Ormai mancano meno di dieci giorni all’inizio della stagione rossonera. Primo impegno in Europa per i preliminari di Europa League contro gli irlandesi dello Shamrock Rovers e dopo quattro giorni inizierà il campionato che ci vedrà impegnati fino oltre la metà di maggio 2021. Paradossalmente la stagione che sta per cominciare è l’allungamento di quella appena finita che ci ha visti protagonisti nei mesi post-lockdown ma che ci ha anche visti in difficoltà in buona parte della prima parte. Quale Milan vedremo dal 17 settembre in poi? Quello disarticolato e scomposto di Giampaolo e del primo Pioli? Oppure il Milan più attivo e concreto della seconda parte di stagione?
Quella che arriva è una stagione lunga e complicata che ci vedrà fin dall’inizio impegnati ogni settimana in due partite (sperando di non avere brutte sorprese nei preliminari). Questo è il primo grande ostacolo che andrà affrontato. Avere la testa e le gambe per un periodo medio-lungo con avversari non solo italiani è una bella sfida che deve essere superata. L’impegno iniziale in terra irlandese sarà complicato e testerà subito le condizioni della squadra ma l’inizio del campionato sarà la vera prova del nove. Nel recente passato, l’inizio di campionato ha poi dato una direzione ben precisa al campionato che si è andati a disputare. Aldilà del valore della rosa, iniziare male il campionato ha poi portato pressioni e tensioni che hanno fatto implodere dall’inizio il percorso. Nella stagione 15/16 con Mihajlovic in panchina e il Giannino in cabina di regia, nelle prime tre giornate collezioniamo 3 punti su 9, perdendo il derby alla terza giornata. Inutile dire che nelle successive quattro giornate abbiamo lasciato lì altri 6 punti su 12, perdendo male con Genoa e Napoli. La stagione parte male ed in salita sin da subito e nonostante alcune correzioni dell’allenatore serbo non si raddrizza la barca e si chiude con una finale di Coppa Italia persa ai supplementari, Brocchi in panchina e un settimo posto in campionato con 57 punti.
L’anno successivo con Montella in panchina e sempre sugli scudi il duo brianzolo pronto a smobilitare, la musica non cambia. Nelle prime tre giornate raccogliamo solo 3 punti su 9 che ci mettono subito in condizioni di rincorrere e di avere pressione. Il girone d’andata si conclude bene ma dopo un periodo di crisi nel ritorno, concludiamo la stagione al sesto posto con 63 punti. L’unica soddisfazione è la vittoria ai rigori in Supercoppa Italiana, ultimo trofeo conquistato dal Milan. Il Milan cinese del 2017/18 parte discretamente con 6 punti nelle prime due giornate ma crolla mestamente a Roma con la Lazio alla terza giornata. Un 4-1 che non lascia scampo e si porta dietro strascichi e tre giornate dopo sancisce la fine della stagione in un disarmante 2-0 a favore della Sampdoria a Genova. Da lì è un continuo mettere in discussione il progetto, l’allenatore e la pressione dei tifosi e dei media fanno crollare la squadra. Subentra Gattuso e dopo un inizio complicato la squadra mette in fila una lunga serie di risultati utili (11) e si rimette in linea di galleggiamento ma l’inizio disastroso diventa incolmabile e il sesto posto finale con 64 punti è il massimo che si riesce a fare. In Europa la corsa finisce a marzo contro l’Arsenal che ci dà lezione all’andata e poi gestisce al ritorno. La stagione dopo, con Gattuso confermato e con l’arrivo del fondo Elliott parte con una sconfitta a Napoli ma sono i tre pareggi consecutivi, tra la quarta e la sesta giornata, che segnano il percorso rimanendo invischiati nelle posizioni più basse della classifica. Nonostante la ripresa e il percorso che migliora nel corso dell’anno, i punti persi all’inizio hanno poi un peso specifico, soprattutto quando si chiude al quinto posto ad un punto dalla qualificazione alla Champions League. L’esperienza in Europa è tragicomica e si conclude ai gironi con le trombette del Pireo, la Supercoppa Italiana viene preparata in maniera sciatta dalla società e si perde anche quel trofeo. Arriviamo poi all’ultima stagione nella quale l’avvento di Giampaolo porta l’ennesimo inizio di campionato terrificante con 6 punti nelle prime 6 giornate. Inizio che segna inevitabilmente il futuro del torneo, visto che alla settima giornata viene esonerato l’allenatore del “testa alta e giocare a calcio”.
L’arrivo di Pioli porta un pò di tranquillità ma non porta subito risultati e solo dopo la lockdown si riesce a fare bene ma si chiude con un sesto posto e 66 punti. Il girone d’andata zoppicante è stato poi determinante non solo per non accedere alla qualificazione in Champions ma anche a non stare davanti alla Roma per evitarsi i preliminari di Europa League.
Il trend da cambiare non è difficile da immaginare quale possa essere. Dal 21 settembre in casa con il Bologna si deve cominciare subito a fare punti. L’inizio è alla portata e in tre giornate affrontare due neopromosse non è un vantaggio ma sicuramente ci mette nelle migliori condizioni per presentarsi al mese di ottobre con 9 punti in classifica. Inutile dire che il derby alla quarta giornata sarà poi importante anche per il poker di partite successivo (Roma, Udinese, Verona e Napoli). Non esagero se dico che in queste prime otto giornate di campionato (sperando anche inframezzato dai turni di EL) ci si gioca il campionato. Direte che sono esagerato ma mi piace vedere la storia e i numeri. Soprattutto i secondi sono infallibili e gli score delle ultime stagioni parlano chiaro. Cominciare bene è fondamentale, soprattutto in un ambiente come il nostro che ultimamente è molto dedito alla depressione e che purtroppo, mediaticamente parlando, è frequentato dal peggio che l’informazione possa proporre. Cominciare bene, implica la possibilità di lavorare senza pressione, senza “spifferi” dagli spogliatoi, senza ansie della proprietà, insomma vuol dire poter lavorare nelle migliori condizioni possibili.
Calcolando che la nostra rosa continuerà ad essere molto giovane, il supporto della società e della stampa sarà importante anche nel corso della stagione, proprio per evitare di collassare alle prime difficoltà. Il mercato che si sta pianificando e il lavoro che si sta facendo, quest’anno, danno fiducia anche alla tifoseria, pertanto avere a bordo (anche con gli stadi a mezzo servizio) tutto il tifo rossonero sarà un altro punto a favore per riuscire a superare quota 70 punti. Eh si, perchè la quota Champions deve essere calcolata a 70 punti e perchè dai 68 punti dell’ultimo anno di Gattuso non ci siamo scollati.
La stagione sarà lunga e tortuosa ma mai come quest’anno può essere la stagione del rilancio in Italia, la condizione fondamentale però rimane una sola, partire subito con la voglia e la grinta dimostrata durante l’estate anomala che abbiamo appena vissuto. Sarà un’occasione che ci passa davanti e che dobbiamo sfruttare al meglio, ora come mai dobbiamo ricominciare a guardare le classifiche con ambizione.
FORZA MILAN
Johnson
Seguiteci anche su