In questo calendario compresso al limite della follia, dopo la partita di Coppa con i giovanotti croati, domani sera i ragazzi ritornano in campo per giocare una partita dal fascino antico, e che ritorna a profumare di tricolore.
Perché Milan Napoli non è mai una partita banale, ha sempre molte cose da raccontare.
Quella tra i rossoneri e gli azzurri è una partita che rimanda inevitabilmente al passato, sono ormai passati oltre trent’anni dalle grande sfide che venivano sempre sintetizzate come il Nord contro il Sud, due grandi città a confronto con due modi completamente diversi di vivere e d’intendere la vita.
Milan – Napoli nella sua storia è una sfida che è sempre stata coinvolgente, piena di passione e che ha portato a molte polemiche e a volte melodrammi nel tipico stile napoletano.
E rivivere questa partita è un esercizio a cui io mi sottopongo molto volentieri, sperando di non annoiarvi, con ricordi pieni di colore, gol entusiasmanti e molte tensioni. Ve ne cito tre.
Il primo è di un Milan Napoli datato 8 dicembre 1985, ad allenare i partenopei c’è già Ottavio Bianchi, ed in quella partita rimango abbagliato dalle magie di quel ragazzo riccioluto che indossa la maglia azzurra numero 10: Maradona.
Quello è ancora un Piccolo Diavolo anche se qualche pietra per la costruzione degli anni avvenire è già stata posta, ma la ricostruzione è lunga e complice l’assenza di Franco Baresi in quella partita, Dieguito riesce ad incantare San Siro con slalom, finte, assist e con un gol eseguito con il suo magico sinistro di rara bellezza. Negli anni la sfida assume sempre di più i contorni della sfida scudetto, il Milan completa la fase di ricostruzione e si sta trasformando nel Grande Diavolo che sta per dominare.
Se dicessi 3 genanio 1988 a qualcuno di voi Cari Nighter dice qualcosa? A me moltissimo di quel giorno conservo un ricordo indelebile, erano gli anni di Arrigo Sacchi e quel meraviglioso Milan batte il Napoli in rimonta con una prova di superiorità sconcertante. La partita non inizia bene: dopo pochi minuti il Napoli è in vantaggio con un bellissimo gol di Careca su un assist che solo Diego poteva fare, Gullit da quel momento trascina una squadra rossonera semplicemente devastante e ribalta il risultato già nel primo tempo, Ruud regala l’assist del pareggio ad Angelo Colombo. Dopo pochi minuti, ci pensa Virdis a portare in vantaggio la squadra milanese.
Nella ripresa, c’è solo il Milan in campo e il ragazzo con le trecce mette subito la sua firma: lancio di Ancelotti che mette l’olandese solo davanti al portiere partenopeo, lo dribbla e segna comodamente il gol del 3-1. Gullit in quella magnifica partita realizza un gol, serve un assist e colpisce un palo. Quando al minuto 82 della partita Sacchi lo sostituisce con Massaro, San Siro gli dedica una standing ovation, dopo le difficoltà iniziali in campionato, e in coppa, tutti sono in piedi ad applaudire e finalmente innamorati del loro Tulipano Nero. Da quel giorno inizia la Gullitmania a Milano. Dappertutto spuntano cappellini con le treccine, e la popolarità del giovane olandese cresce sempre di più rendendolo l’antagonista di Maradona in quel campionato. Oltre alla grande vittoria che lanciò i rossoneri all’inseguimento dei partenopei che culminò con il tricolore proprio al San Paolo, sancì anche l’assoluta leadership di Gullit nel Milan.
E poi c’è il Milan Napoli dell’11 febbraio 1990, quello che successe in quella stagione rappresenta l’apice della melodrammaticità, lo scudetto campano con le famose 100 lire di Alemao, la seconda fatal Verona della storia rossonera. Con a Napoli che si vendevano le statuine del cavaliere che versava lacrime da rivendere come acqua santa. Quel giorno il Milan è senza Gullit che sta vivendo una stagione travagliata a livello fisico, quindi è Massaro ad affiancare Marco van Basten in attacco. Il Milan gioca bene ma non riesce a trovare la via del gol, che finalmente arriva grazie proprio a Provvidenza Massaro con un bel colpo di testa, sempre di testa è Paolo Maldini a raddoppiare per i rossoneri.
Nel finale il Milan cala il tris sempre in acrobazia, stavolta di Van Basten che con un tuffo batte il portiere napoletano Giuliani.
Ci sarebbero tanti ricordi per questa sfida, per esempio Pato ha esordito proprio con il Napoli a San Siro facendo intravvedere quello che avrebbe potuto essere ma che per i più svariati motivi non è stato. Dopo questo viaggio nel tempo ritorniamo all’attualità, come dicevamo prima dopo qualche anno buio questa sfida ritorna ad essere una partita di alta classifica, sicuramente merito dei due allenatori e delle rispettive società. Che finalmente sono partite da un progetto tecnico ben chiaro e delineato per confezionare una rosa adeguata con i giocatori giusti al posto giusto. Ad essere sinceri il Milan è partito prima dei partenopei che solo in questo ultimo anno hanno deciso d’intraprendere questa strada. Sicuramente difficile, lunga perchè il più grande alleato per poter portare avanti questa filosofia è il tempo. E nella società attuale il tempo è sempre poco e da qui la necessità di produrre subito risultati per cercare di avere velocemente guadagni per poter recuperare in parte qualche debito ma purtroppo per loro non è la soluzione vincente.
Non sarà semplice domani sera per due motivi: il primo è che il Napoli è in un momento di forma fisica e mentale davvero notevole e pieni di entusiasmo che si è visto anche in Champions contro i Rangers. Il secondo motivo perché a noi mancherà il giocatore più forte che in quella zona del campo dove loro forse pagano qualcosa poteva fare veramente male: Leao. Senza entrare nel dettaglio che ha portato all’esclusione del giovane portoghese, sono sicuro che Mister Pioli troverà la soluzione più idonea, perché tante squadre potranno seguire nella strada tracciata dal Milan, ma arriveranno sempre dopo e soprattutto non hanno una cosa che anche qui ci vuole tempo per averla: Il gruppo.
FVCRN
Harlock
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