No pain… more gain?

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Dopo un gennaio dai contorni plumbei e – sportivamente parlando – contraddistinto dai ‘drammi’ settimanali per la serie di sconfitte dolorose incassate dal Milan, sembra essersi palesata la proverbiale luce in fondo al tunnel. Il Diavolo è tutt’altro che una macchina perfetta; è piuttosto una vettura in ripresa che, finalmente, è riuscita a passare la revisione. I 18 gol subiti, nel primo mese del 2023, sembrano un po’ più distanti, tuttavia, restano ben affissi nella memoria del tifoso che, in poche settimane, si è trovato catapultato nella ‘corsa quarto posto’ dopo aver rinunciato al sogno di un testa-a-testa col Napoli e, non di meno, aver dovuto salutare Supercoppa Italiana e Coppa Italia in pochi giorni.

“Possiamo scalare le pareti dell’Inferno… un centimetro alla volta”.

Chi non ricorda questo estratto del celebre film ‘Ogni maledetta domenica’? La voce tonante e perentoria di Al Pacino (Giancarlo Giannini nel doppiaggio in italiano, ndr) che irrompe nelle menti e nelle anime dei propri giocatori. Un monito agli uomini, a ricordare l’importanza di un gruppo e il rispetto dello stesso per trovare anche un appagamento individuale, oltre al mero concetto di squadra. Il Milan sta provando a risalire un centimetro alla volta, o meglio dire: un gol alla volta. 1-0 contro il Torino, 1-0 contro il Tottenham, 1-0 contro il Monza. Ora arriva l’Atalanta e, la speranza, è che il Diavolo abbia quantomeno ritrovato la propria identità, in attesa di ritrovare un gioco dinamico e moderno come eravamo abituati a vedere fino alla scorsa stagione.

Dal campo alle questioni extra-campo. Il passo è breve, brevissimo. I temi sono tanti; alcuni ricorrenti. Uno su tutti: i rinnovi di contratto. Dopo le querelle Donnarumma, Calhanoglu e Kessié, ora, l’uomo della discordia’ è Rafael Leao. Dagli aggiornamenti di dicembre 2022-gennaio 2023, sulla trattativa per il prolungamento, è calato il silenzio. Certo, qualche audace insider depositario della verità prova a riportare interesse attorno al tema. Qualche firma autorevole si lancia in ricostruzioni fantasiose, contraddette dallo stesso autore a distanza di poche ore. That’s the press, baby.
In attesa di qualcosa di concreto, il tifoso, non può che commentare ciò che vede e, al contempo, interrogarsi su ciò che non vede. Ciò che abbiamo visto, ad oggi, è una serie di conferme ‘a bassa voce’ sulla volontà dell’ex Lille di restare a Milano. Abbiamo visto anche una presa di posizione – a mezzo social – da parte del club, che ha prontamente smentito La Gazzetta dello Sport su una presunta rottura totale con l’entourage del giocatore. Come detto sopra, dagli aggiornamenti concreti di fine 2022, non si è più avuta alcuna notizia degna di nota. I presunti appuntamenti, fissati per gennaio 2023 al fine di accelerare il negoziato, non hanno mai avuto luogo. O almeno, se si sono incontrati nelle segrete stanze, non hanno comunque trovato una soluzione.

L’esperienza insegna. Ormai si sa: ogni giorno trascorso senza la firma è un calo di potere negoziale per il Milan e, di contro, una posizione sempre più dominante per il giocatore. Soprattutto, per chi lo assiste (e quanti lo assistono…). Intanto, aspettando la soluzione, il campo ci sta offrendo un Leao meno decisivo. Non ha aiutato Pioli con la doppia panchina tra Sassuolo e Inter. Non ha aiutato il giocatore che, tornato titolare dalla sfida contro il Torino, si è reinventato in un ruolo più stretto e a ridosso dell’area di rigore. Come detto da Pioli nel post match contro gli uomini di Juric, è stato lo stesso Leao a chiedere di giocare in questa nuova posizione.
Certo, in una fase di ristrutturazione tattica come quella attuale, ci vuole un po’ di pazienza per rodare nuovi movimenti in partita. Vale anche per Leao, MVP dello scorso campionato. I numeri realizzativi restano buoni e, nella buona sostanza, in linea con quelli della passata stagione. Già, in linea. Non in aumento. Il portoghese, dotato di un potenziale inquantificabile, continua ad essere troppo ‘morbido’ in area di rigore. Tanti gli errori sottoporta. In campo europeo, nonostante possa già vantare 3 presenze in più rispetto allo scorso anno, non è andato oltre il singolo gol portato a referto anche nella stagione 2021/22, segnato contro l’Atletico Madrid. Quest’anno contro la Dinamo Zagabria. Nella doppia sfida ‘di fuoco’ contro il Chelsea, si è vista un solo grande spunto cestinato in collaborazione tra De Ketelaere e Krunic. Contro il Tottenham si è calato in una partita di ammirevole sacrificio, senza però mostrare il motivo per cui dovrebbe essere considerato un giocatore in grado di fare la differenza a livello internazionale.

No Pain, no Gain. Una della massime più antiche e inconfutabili. Un’ovvietà: non c’è gloria senza sacrificio, non c’è vittoria senza lotta. Eppure, le richieste contrattuali, non sono diminuite di un centesimo. Si parla di una richiesta d’ingaggio tra i 7 e gli 8 milioni, tra bonus vari. Circa 2 milioni in meno (si parla di ingaggio netto, ndr) rispetto a quelli che percepisce Vinicius al Real Madrid. Si torna un po’ ai vecchi dibattiti su Kessié. Tra chi riteneva adeguate le sue pretese, vista la grande stagione di cui si era reso protagonista quando il Milan era tornato in Champions League, e chi ha visto fin da subito troppo squilibrio tra ingaggio, commissioni, e il rendimento effettivo.
Nel caso dell’ivoriano, il campo ha parlato in modo solenne e brutale. Kessié è passato dal competere per lo scudetto in Italia a competere per lo scudetto in Spagna. Poteva essere agli ottavi di finale di Champions con il Milan, invece ha salutato anzitempo la massima competizione continentale ai gironi e, in Europa League, ha visto i suoi compagni avere la peggio contro il Manchester United già ai sedicesimi. Ma, l’aspetto peggiore, è che Kessié è passato da Presidente a portaborse. Se l’anno scorso, come quelli precedenti, era un pilastro inamovibile del Milan, quest’anno l’ex Atalanta ha accumulato appena 10 presenze da titolare sulle 29 partite (esclusi i match in cui era infortunato, ndr) in cui è stato convocato dai blaugrana. No pain, but more gain. Già, perché il conto corrente di Kessié ne ha sicuramente beneficiato. E non solo il suo. Ora tocca a Leao decidere cosa fare da grande e, soprattutto, capire davvero quanto valga. Senza espedienti, scuse, se e ma. La storia ormai l’abbiamo imparata. E, se i precedenti addii a parametro zero sono una lezione sufficiente, lo sono ancor più i rinnovi di Theo Hernandez, Bennacer, Tonali, Kalulu e Tomori. Se vuoi restare resti. Forza Milan

Joker

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Community rossonera, da sempre in prima linea contro l'AC Giannino 1986. Sempre all'attacco. Un sito di curvaioli (La Repubblica). Un buco nero del web (Mauro Suma)