Neanche il tempo di digerire la rapina di Coppa Italia da parte dei diversamente colorati, che il Signor Calvarese pensa bene di rovinarmi anche quello che sembrava un sereno sabato sera davanti al televisore e alla mia pizza preferita.
L’annullamento del capolavoro di Ibra per un fallo inesistente, a seguito di uno sbrigativo check al Var, era un chiaro segnale del tipo di serata che mi aspettava, ma era nulla di fronte alla sbalorditiva decisione di inventarsi un rigore quasi al 90′ per un fallo ancor più inesistente di Romagnoli ai danni del Pippo Inzaghi che non ce l’ha fatta.
Oltre all’incompetenza nel valutare rigore sull’unghia un simile intervento, si aggiunga l’arroganza di non verificare al Var e di spiegare a Maldini, come da lui stesso testimoniato, che il tocco di Romagnoli non è stato sufficientemente “deciso”. Una regola, o un’interpretazione della stessa, del tutto inventata sul momento. Nelle ore e nei giorni immediatamente successivi, ho come sempre letto e sentito di tutto tra pareri, interpretazioni, pareri sulle interpretazioni, interpretazioni sui pareri, da parte di sedicenti “esperti” e non: nessuno mi potrà mai convincere che Ibra ha fatto fallo di mano e che Romagnoli ha fatto fallo su Cutrone, punto e basta, mi prendo e porto a casa il saccheggio come ho sempre fatto ma basta con le prese per il culo.
Ciò premesso, la squadra non mi è piaciuta per niente, ho sentito dire a tanti che quello di Firenze è stato un ottimo Milan che ha sempre tenuto in pugno la partita: ni, nel senso che posso essere d’accordo per i primi 55-60 minuti, ma la gestione dell’ultima mezz’ora è stata inconcepibile e ha azzerato tutto quanto di buono fatto prima. Sul piano prettamente calcistico, i viola meritavano il pareggio, che lo abbiano trovato grazie a una “svista” arbitrale ovviamente ci manda in bestia, ma hanno corso e hanno messo sul piatto molta più cattiveria di noi, soprattutto dopo essere rimasti in dieci.
Sicuramente c’è stato un problema fisico, subito dopo il vantaggio si è corso meno e si è corso peggio, la lucidità è andata a farsi benedire e la voglia di vincere sembra essere scomparsa. C’erano delle praterie in contropiede che andavano sfruttate molto meglio, ma spesso si è preferito rallentare per “gestire” il risultato, cosa che questa squadra non è assolutamente in grado di fare, e a Firenze ne abbiamo avuto la riprova.
Siamo in pochi, specialmente a centrocampo, a Kessie si chiude la vena dopo un’ora di gioco e lo si capisce da come comincia a vagare per il campo correndo a caso e a sbagliare scelte di passaggio elementari, e al povero Bennacer sono richiesti gli straordinari. Si parla tanto di equilibrio trovato con il 442; in parte è vero, ma è un equilibrio parziale con durata sempre limitata, ricordiamoci che Castillejo è un attaccante esterno a cui si chiedono compiti di copertura, che lui sta svolgendo anche bene finchè può. Del turco non so bene cosa scrivere, francamente il fastidio nel vedere questo insipido mestierante con il numero di Rivera e Gullit cresce ogni giorno di più, ma anche lui è un adattato. Di alternative ce ne sono ben poche, per cui fino alla fine mangeremo questa minestra.
Ibra e Rebic al momento sono le nostre colonne, soprattutto il croato attraversa il classico periodo dove segni anche dal bagno di casa tua, ma anche loro a un certo punto tireranno un po’ il fiato, e l’unica alternativa è Leao, non esattamente una certezza.
Fuori dal campo prosegue la presunta guerra tra l’anima finanziaria e quella sportiva della società, credo che i titoloni che danno per certi alcuni addii a fine stagione siano esagerati, ma qualcosa di vero probabilmente c’è, a Giugno lo scopriremo. Il problema è che nel frattempo si dovrebbe programmare la prossima stagione facendo scelte precise, a cominciare dalla guida tecnica, ma l’eventuale guerra tra correnti di democristiana memoria porterebbe solo all’improvvisazione per cercare di tappare i buchi. Come sempre spero di sbagliarmi, ma l’esperienza di questi ultimi anni non mi conforta in tal senso.
Nel mentre ci aspetta almeno un match a porte chiuse, una delle eventualità più tristi del calcio ma che al momento è inevitabile; speriamo che la pandemia di questo periodo si plachi nelle prossime settimane, in primis per la salute pubblica ovviamente, e a cascata per tutte le attività. Mai come in questo periodo bisogna mantenere i nervi saldi e tenere duro, noi milanisti ormai siamo vaccinati.
Tuco
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