E’ domenica pomeriggio. Come faccio a scrivere un post che deve essere pubblicato martedì mattina quando la sera prima va in onda una puntata di “report” che parlerà del Milan e della storia travagliata della società, di passaggio in passaggio, fino alla situazione attuale e che sarà il topic del giorno? Che senso avrebbe parlare di un qualsiasi altro argomento ben sapendo che a Voi non sfugge niente e che oggi la giornata ruoterà attorno a questo tema? Che visto la delicatezza dell’argomento ci saranno morti e feriti (fortunatamente solo virtuali…)? Visto che non posso stare sveglio di notte per scrivere un post che già si presenta delicato da se, dopo aver ascoltato qualche parere illuminato dei miei compagni di redazione, aver interpellato le sibille, il mago Nikk U’Nuost, aver guardato nel palantir di Denetor e Madre Teresa di mandarmela buona, facciamo così; mettiamo che…
Mettiamo che nel servizio di report si parli della vendita del Milan. A partire dal primo misterioso pretendente “kato Bee” (bisogna pure riempire in qualche modo un’oretta di programmazione), per passare a zio Yongo e finire con l’escussione (di Elliott o chi per lei), e fin a qui nulla di nuovo e ne hanno già scritto a profusione i nostri esperti di finanza e gestione Max e Seal (ed aggiungo con competenza). Mettiamo che, senza nominarlo esplicitamente (immagino almeno perché la prudenza non è mai troppa), con condizionali, se, forse e ma d’obbligo, adombrino pure che dietro tutto la storia ci sia il vecchio proprietario (e non lo escludo, almeno fino al passaggio ad Elliott). Mettiamo anche che ci parlino della struttura proprietaria attuale, della reale funzione dei chiacchierati finanzieri Italiani con sede a Londra Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione e della loro “Blue Sky” (società veicolo interamente controllata dai due). Mettiamo anche che ci parlino delle azioni di classe A, B, e C (con diversi livelli di diritti societari) in cui sarebbero divise le azioni della “Project Redblack Sarl” (con sede in Lussemburgo) a sua volta unica proprietaria della “Rossoneri Sport Investment Lux Sarl” (ce ne sarebbe pure una terza ma diventerebbe complicato spiegare e mi limito alla sostanza) che detiene il 99,93% delle azioni di AC Milan Spa (in pratica tutte tranne la quota detenuta dai piccoli azionisti). Mettiamo, per finire, che si avventino su due società residenti nel Delaware (King George Investments LLC e Genio Investments LLC, ma ci torno dopo) delle quali, secondo la legislazione locale ed in piena legalità, non si possa risalire alla proprietà e che come tali non sono riconducibili a nessuno. Mettiamo che la cosa scandalizzi sia per il passaggio del Milan in quanto tale (con il relativo giro di soldi che però potrebbero essere solo gli spiccioli di un giro molto più grande) che per tutto il business che ci potrebbe essere intorno con lo stadio, la speculazione edilizia della zona commerciale e residenziale che nascerebbe ed a tutti i dobloni sonanti che ne verrebbero a non si sa chi. Mettiamo, ma se non sarà così, lo dico prima, la colpa è del mago Nikk U’Nuost, che non ha consultato con dovizia gli antichi Dei mettendomi sulla strada sbagliata…
Ora, mettendo che fosse così, ho provato ad informarmi e mi sento di fare alcune considerazioni. Cominciamo dai fatti che come tali devono essere “concreti e misurabili” come si insegna nei corsi di marketing e gestione aziendale.
Punto primo. Da tifoso quello che mi interessa è solo la situazione presente. Di tutto quello che ha portato alla situazione attuale potrebbe interessarmi come cittadino Italiano ma si aprirebbe una discussione infinita e non è questo il luogo adatto ne tantomeno il punto. Che tutto il giro del fumo sia nascosto dietro scatole cinesi e società off shore di difficile tracciatura, per quanto possa non piacere, per quanto possa essere considerato morale o meno, è la normalità per tutte le transazioni internazionali di un certo peso. Giusto o no è prassi e se volete togliervi la curiosità scegliete dieci gruppi industriali/finanziari (anche molto più grossi del Milan e ben conosciuti) e provate a capire la galassia societaria che ci sta intorno. Provate a scoprire quante percentualmente hanno una o più società partecipanti e/o partecipate in qualche paradiso fiscale. Non do giudizi, non ne ho la capacità, le conoscenze ed il titolo, ma funziona così e se cercate ne rimarrete stupiti (i non addetti ai lavori come il sottoscritto almeno). L’unica differenza è che il Milan è esposto mediaticamente. Vuoi perché è una società di calcio tra le più famose del mondo, vuoi per il vecchio proprietario, quindi fa notizia, scoop, mentre le altre passano sottotraccia fatto salvo non scoppi una magagna.
Punto secondo. L’avvocato Felice Raimondo ha pubblicato due articoli corredati dai documenti ufficiali (gli statuti societari) ed il sole 24 ore in un altro articolo (del tutto scollegato) ha sostanzialmente riportato le stesse cose. Un fatto, forse l’unica certezza. Attualmente la “redblack Sarl” è posseduta da tre soggetti. Le due società del Delaware “King George Investment e la “Genio Investment” che detengono 11.488 azioni su 12.000 del pacchetto azionario (in proporzione circa 70%-30% tra di loro) pari al 95,73% del monte azionario, e le restanti, pari al 4,27%, sono di proprietà di Blue Sky controllata dal duo Salvo&Giangi. E’ assolutamente vero tant’è che proprio da queste due società sono arrivati il 96% dei soldi che hanno ricapitalizzato il Milan più volte dall’escussione in poi. Elliott ha fatto sapere ufficiosamente di esserne la controllante (ma non ufficialmente, questo va detto), ma di sicuro è “garante” (cioè quella che garantisce presso le banche, mica poco direi…). Risulta pure che una parte di queste azioni rimanga formalmente nelle mani di S&G (che avrebbero il 50,1% e quindi la maggioranza) ma nelle carte è ben specificato che sono nella disponibilità delle società in USA. Tecnicismi legali che non cambiano la sostanza (carta, anzi carte, cantano…)
Punto terzo. E’ vero che in Delaware (una sorta di Liechtenstein a stelle e strisce) i proprietari di una società non sono tenuti a palesarsi ma questo si può fare più o meno dappertutto, pure da noi. E’ sufficiente che si intitolino le azioni ad una fiduciaria ed i nomi dei proprietari spariscono per incanto e, credetemi, è una pratica legale (non fa risparmiare nulla di tasse, obblighi e responsabilità), ma garantisce l’anonimato tanto quanto, ed è pratica molto diffusa anche per piccole società dove, per banali motivi di riservatezza o commerciali, i titolari preferiscono non apparire.
Punto quarto. Le azioni della redblack sono attualmente solo di classe A e B dove quelle di classe B hanno minori diritti in sede di CDA e decisioni strategiche. Le azioni di classe C sono state convertite in azioni di classe A nel momento del passaggio alle aziende americane. Quindi, ed anche questo è un fatto, il Milan alla fine dei conti è nella mani della King e della Genio. Blue sky (quindi S&G) non hanno in realtà reali poteri decisionali laddove non coincidessero con i voleri di Elliott (sempre “o chi per Lei”).
Punto quinto. Che Elliott abbia da sempre degli interessi in comune con la galassia Fininvest (vedi la guerra per il controllo di Mediaset e Tim) e che Cerchione e D’Avanzo facciano parte di questo giro (uno dei tanti della finanza internazionale che tra loro si alleano o si fanno la guerra a seconda della convenienza del momento) e siano legati ai Singer da rapporti di collaborazione di lunga data non è certo un mistero. Che nel CDA del Milan siano in quota Elliott e ne facciano gli interessi non dovrebbe stupire ma da li a farli i proprietari occulti della società, magari in nome e per conto di altri, mi sembra francamente azzardato e, soprattutto, questo non è un fatto.
In conclusione: L’unica cosa certa al momento è la divisione attuale delle quote, che King George e Genio controllano il Milan e che S&G fanno si parte del giro ma con quote minimali. E’ pur vero che dietro queste società potrebbe esserci chiunque (io ho buoni motivi per pensare ad un consorzio Ali, For e Chasaku, così per dire…). Tutte il resto sono illazioni o, al massimo, riflessioni personali in buona fede. Come direbbe un noto comico romagnolo: “pugnette…”
L’unica cosa che mi sento di aggiungere è che laddove qualcuno dovesse mai pensare di comprare il Milan comprerà le due società in Delaware ed il gioco sarà fatto. Perché le hanno messe proprio la? Pensateci bene. Paradiso fiscale ma dentro il territorio USA a tutti gli effetti cioè dove ha sede Elliott e nel momento in cui i Singer venderanno, la plusvalenza sarà sottoposta ad un regime fiscale agevolato ma rientrerà legalmente ed a pieno titolo nelle casse di Elliott (o chi per lei…). Le quote di Cerchione e D’Avanzo? Beh… al momento della vendita varranno dai 50 milioni in su. Sono le loro provvigioni per aver seguito e gestito l’affare per conto di Elliott? Non ho certezze ovviamente ma nel mondo dell’alta finanza vige il “do ut des” e non mi stupirebbe visto che, per quanto risulta, al momento hanno tirato fuori poco o nulla ma ci hanno messo tempo, lavoro e sono gli unici, in fondo, che si sono mediaticamente esposti. Queste cose hanno un valore.
Il resto lo diranno gli eventi, forse, ma se mi ricollego alle riflessioni di Seal quando ha pubblicato l’articolo sul bilancio dal quale appariva chiaro l’intento di ripulire la società dai debiti inserendo tutti i costi possibili nel bilancio appena chiuso e spostando tutte le voci attive sull’attuale arrivo solo, per logica, ad una conclusione. E’ solo una mia idea, la tengo per me per scaramanzia, ma ci spero… Rimane un punto. Non pretendo certo di spiegare cose più grandi di me ma per lo meno mi sono limitato ai soli fatti e poco più. Per resto … Mettiamo che…
PS: Mettiamo che, alquanto inaspettatamente, mamma RAI decida di posticipare il servizio di una settimana. Mettiamo che hanno letto anche loro le carte pubblicate dall’avvocato Raimondi e dal Sole 24 ore ed hanno deciso che è meglio approfondire prima di fare una brutta figura? E mettiamo va…
FORZA MILAN
Axel
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