Milan, l’Europa ti sta lanciando un messaggio

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Questo strano agosto di calcio ci sta riservando dei messaggi importanti su come il calcio si stia muovendo. Forse evolvendo. E’ vero, si tratta di una stagione particolare, ma come ho sempre scritto fin dall’inizio della ripresa della Serie A, quando si parla di professionismo non ci sono scuse, si scende sempre in campo per vincere e per fare la differenza. Oggi ci troviamo di fronte ad uno scenario particolare, nel quale, sia in Champions che in Europa League non c’è più spazio per l’improvvisazione ma la programmazione la fa da padrona.

Inutile dire che la presenza di Lipsia e Lione nelle semifinali di Champions siano l’esempio più fulgido di quanto accennato in precedenza. I tedeschi, soprattutto, sono una società “giovane” nel mondo del calcio che grazie al denaro della RedBull (bevanda imbevibile ndr)  riuscita a costruire una squadra che non ha grandi nomi affermati ma ha molte giovani speranze. Un progetto che viene da lontano e che sta portando i suoi frutti. Si vede che c’è lavoro dietro e che c’è una programmazione che ha portato a questi risultati. Anche il Lione, che non è nuovo ad exploit europei, basti ricordare lo squadrone di inizio anni 2000 che più di una volta ci mise in difficoltà in Champions, è una realtà con una progetto alle spalle. Benzema, Pjanic, Juninho, Govou, Lloris, Abidal, Essien solo per citarne alcuni sono tutti giocatori usciti nel corso degli anni e che hanno fatto parte di questo progetto di crescita. Ora il Lione non ha più quei nomi ma ha costruito un nuovo progetto che funziona e che ha portato un allenatore come Garcia, troppo presto bocciato dal calcio italiano. PSG e Bayern per diversi motivi non sono assimilabili alle due precedenti, i francesi perchè godono di riserve illimitate sul mercato e i secondi, oltre ad avere tradizione, perchè in Germania hanno creato un sistema simil Juventus che gli permette di avere il controllo pressochè totale del mercato interno.

In Europa League, lo Shakhtar travolto dall’Inter e il Siviglia sono altri due esempi di progettualità. Puntare su mercati intelligenti e approfittare delle occasioni per avere visibilità. Questo non vuol dire vincere sempre, ma almeno arrivare a giocarsi qualcosa. Cose che noi al Milan ormai da tempo non sappiamo nemmeno cosa siano. Se si mettono le basi per un’idea e si coltivano negli anni, si possono raggiungere anche obiettivi minimi ma che portano esperienza, visibilità e vittorie. Il Siviglia non ha dei fenomeni, ma si è costruito una tradizione in Europa League che dovrebbe essere presa d’esempio anche dai club italiani.

Scrivo questo perchè credo che, aldilà di tutto, ci si possa aprire un piccolo spiraglio per recuperare il terreno perso e per provare a tornare in alto. Il calcio sta dando un messaggio, alcune corazzate (vedi Barca) stanno iniziando ad avere qualche problema. E’ vero che con le disponibilità che hanno il recupero sarà più rapido, ma è il momento di avere un’idea precisa da perseguire per portare avanti un progetto (qualora ci fosse) che porti il Milan a crescere rispetto l’ottantesima (80) posizione nel ranking UEFA. Solo le idee condivise e giuste possono aiutarci a migliorare la nostra situazione. L’inizio della nuova stagione è alle porte, eppure l’impressione è che nonostante i proclami su Pioli, le idee per rinforzare la squadra siano un pò “scarne” e che il progetto sia ancora in alto mare. Ovvia situazione se si decide a fine luglio di confermare un progetto che era stato bocciato da novembre dell’anno precedente. L’Europa League, anche se dai preliminari, dovrà essere affrontata con voglia e serietà, per arrivare in fondo. La coppa del giovedì non è, non può essere un peso. Non esiste solo la Champions, calcolando che sono oltre sei anni che non la giochiamo, vanno fatti dei passi importanti anche nella competizione minore se si vuole avere esperienza internazionale. Il Milan “Re di coppe” non esiste più, va ricostruito il nostro carisma e la nostra forza in Europa e lo si fa partendo dalle basi. Ovviamente deve esserci il supporto della società, perchè il messaggio che è passato anche l’anno scorso è “o Champion o niente”. Ma quello che questi signori non capiscono è che il calcio non è un algoritmo che si usa in Borsa, il calcio è fatto di uomini, palloni, esperienza e imprevisti.

Aspettiamo di capire cosa succederà, però il messaggio è chiaro, se si vuole tornare a crescere si deve avere un progetto chiaro, condiviso e sicuro da seguire, altrimenti rimarrà sempre un ibrido che porterà ogni volta a partire dall’anno zero.

FORZA MILAN

Johnson

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"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.