L’importante è che rimanga Ibra…

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E’ il refrain del momento. Lo si legge su siti e giornali, sui social, sulle chat degli amici milanisti, e pure qui, sul night. Lo leggo e lo sento dire troppo spesso e, in tutta franchezza, mi preoccupa; e non poco.

Ero contrario all’arrivo di Ibra, non è certo un segreto. Non che non credessi potesse ancora fare la differenza in una squadra disastrata come lo era il Milan in quel momento, ma perché consideravo (e considero ancora) che una squadra che avesse l’ambizione di ritornare a buoni livelli non potesse far dipendere le sue fortune da un quasi trentanovenne. Non era Ibra in sé, ma il concetto sembrava una contraddizione in termini e non lo digerii bene per tutte le relative implicazioni.

Devo anche ammettere che per quanto mi aspettassi qualcosa di buono non credevo avrebbe potuto avere un impatto così devastante. Non è solo quello che fa in campo, dove in pratica dirige i compagni come farebbe un sergente maggiore dei SEAL con un plotone di reclute durante il BUD/S, con l’intelligenza tattica che lo posizione sempre dove serve, che sa arretrare per far girare la squadra come un orologio quando capisce che deve dare la sveglia, che segna e fa segnare, che porta via difensori a grappoli per liberare i compagni, che ci delizia con colpi ad effetto (ma sempre per una buona ragione e mai per lo spettacolo) e così via e potrei andare avanti parecchio. Ma la cosa più importante è quel carattere tosto, arrogante (ma con buoni motivi per esserlo a differenza di tanti altri), sfrontato, esondante, esagerato, condito da uno sfumato (si fa per dire…) delirio da onnipotenza (ma secondo me c’è anche una buona dose di ironia ed autoironia… Ha capito che noi gli andiamo dietro e ci godiamo e si compiace di stare al gioco… “Volete Ibra? Ed Io vi do Ibra”…) ed oramai quasi leggendario che lo fa vedere agli occhi dei compagni come la diretta emanazione dell’altissimo, cosa che a Lui un po fa girare le scatole perché certo di essere colui che emana e non quello che è stato emanato. Gli basta un’occhiata, un mezzo richiamo, un cenno, e gli altri trottano. Quando un compagno, chiunque e senza distinzione, ha la palla tra i piedi per prima cosa guarda dov’è lo svedesone. Se è nei paraggi la palla va a lui che sicuramente saprà cosa farne e viene pure passata con deferenza. A parte Theo, Donnarumma, Benny e Romagnoli (sui quali bene o male si poteva contare) chi avrebbe puntato un Euro sul rendimento ai livelli ai quali abbiamo assistito di Calha, Sale, Casti, Kessie gli stessi Conti e Calabria volendo vedere, Rebic, e… Leao (azz, Leao… e questo sa di miracolo vero…)?  Quindi, lunga vira a “RE Z” e che nostro Signore (cioè lui stesso?) ce lo conservi a lungo e in buona salute, ma…

Ma non vorrei che visto l’impatto del “RE”, visto l’andamento tanto buono quanto inaspettato della squadra nel campionato del post lockdown, passasse il comodo (e risparmioso) concetto che siamo già una squadra ai livelli delle altre competitors per i posti che contano e che sul mercato basti il minimissimo indispensabile giusto per sostituire con qualche onesta riserva le partenze dei “non rinnovati…” e con l’inserimento di qualche giovane cavallino di ritorno (Pobega ad esempio, che mi piace parecchio dai tempi non sospetti della primavera ma è da sgrezzare…) o Pessina e, come dire, appostocosì. Non voglio passare per disfattista ma continuo a pensare che non possiamo basarci solo sul rendimento attuale per valutare la rosa. In questo finale di campionato c’è stato senz’altro parecchio di buono, questo lo credo anch’io, ma allo stesso tempo non può essere tutto “così buono” come ci è apparso. Lieto di essere smentito ovviamente ma permettetemi un po di scetticismo.

Sono convinto che in questo periodo sono stati tanti i fattori che hanno determinato il rendimento scintillante, non ultimo il fatto che la squadra ha giocato per Pioli (o contro l’arrivo della Rangnick revolution se preferite), agli ordini di Ibra. La conferma del tecnico parmense, con il relativo due di picche al deutschspinnen, è arrivata a furor di popolo così come a furor di popolo si sta cercando di rinnovare ad Ibra (che giustificate o meno che siano ha le sue pretese) ma non vorrei che questo sacro furore si limitasse a questo facendo il gioco di una proprietà che “se potrà risparmiare lo farà” un po come la sfiga di Murphy. I rinnovi alla grazie presidente” li abbiamo già vissute e sappiamo tutti come è finita.

In ultimo (mi ci ha fatto riflettere Larry con la consueta lucidità), il puntare tutto su Ibra implica dei rischi elevati. Che, visto che non è più un ragazzino, gli accada qualche infortunio grave, e saremmo fottuti, oppure, che se le cose non andassero bene gli parta l’embolo e scazzi nello spogliatoio col risultato di umiliare e deprimere i compagni, e saremmo doppiamente fottuti. Ibra è così, gioca per arrivare all’obiettivo e se le cose vanno storte può reagire anche male, a volte pure malissimo. D’altra parte se vuoi Ibra devi prendere il pacchetto completo e, pur con tutti i tantissimi ed importantissimi pro, ti devi ciucciare anche i contro.

Vedremo cosa succederà ma questo mercato sarà a mio avviso molto importante. La base finalmente, dopo tanti anni, c’è e forse non manca moltissimo per poter continuare su questa strada virtuosa. La squadra ha dimostrato di avere delle potenzialità e di essere sempre più “squadra”, unita e che scende in campo sapendo cosa deve fare. Non mi aspetto certo spese faraoniche, quelle dei Messi (che andrà all’Inda di sicuro se no chi lo sente Gonde…) o degli Mbappè, ma nemmeno dei Milinkovic Savic per capirci, ma che sia onesta ed intelligente portando a casa un mix di giocatori che sappiamo integrare quello che di buono abbiamo visto e diano qualche garanzia in più per la prossima stagione perché altrimenti il rischio di buttare via tutto e di dover ricominciare da zero (e senza Ibra) per l’ennesima volta dopo aver sprecato un altro anno è concreto.

Bennacer su Ibrahimovic: “Ti aiuta tanto, con lui vuoi fare di più, non vuoi perdere una palla, vuoi dare il meglio perché lui cerca la perfezione. E se non la trovi ti ammazza, ma lui è così, ha ragione. E’ giusto urlare quando sbagli qualcosa e non dire niente quando fai bene, è così che si impara e si diventa un giocatore di alto livello”.
E speriamo che abbiano capito tutti l’antifona…

Quindi non sarebbe meglio dire: “l’importante è, ANCHE”, che rimanga Ibra? Ecco, sarei più felice di leggerla così…

PS: sono d’accordo con Max, cito testualmente:  “Sono contento di non dover essere Io a dover fare le scelte. Perchè un conto è giocare a football manager, competere al fantacalcio, parlare tra tifosi o scrivere sul night, tanto se sbagli non succede niente, un altro è dover fare le scelte giuste ed averne le responsabilità. Quel che è giusto è giusto…

FORZA MILAN

Axel

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