Ormai il rischio è di abituarsi troppo bene, perché questa squadra continua a macinare un risultato positivo dopo l’altro, e lo fa in modo sempre più sicuro e sempre più piacevole. Mi sto talmente abituando bene che a distanza di 5 giorni mi girano ancora un po’ le scatole per il pareggio interno con la Roma, nonostante non manchino affatto le attenuanti: la più importante, molto banale, è che non si può vincere sempre e il Milan veniva da ben 8 vittorie consecutive in stagione, compresa la folle notte portoghese sfangata ai rigori che comunque tecnicamente rimane una vittoria, per cui presto o tardi era fisiologico che arrivasse un risultato diverso dalla vittoria. Ci sono poi diverse attenuanti “di merito”, diciamo così, come il fatto che l’arbitro dopo un’ora di gioco è stato colto da un raptus stile “adesso la partita la decido io e mi metto a dare rigori a caso”, alterando visibilmente gli equilibri e anche il climax del match. Aggiungiamo poi che in sostituzione di Donnarumma è stato mandato in campo un portiere che non avevamo mai visto autore di uno svarione clamoroso in occasione del primo pareggio giallorosso, e in generale non ha dato grande sicurezza; essendo all’esordio credo sia giusto concedere anche a lui le attenuanti generiche.
Si trattava comunque di una partita aperta a qualsiasi esito, non va dimenticato che la Roma è una squadra di valore che punta a un posto Champions come noi, con molti ottimi giocatori e un totem come Dzeko davanti. Si sono viste ancora una volta parecchie cose pregevoli, a cominciare dalle due giocate di Leao che hanno portato in dote i primi due gol; in particolare il secondo, finalizzato con naturalezza da un ottimo Pino, ci ha mostrato le potenzialità del giovine portoghese che sembra stia trovando piano piano anche un minimo di continuità e grinta. Con un pizzico di fortuna in più il colpo di testa di Romagnoli in piena zona Cesarini sarebbe entrato e saremmo a punteggio pieno.
Pazienza, anche perché solo tre giorni dopo la squadra ha ripreso la sua marcia ottenendo una tonda e tranquilla vittoria in Europa League contro un’avversaria che non sarà stata il Real di Di Stefano, ma che comunque è in testa al suo campionato e non l’ha vista mai, rischiando un’imbarcata ben peggiore. Confortante la prestazione di Tonali che è sembrato meno legato di quanto visto finora, il suo processo di crescita deve essere graduale perché è comprensibile che senta il peso di indossare la maglia della sua squadra del cuore. Molto, ma molto promettenti anche le prove del piccolo Diaz e di Dalot, a loro agio e autori di giocate brillanti e decisive. Menzioni speciali meritano anche un monumentale Bennacer e un granitico Kjaer, leader silenzioso della difesa il quale ha il merito, tra gli altri, di dare sicurezza anche a Calabria che sembra un altro giocatore (o almeno questa è la mia impressione). Superfluo nominare l’Altissimo invano, che giocando in ciabatte ha per 45 minuti ha avuto la benevolenza prima di sbloccare la partita col solito movimento e assist perfetti in favore del furetto Brahim, poi di graziare il povero portiere cecoslovacco centrando di proposito la traversa. Scherzi a parte e senza fare il menagramo, spero che quello dei rigori non finisca per diventare un problema, perché è chiaro a tutti quanto il Presidente Kessie sia un rigorista migliore dell’Altissimo, ma è altrettanto chiaro quanto dev’essere difficile farglielo notare: primo perché si mette a serio rischio la proprià incolumità, secondo perché lamentarsi di qualsiasi cosa riguardi un tale trascinatore e moltiplicatore di pani, pesci, gol, assist e grinta sarebbe al limite della blasfemia.
Che bello comunque vedere il Milan vincere e giocare bene come ai bei tempi, e che bello vedere i carcerati arrancare in Italia e in Europa vittime del calcio liquido (eh? del loro improvvisato allenatore, finché dura voglio godermela anche se prima o poi qualcuno gli verrà in soccorso, che sia il virologo CR7 o gli amici del VAR, o più realisticamente entrambi. Ce lo meritiamo o no? No dico: ce lo meritiamo o no? Ce lo meritiamo eccome, sono anni che prendiamo calci nel di dietro e soffriamo, sarà anche ora di assaporare un po’ di senso di superiorità. E’ vero, siamo ad Ottobre e abbiamo davanti millemila peripezie per arrivare in fondo, ma per ora chissenefrega.
Tuco
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