tra le righe per le continue figure di palta accumulate senza colpo ferire. Forse una società calcistica normale avrebbe anche suggerito all’Unto del Signore di non lasciarsi andare a valutazioni nei parametri e da 8 dopo che un popolo intero aveva sofferto le pene dell’inferno… esistono anche le sensibilità su tempi e modi per dire certe cose, se le si pensano.

Per quanto mi riguarda 4 derby persi  (di cui due semifinali europee e una finale di Supercoppa) con lo score di 7 a 0 e il totale di 2 o 3 tiri verso lo specchio della porta di Onana, sarebbero stati sufficienti per le dimissioni del tecnico, il mea culpa di dirigenza e proprietà le scuse pubbliche dei giocatori ai tifosi. Tifosi che tra le altre si sono trovati a sborsare cifre iperboliche e sproporzionate rispetto agli stipendi medi italiani per poter vedere dal vivo la Champions League… e certo che così sono capace anche io di sbandierare i record storici di incasso!

Detto questo domenica sera pensiamo a prenderci già domenica al cessum questa qualificazione alla prossima Champions League, che pare essere l’unica cosa che importa davvero a questa gente. E poi ci si concentrerà innanzitutto sulla ex Costantinopoli e poi sul solito mercato che si preannuncia urgente ed enigmatico sì, ma mai quanto quel simpaticissimo gennaio su cui pare nessuno abbia ( o si prenda ) responsabilità!

FORZA VECCHIO CUORE ROSSONERO

Raoul Duke

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Milanista dalla nascita, primo ricordo Milan-Steaua del 1989 e prima volta nella fu Curva Sud in occasione di un derby di Coppa Italia vinto 5-0. Affezionatissimo al Milan di Ancelotti nonostante tutto e fiero delle proprie scorribande in Italia e in Europa al seguito della squadra fino al 2005, anno in cui tutto è cambiato. DAI NAVIGLI ALLA MARTESANA, DA LORETO A TICINESE, TRADIZIONE ROSSONERA, TRADIZIONE MILANESE!