Niente panico

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Combattuto tra opposti stati d’animo del tipo  “che pettinata che abbiamo preso” – “ecco, è già finita la festa” – “cacciamo Romagnoli” – “cacciamo Donnarumma” e “ma sì in fondo prima o poi doveva capitare di perdere” – “la partita è stata condizionata da episodi”, sto ancora cercando di metabolizzare la botta di giovedì perché non mi aspettavo, quantomeno non prima di aver visto la formazione, di vedere un Milan così fiacco. Mi aspettavo una partita dura perché il Lille è squadra di tutto rispetto e finora in Europa non avevamo affrontato corazzate, ma ero convinto che le avvisaglie di appannamento viste a Udine fossero passeggere, o forse lo speravo soltanto. In ogni caso sbagliavo, tanto per cambiare.

La prova con i francesi, aldilà del risultato roboante e degli episodi che l’hanno determinato, è stata di gran lunga la peggiore vista da giugno ad oggi. I motivi sono molteplici e il punto non sta certo nell’accusare questo o quello per errori o infortuni che stanno sempre nell’ordine delle cose, si tratta semplicemente di fare delle riflessioni su quello che abbiamo visto nella settimana appena trascorsa per cercare di farsi un’idea di quanto la squadra è effettivamente cresciuta e di quanto larghe possano essere le spalle per superare momenti di difficoltà o anche solo di affaticamento, ammesso che una vittoria sofferta e una sconfitta possano far giurisprudenza in tal senso.
Dicevo sopra della formazione: mi è sembrata fin da subito un filo “allegra”, diciamo così, in rapporto al valore dell’avversario. Mi ha sorpreso vedere dall’inizio Tonali, il quale dopo una manciata di minuti giocati discretamente ha perso l’orientamento ed è stato mandato al bar più e più volte da un Sanchez in stato di grazia; e non è stato certo aiutato dai compagni di reparto Kessie, piuttosto giù di giri, e Krunic, fantasma totale. Questo tipo di partite per un giovane possono rappresentare una svolta in un senso o nell’altro, e forse Pioli ha pensato di buttare il bresciano nella mischia da subito proprio per questo, ma ad oggi Bennacer rappresenta una certezza a cui il Milan difficilmente può rinunciare senza subire contraccolpi, perché anche nelle giornate meno brillanti il suo senso tattico e la sua lucidità fanno la differenza pur senza fare rumore. L’Altissimo questa volta è stato ben controllato dai centrali francesi e per nulla aiutato da un Diaz volenteroso ma timidino e da un Castillejo impresentabile che ai miei occhi si avvicina sempre più pericolosamente al livello “Suso biondo”, tuttavia i cambi della ripresa che rappresentavano teoricamente un upgrade considerevole non hanno inciso come ci si sarebbe potuti aspettare.

Detto tutto ciò, va sottolineato anche come l’episodio del rigore e la papera di Donnarumma abbiano condizionato pesantemente la partita aprendo un ulteriore voragine nella difesa rossonera già un po’ traballante, una cuccagna per la giovane banda transalpina che ha avuto diverse occasioni per dilagare pesantemente. Posto che concedere il rigore in quel frangente è molto generoso, per non dire delirante, lì per lì mi sono incazzato come una belva con Romagnoli perché ha commesso l’ennesima ingenuità in una situazione del tutto controllabile. Molti non saranno d’accordo dando tutta la colpa all’arbitro e probabilmente con ragione, ma io continuo a non fidarmi completamente del capitano pur ritenendolo nel complesso un buon giocatore, i frangenti in cui pecca di ingenuità o addirittura di troppa sicurezza continuano ad essere frequenti e spesso purtroppo risultano decisivi in negativo. Sarò troppo duro ma la penso così, crocifiggetemi pure in sala mensa.

Domenica sera ci attende un ultimo impegno prima della sosta per le nazionali durante la quale i giocatori non convocati potranno ricaricare le pile dal punto di vista fisico e mentale. Con il Verona sarebbe molto importante vincere, anche soffrendo allo stremo come successo a Udine; fare punti nei momenti di flessione dà la misura della solidità di una squadra per cui forza ragazzi, non molliamo. Spero che il rientro di Ante Rebic, oltre a rappresentare di riflesso un’opportunità per un Theo un po’ giù di tono, possa essere d’aiuto per dar fastidio agli scaligeri e concretizzare più occasioni possibile.

Tuco

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Vedere Gullit e Donadoni fare polpette del Napoli a San Siro mi ha fatto innamorare del Milan, vedere Marco Van Basten segnare il gol più assurdo della storia mi ha fatto capire che il calcio può essere anche arte, vedere Buffon a gambe all'aria un attimo prima di trionfare in finale di Champions sui nemici di sempre ha dato un senso alla mia vita di tifoso rossonero