Life is a rollercoaster

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E’ un poco il simbolo di questa nostra annata ma, in particolare, della partita di Domenica. In vantaggio, poi rimontati, poi superati, la pareggiamo prima e la vinciamo poi. Come sempre, questo Milan fuori dagli schemi ed imprevedibile, la pareggia nel momento migliore dei viola quando, sulle ali del vantaggio, sembravano poterla gestire a piacimento lasciandoci un po di possesso palla, compattandosi bene dietro e ripartendo in contropiede lasciando la sensazione che i rossoneri fossero impotenti. Il rischio di prendere la goleada c’era ed invece prima la pareggiamo, poi andiamo a vincerla. E la pareggia Diaz con un tocco in area in mezzo al traffico (su una spizzata di Kjaer), proprio lui che fino a quel momento era sembrato come pollicino tra i giganti. Così come la vinciamo con un tiro di Calha, imbeccato da kessie sul quale Tomori aveva verticalizzato di prima sull’ennesimo anticipo clamoroso, con un tocco da biliardo degno del miglior John Higgins nella finale del campionato mondiale di snooker.

A proposito… Ma perchè il fallo è solo di Ibra? chiedo per un amico Karateka…

Una corsa su un rollercoaster, ma non come quelli di Gardaland, una corsa come nemmeno sopra i 139 metri d’altezza a 206 km orari del Kingda ka avremmo potuto immaginare. Su e giù, su e giù, sempre col cuore in gola. E così ritorniamo ad un secondo posto vero (non virtuale come lo era la settimana scorsa) con la liquiventus che le prende inopinatamente dal Benevento al Cessum (a proposito, grazie Pippo) e la Roma che lascia i tre punti al Napoli di Ringhiuso in quel dell’olimpico. Sarebbe stato meglio un pari ma va bene anche così. Il piazzamento CL è solo nelle nostre mani, sono gli altri, una tantum rispetto alle passate stagioni, che devono rincorrere.

La nostra situazione, adesso, sembra nettamente migliore. Stiamo recuperando pian piano gli infortunati (a proposito, ma quanto ci è mancato Bennacer…), mancano sempre meno partite alla fine di questo stranissimo campionato e, anche se il solo pensiero è una ferita dolorosa, non abbiamo più la El, bellissima da giocare ma sfiancante. Inoltre il calendario è, almeno sulla carta, favorevole. le prossime partite dovrebbero essere abbordabili mentre le concorrenti avranno alcuni scontri diretti e, dovessimo guadagnare ancora qualche punto, potremmo affrontare le ultime partite impegnative con serenità ed anche una sconfitta non metterebbe a repentaglio la qualificazione. Il tutto però sulla carta…

Lo riscattiamo vero? Dai Paolino, dicci che lo riscattiamo…

L’impressione è che questa squadra dia il meglio di sè proprio nei momenti più difficili quando meno te lo aspetteresti ed in quei momenti, spesso e volentieri, anche da quelli da cui meno te lo aspetteresti. Da Diaz, ad esempio, che dopo una partita anonima in balia degli avversari, prima la mette e poi, riportato da Pioli in centro, gioca un buonissimo spezzone. O Dalot, che dopo un primo tempo in cui Castrovilli e Ribery a turno lo fanno ballare più allegramente di Joachim Cortez facendomi rimpiangere “voglio ma non crosso” Abate, finisce in crescendo. Roba che se avessi visto solo gli ultimi 20 minuti avrei pensato fosse un giocatore di calcio. Questa squadra però, se da una parte sa stupirci proprio nelle partite e nei momenti più difficili, se sembra non voler mollare mai e puntare sempre al risultato, da quell’altra non ti lascia tranquillo nemmeno se gioca un’amichevole contro il Fanfulla ed ho l’impressione che la certezza della qualificazione arriverà solo alla fine. Francamente, proprio per come è fatta e si è comportata fino ad adesso, se anche dovessimo giocarcela all’ultima contro i magutti… beh, ci arriverei sereno, certo che quanto meno se la giocherebbero fino al 90+ anche se spero ci si arrivi prima, per non mettere a rischio la mia e la vostra salute psicofisica.

Apro una parentesi su Donnarumma. E’ già da un po che lo vedo stranamente deconcentrato. Intendiamoci, tranne una, non ha fatto grandi cappelle ed ha preso gol che prenderebbero la maggioranza dei portieri pero… Lo vedo da come si muove, da come non mostra più quella sicurezza innata, da come si fa guidare più dal ragionamento che dall’istinto perdendo a volte quella frazione di secondo che fa la differenza tra il miracolo ed il gol preso. Da come grida con i compagni perché non vuole farsi tirare addosso mentre una volta, come tutti i portieri quando sono sicuri di se stessi, quasi non se ne curava tanto aveva la consapevolezza che dovunque la palla sarebbe arrivata ci sarebbe arrivato pure lui, perché la palla “ERA SUA” e di nessun altro e non gli avrebbe mai fatto lo sgarbo di finire in rete. Anche ieri sulla punizione è arrivato con un microsecondo di ritardo, con la mano aperta male, senza dare quel colpetto di reni tipico suo all’impatto col pallone che gli ha permesso molto spesso di mandarne di simili oltre la traversa e goffo in volo. E poi, la protesta dopo la convalida del gol è quella tipica del portiere che sa di avere anche un poco di responsabilità (un poco… la peggiore è quella di Dalot che fa un fallo inutile in una zona pericolosa) e lo dico per averla vissuta mille volte nello stesso modo (ed essermi preso i relativi vaffa dai compagni).  Ripeto, nulla di così drammatico (così averne in ogni caso, tanto per essere chiari), ma la sensazione è che il ragazzo in questo momento non sia sereno. Mi sbaglierò ma me l’immagino così, quando si alza la mattina…

“uhm… allora che faccio? Rimango al Milan magari rinunciando a qualche milione e facendo incazzare Zio Mino e accetto sperandi nel futuro di questa squadra? Certo mi piacerebbe essere il protagonista di un Milan che ritorna ad alti livelli, in fondo qui sono cresciuto e sono pure un tifoso, ma se poi i programmi non si realizzano e rinnovo poi non sarà troppo tardi per cambiare e mi gioco la carriera? Magari se vado là (decidete voi dove sia il là…) posso vincere una Champions, magari più di una, ed essere riconosciuto come il migliore al mondo ed entrare nella storia dei grandi portieri… come dire… Yashin, Mayer, Cudicini, Zoff, Dida, Buffon, Neuer, Donnarumma… E se poi vado ma non mi trovo? Se comincio a sbagliare qualche partita e mi fanno il culo? Qui in fondo è casa mia… Qui magari mi perdonano anche qualche cazzata… E Antonio? Se rimango rinnovano anche a lui che è più facile imbrocchi un sei al superenalotto che non che trovi un altro ingaggio ad 1 milione all’anno (se lo trova un altro ingaggio aggiungo io…) anche se, in fondo, con quello che aveva guadagnato prima più i quattro che gli ho fatto dare adesso, Il problema del panino e della mortadella non dovrebbe avercelo.  Ma, se poi la mamma si incazza perché ho pensato solo a me? E se vado ed il Milan continua a risalire la china senza di me come mi sentirò?” e così via… Ed anche nel caso la decisione fosse già stata presa (mi fa riflettere SEAL) i dubbi rimarrebbero gli stessi.

Caro mio, ti dirò… Qualche rischio te lo devi prendere. La sicurezza non c’è mai, nella vita ci sono solo scelte per le quali puoi godere o puoi pagare ma non lo saprai mai prima. Quindi alla fine decidi ma fallo presto perché se vai avanti così rischi di fotterti da solo e comunque, almeno fino a fine stagione ci serve il miglior portiere del mondo, poi, se te ne andrai, tanti saluti ed amici come prima ma almeno questo ce lo devi. Solo una cosa è sicura. A Milanello sei e sarai sempre Gigio, in qualunque altro posto sarai solo un Donnarumma qualsiasi e come tale sarai valutato nel bene e nel male. La vita è un rollercoaster per tutti… 

PS: Un caro amico mi fa pensare… Immaginando gli juventini adesso mi sovviene che anche per loro ci sono salite e discese, a volte pure vorticose e pericolosissime, ed anche entro i confini nazionali dove invece pensavano sarebbe stata sempre e solo dolce discesa in pieno relax e senza scossoni. La vita è davvero un rollercoaster per tutti….

FORZA MILAN

Axel

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Puoi cambiare tutto nella vita. La fidanzata, la moglie, l'amante, la casa, il lavoro, la macchina, la moto e qualsiasi altra cosa che ti viene in mente. Solo una cosa non potrai mai cambiare. La passione per questi due colori. "il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari". Grazie mamma che mi hai fatto milanista, il resto sono dettagli.