Milan: Year One

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Novità per la stagione 2020/21: che non ci sono novità. Non abbiamo cambiato proprietà, né allenatore, e probabilmente non stravolgeremo la squadra. Visto che molti addetti ai lavori attribuiscono il ridimensionamento del Milan alla “poca stabilità” che “impedisce di costruire”, è la volta buona per togliersi questo dubbio. Sperando che questa lecita e condivisibile opinione non venga demolita dai fatti come la famosa “meglio non fare l’Europa League così in campionato si rende di più”.
Nell’attesa del rinnovo di Ibrahimovic, da cui ovviamente dipende il mio generico ottimismo, va detto che oltre a partire finalmente su tutti gli aspetti non da un anno zero ma da Uno, la squadra sembra avere un senso. Pioli vuole un calcio d’assalto, veloce, poco pensato, molto dinamico; in estate abbiamo anche visto elementi di aggressività organizzata, interessanti dinamiche di gioco, poca o nulla fase di consolidamento del possesso; per mettere in pratica questi principi abbiamo un gruppo di giocatori giovani, elementi di eccezionale velocità (Theo) e resistenza (Kessie), elementi duttili e aggressivi che giocano meglio di prima intenzione (Bennacer, Calha), assaltatori (Rebic), schegge impazzite (Casti, Saelmaekers, Leao). Potrebbe mancare davvero poco ad una rosa equilibrata per le richieste del tecnico, per me principalmente muscoli extra a centrocampo per le partite o i momenti più di resistenza che d’assalto (e saranno tanti), e un po’ di generica intelligenza e freddezza, doti che a mio avviso possiede esclusivamente Ibrahimovic. Oltre alla leadership che solo lo svedese garantisce, e che lo rende insostituibile al punto che non concepisco nemmeno la possibilità che ci si separi. Anche se la pagliacciata messa in piedi per tirare sul rinnovo fa incazzare non poco.
Insomma per una volta mi voglio ‘comprare’ un po’ di propaganda: Theo, Bennacer, Rebic sono stati i migliori acquisti del decennio? Maldini sta crescendo come dirigente, e vuol il bene del Milan? Pioli è stato sottovalutato? Il ‘Vero Milan’ è quello di giugno-luglio? Può essere. A voi la palla.
Diamo fiducia all’Anno Uno finchè il campo non smentirà le buone premesse non solo tecniche ma anche di coesione e coerenza. Che in fin dei conti valgono più di qualche colpo sul mercato, e mi riferisco ovviamente a quelli che possiamo fare noi.

Serve la sua potenza e la sua abilità difensiva: Baka è il rinforzo giusto, non sempre è un attaccante che ti da la spinta decisiva

Bisogna infatti parlare del possibile e dell’impossibile. Il Milan ha difficoltà a cedere, sia oggettive che per volontà. Le plusvalenze in ingresso (es. Suso) spariscono dentro un bilancio dove alla voce ‘costi’ c’è sempre troppo per quello che valiamo sul campo. E’ un circolo vizioso che, siccome non c’è il coraggio di muoversi vendendo qualche ‘pezzo pregiato’ (Romagnoli) per reinvestire, va spezzato muovendosi con cautela, il meno possibile, puntando a non sbagliare nulla ma anche senza creare altri esuberi, senza generare malumori; a Giampaolo è stata attribuita tutta la colpa del fallimento ma l’estate scorsa succedeva proprio questo ripercuotendosi sul rendimento di alcuni giocatori. Trasformare il circolo vizioso in virtuoso è un processo lungo dove le scorciatoie sono pericolose. Il nostro obiettivo, con la riconferma di Ibra, è a breve termine: arrivare quarti. E ci dobbiamo arrivare muovendoci il meno possibile.
Alla conferma di Maldini/Pioli (e Ibra) era ovvio che sarebbe seguito un mercato cauto con pochi rinforzi mirati, che devono ancora arrivare. Era impensabile che la squadra che ha consentito la conferma per acclamazione dei suoi comandanti venisse tocchicciata più di tanto. E’ inutile attendersi forti attività sismiche sul mercato; manca anche la solidità a bilancio che la Champions può dare. Champions che è un obiettivo plausibile già all’attuale stato della rosa, come lo è da tre anni.
Pochi rinforzi mirati si, ma il Milan giocherà tre competizioni a ritmi serrati, volendo praticare un calcio teso e ricco di movimento. Credo che vada definito bene cosa si intende per ‘pochi’ dato che allo stato attuale un’assenza di Theo/Kessie/Bennacer/Ibra si traduce in un buco. Non è nemmeno una valutazione tecnica. Non potendo o riuscendo a operare su un fronte più vasto, questi quattro innesti a tappare questi quattro slot ci devono essere. Il ritorno di “No fly zone” Bakayoko e altri tre aggiustamenti mi paiono il minimo sindacale.

Non è certo questo immobilismo di inizio mercato che marca la differenza fra noi e club più ambiziosi, per primi i cuginastri; c’è un qualcosa di più profondo e triste che ci tiene ad un livello più basso, e anche se la tentazione di farmi girare le scatole è sempre viva mi voglio fidare sia di Maldini che di Pioli per arrivare al misero traguardo di almeno una fottuta partecipazione alla Champions League nel decennio.
I miei dubbi su Paolo come dirigente, il tecnico e la società sono i soliti, li conoscete, e non mi ripeto. Tanto c’è sempre tempo. Ma la squadra se finalmente ben condotta e puntellata vale il quarto posto. Tanto basta.
Buon raduno.

Larry

p.s.: bene ha fatto Gazidis ad abortire il progetto Spauragno, ai milanisti in generale non va giù il razionalismo, hanno un rapporto con la realtà estremamente particolare e faticano ad ammettere che negli ultimi 9 anni ci hanno sorprassato almeno 20 squadre in tutto il continente; e non nelle minchiate quali il numero dei tifosi teorici e/o numeri dei social ma dentro e fuori dal campo. E con 20 sto stretto.
Teniamoci le bandiere e continuiamo reinseguire un sogno che si è già realizzato 30 anni fa. Questi siamo e questi rimarremo, non ci sono speranze per rivoluzioni nè oggi nè mai.

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22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.