Dopo il “predestinato” Sandro, contro la Fiorentina tocca a Rafa Leao far saltare in aria me e tutto San Siro brulicante di passione, di voglia di festeggiare con i suoi ragazzi. Si perché tra questi ragazzi e i suoi sostenitori si è creata una empatia che da molto tempo non vedevo, non percepivo non odoravo. Il pubblico rossonero è stato sempre vicino ai suoi beniamini ma questo gruppo li ha trascinati con sé e loro si sono fatti trascinare volentieri.
Al gol del fenomeno portoghese ho esultato tutta la mia gioia liberatoria e guardando papà ho iniziato a versare qualche lacrima e mi sono un po’ isolato. Il mio cervello ha iniziato a portarmi indietro nel tempo, quando tutto le partite erano alle 15.00 della domenica e non in orari assurdi in onore degli interessi televisivi. Poi ho avuto un altro flash back: 1 maggio. Beh per me il 1 maggio non è la festa dei lavoratori ma è la festa della mio riscatto in rossonero. Nel 1988 ero un ragazzetto di 14 anni (così ora sapete quanti anni ho) e quell’eta’ ho già vissuto due retrocessioni in serie B, la sconfitta con la Cavese in casa, gli sfottò di Peppino Prisco “Il Milan in B? e per due volte, una pagando, l’altra gratis”. Ecco in quel lontano caldo pomeriggio del 1988 ho finalmente per la prima volta, l’occasione di riscattare tutte quelle amarezze, finalmente posso essere protagonista e provare le sensazioni cosa vuol dire provare a vincere uno scudetto, capire cosa si prova. Un giorno vi scriverò come vissi quel giorno.
Quando guardavo le partite con papà mi diceva sempre facile tifare adesso con i Maldini, Baresi, gli olandesi e io gli rispondevo “papà hai ragione” perchè noi siamo milanisti dentro eravamo a San Siro in quel infausto giorno in cui la Cavese espugnava San Siro, e anche se non capivo appieno cosa voleva dirmi perché ero troppo piccolo, intuivo ma non capivo. Poi con il tempo ho capito appieno cosa volesse dire, perché dopo le grandi gesta ci sono stati gli anni bui, gli anni melmosi, abbiamo visto anche un gobbo indossare la nostra sacra maglia e la nostra fascia da capitano che è stata al braccio di autentici monumenti come Liedholm, Cesare Maldini, Rivera, Maldera, Baresi, Maldini.
Da quel 1 maggio 1988 ho potuto assaporare il gusto della vittoria moltissime volte ma la prima volta è sempre la prima volta.
E sicuramente questo gruppo si sta apprestano a vivere dei momenti importanti per la prima volta è sono strafelice che abbiano avuto il loro primo maggio.
Mentre ho le lacrime che solcano il mio viso il mio cervello mi ricorda che la prossima partita è a Verona, praticamente dietro casa mia.
A me questa trasferta mette sempre i brividi perché ci abbiamo rimesso due scudetti….per quello del 1973 ero troppo piccolo e l’ho vissuto attraverso i racconti di mio padre ma, la Fatal Verona del 1990 la ricordo molto bene ed è rimasta indelebile in me. Quella partita non si gioco’ a maggio ma ad aprile e io l’ha vissi come una autentica ingiustizia, le 4 espulsioni, il rigore non dato, la monetina di Alemao a Bergamo….purtroppo Concetto Lo Bello deludendo le speranze di Gianni Rivera ebbe un figlio maschio, tale Rosario che in quel pomeriggio grigio veronese ne combino di tutti i colori. Beh anche quest’anno siamo stati molto danneggiati, vero Valeri? Se non è rigore quello su Leao quando mai potremmo ambire ad averne uno. Ma noi siamo forti e non perdiamo la testa andiamo avanti ugualmente a giocare il nostro calcio.
A dire il vero il Milan attuale rispetto a quello del 90 scenderà in terra veneta con un altro spirito e soprattutto con un’altra condizione fisica. Strano ma vero, ma il Milan di Sacchi iniziò il suo ciclo proprio a Verona nell’ottobre 1988 con il gol di Virdis e finì due anni più tardi nel 1990. Certo nel maggio 90 ci fu la notte di Vienna ma quel fluido magico del tecnico romagnolo si stava esaurendo.
Maggio….il mio mese preferito, il mese rossonero per eccellenza, perché sinonimo di tante vittorie, anche di sconfitte, di tante emozioni e sensazioni incredibili che non sto a elencarvi ma che gli altri tifosi non possono capire perché mai provate e purtroppo per loro non le proveranno mai.
Non lo so se riusciremmo nell’impresa di vincere questo campionato ma io di questi ragazzi e di questo mister sono innamorato perché lo scorso anno è stato gettato un seme che sta iniziando a dare i suoi frutti, come tanti anni fa negli anni del piccolo Diavolo, che io ricordo sempre con piacere e molto romanticamente, si gettò un seme che poi diventò uno degli alberi più belli della storia del calcio.
This is Milan!
FVCRN
Harlock
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