L’interesse fondamentale

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Per noi l’interesse fondamentale è recuperare in termini di credibilità quello che è un brand straordinario che è quello della juventus (…) I tifosi della Juventus sono un po’ preoccupati? Io credo che tutti i tifosi siano un po’ preoccupati perché i tifosi della Juventus sono la maggioranza. così parlò Elk…ah no scusate, il presidente della FIGC.
Già, avete letto bene, la figura apicale del calcio italiano. Non mi sorprende che la stampa nostrana abbia fatto passare tutto in cavalleria non opponendo una giusta e sacrosanta critica a chi come interesse fondamentale dovrebbe avere, a questo punto il condizionale è d’obbligo, la credibilità del calcio italiano. Per molti è dura da digerire, ma il calcio italiano non è la juventus: il calcio italiano è una miriade di squadre che dovrebbero lottare con pari regole, pari diritti e pari doveri. Chissà perché nei mass media questi concetti semplici e basilari non passano e non vogliono farli passare quasi si facesse un torto a qualcuno. Questo è l’interesse fondamentale, il resto è interesse particolare, rimestare nel torbido, confondere, simulare e nascondere, il modo perfetto per minare la credibilità del calcio italiano tanto che da noi è tutto anestetizzato, ma all’estero senza le truppe cammellate tutto assume un’altra valenza e i fatti un’altra prospettiva.
Il dramma di certe dichiarazioni, sì dramma è il termine giusto, è quel sottendere, quel detto non detto che suona un po’ tutte le squadre sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre. Non dimentichiamo che queste affermazioni, per me gravissime, arrivano poco prima della riformulazione della penalizzazione della juventus con un tempismo a dir poco inadeguato. Frasi del genere non fanno il bene del calcio italiano, anzi portano ombre e sospetti indipendentemente dal fatto che si creda davvero in certe affermazioni o meno, figure del genere dovrebbero lasciare il posto che occupano a chi ha maggiori capacità e sa discernere l’interesse generale da quello particolare.
In tutto questo le altre società cosa fanno? Niente, anzi c’è chi dopo aver saputo della penalizzazione loda il club penalizzato descrivendolo, udite udite, come punto di riferimento e lanciandosi addirittura in peana perchè lo stesso club ha consentito alle altre squadre di entrare nell’olimpo del calcio internazionale. Cosa hanno sentito le mie orecchie…
Ma dove vogliamo andare?! Se gli altri club, nessuno escluso, si girano dall’altra parte, anzi c’è chi si lancia in lodi sperticate prive di un minimo di logica, significa che il calcio italiano è morto perché interessa l’orticello, l’interesse particolare, gli aggiustamenti lontani da occhi e orecchie indiscrete piuttosto dell’interesse generale. Io sono allibito dal silenzio di tutti dopo certe uscite, sono allibito da quanto in basso ci si possa spingere senza il minimo pudore.

L’interesse fondamentale dovrebbe riguardare anche coloro che hanno a che fare con il nostro Milan: proprietà, presidente, ad, dt, allenatore, staff e giocatori. Quando ognuno pensa a salvare la propria cadrega o in generale poco gli importa del risultato sportivo è chiaro che tutto va a farsi benedire.
Non mi dilungo sui risultati sportivi penosi visti quest’anno, ne hanno già parlato abbondantemente prima di me, quello di cui vorrei parlare è appunto l’interesse fondamentale che sarebbe, anche qui il condizionale è d’obbligo, il Milan ed essendo il Milan un club sportivo dovrebbe essere lo sport e più precisamente il calcio. Lo dico subito non ho alcuna stima verso Cardinale, un proprietario che va in giro con la calcolatrice e due soli obiettivi in testa: lo stadio per far soldi e il trofeo quarto posto per i soldi. Il presidente beh è Stadioni e se oggi parla solo di stadio, prima ci aveva avvisato come preferisse qualificarsi tre volte alla champions anziché vincere uno scudetto. Anche qui trofeo quarto posto, cioè i soldi, dello sport manco a parlarne. Poi c’è l’ad Furlani che improvvisamente dopo la rovinosa uscita dalla champions diventa a stampa unificata colui che ha trovato l’accordo per Leao (sarebbe l’area di Maldini quella dell’accordo) con Maldini messo sulla graticola (chissà perché adesso e non a gennaio). Arriviamo quindi a Maldini che in ogni periodo di crisi non ha fatto altro che dichiarare come la stagione fosse fantasmagorica (prima nei parametri e ora ottima) per parare il suo fondoschiena perché non voglio pensare creda veramente a certe fesserie. Quindi c’è Pioli che sa di aver le spalle coperte da Maldini che fu convinto da Boban a esonerare un moribondo Giampaolo, figuriamoci chi ha vinto lo scudetto e con contratto appena rinnovato. Pioli che ha smesso di giocare a calcio per dedicarsi al football americano, con una media punti nel 2023 ridicola, figure di merda a nastro, dichiarazioni sempre più imbarazzanti, ma nessuno a smuoverlo perché contano più i soldi da pagare per il suo contratto dei risultati sportivi. A cascata lo staff atletico e/o medico con il terzo anno consecutivo da esercito al fronte più che club sportivo, ma nessuno a prendere decisioni come se in fondo va bene così, perché di chi scende in campo e del risultato sportivo chi se ne frega, alla fine una scusa si trova sempre. Infine ci sono loro, coloro che scendono in campo, incapaci di vincere contro un fottio di squadrette, come se ci volesse haaland davanti o rinus michel in panca, ma pronti in ogni post social a farci sapere che loro daranno tutto per il Milan perché è una seconda pelle. Ma per piacere, basta con ste cazzate e fate vedere in campo coralmente le promesse individuali del mondo virtuale.
L’interesse fondamentale è il Milan. A me non frega un cazzo di chi sia la proprietà e tutti gli altri a cascata, proprio non me ne fotte niente dei loro obiettivi particolari ed individuali, a me da tifoso interessa il Milan e quest’anno a partire dalla proprietà han fatto tutti schifo, ragionando per compartimenti stagni e facendosi la guerra come dei bambini. Penosi.
Siccome non tutto si può cambiare, e nemmeno sarebbe corretto, il minimo sindacale sarebbe rimuovere allenatore e staff oltre ad una revisione della catena del potere decisionale per riportare davanti a tutti l’interesse fondamentale: il Milan. Non accadrà? Vorrà dire che la mia stima per Cardinale rimarrà immutata perché il pesce puzza sempre dalla testa.

Seal

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Ricordo Baresi entrare in scivolata e poi l'ovazione del pubblico, da quel momento ho capito che fare il difensore era la cosa più bella del mondo. Ancora mi esalto quando vedo il mio idolo Alessandro Nesta incenerire Ferrara sulla linea di porta mentre credeva di essere a un passo dalla gloria. Se la parola arte fosse compresa appieno le scivolate del n.13 sarebbero ammirate in loop al MoMA di New York.