Non male per un campionato farlocco

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Per essere considerata una conclusione di campionato “farlocca” devo dire che l’entusiasmo che sta generando questo Milan è totalmente inaspettato. Sono contento di aver creduto fin dall’inizio della ripresa nella bontà di queste giornate, perchè, come dimostrano le ultime partite (non solo del Milan), i risultati contano e anche chi continua a sorseggiare champagne guardando con la puzza sotto il naso questo campionato, sta cominciando a capire che quando si scende in campo, lo si fa sul serio. Ad oggi non ci sono state partite giocate tanto per la cronaca, tanto è vero che sia in coda che in zona Europa non ci sono posizioni in freezer. Avere le finestre aperte, in una serata dal clima eccezionale a Milano e sentire esultare nelle case i tifosi rossoneri, dimostra ancora una volta che il calcio rimane sempre lo stesso, anche nel mese di luglio. Poche storie, una vittoria come quella di martedì te la porti dietro, sia se la ottieni e sia se la subisci. Andate a raccontare a Ibra o a Cristiano Ronaldo che queste partite sono “sgambate”, gente che è abituata a mangiare l’erba anche quando porta i figli al parco giochi. Se godiamo per le vittorie di queste settimane non possiamo considerarle “partitine”.

Il rientro dalla sosta forzata ha portato un Milan inaspettato ma figlio di un lavoro di tutto il gruppo. Settimana scorsa ho dato i meriti ad un uomo come Pioli che sta tenendo la barra a dritta ma anche ai giocatori che ho sempre criticato e, spesso, dileggiato, va dato merito che stanno producendo uno sforzo ed un impegno importante. Mi piacerebbe immaginare che questi risultati possano essere l’inizio di una consapevolezza sul significato di indossare la maglia del Milan. Dovrebbe essere la normalità maramaldeggiare contro Roma e Lazio, dovrebbe essere la normalità far soffrire e dare una lezione alla Juve. Inutile sottolineare che la condizione fisica e mentale di questa squadra sia la migliore vista fino ad oggi e questo aiuta tanto. Forse solo quelli là a Bergamo stanno meglio, ma non voglio aprire questo capitolo.
Mi piace pensare che l’aiuto di Ibra a questi ragazzi sia stato determinante da gennaio in poi, mi piace pensare che Pioli abbia chiuso le porte degli spogliatoi per isolare la squadra dalla gestione scellerata di una società inadatta. Mi piace anche pensare che queste martellate che arrivano proprio dall’interno, abbiano smosso un minimo di orgoglio in questi giovanotti sempre un pò spaesati. Cinque partite che hanno portato 13 punti non succedeva da tempo e proprio quell’essere spesso troppo spaesati e poco cattivi ci è costato un pareggio a Ferrara che oggi ci avrebbe messo in una posizione di classifica ancora più vantaggiosa. Ci sono anche un paio di piccoli rammarichi, se quella follia di Rebic a Torino in coppa Italia, fosse arrivata al 92’ a partita finita, forse ci saremmo tolti un’altra soddisfazione. E con un pò più di cattiveria, quella palla di Valoti in mezzo all’area doveva finire ai lidi ferraresi e il discorso SPAL era bello che chiuso. Adesso ci non resta che provare a tenere questa condizione psico-fisica ancora per un paio di settimane e vedere come andranno anche le dirette avversarie, scollinato Napoli possiamo ancora toglierci qualche soddisfazione. Però, conscio delle condizioni anomale nelle quali si sta giocando e un calo repentino della condizione può avvenire improvvisamente, da qui alla fine ho solo un desiderio, non è tanto la qualificazione in Europa, che non la nostra proprietà non si sa mai se poi riuscirai a giocare, ma vorrei che il 26 luglio ci si prenda un bella rivincita, con tanto di interessi con la squadra ”simpatia” della Serie A che, per quanto mi riguarda, di simpatico non ha proprio nulla, anzi è la degna rappresentazione della finta umiltà del proprio allenatore.

Equilibri spostati in 6 minuti

Nonostante dal campo, finalmente, arrivino segnali positivi, non posso dire che in società le cose stiano migliorando. Anche in questi giorni si è pensato bene di minare il pre-partita facendo uscire notizie scellerate, come nel pre-coppa Italia contro la Juve di quest’anno e come nel pre-supercoppa Italiana del gennaio 2019 (con la famosa febbre di Higuain). Non voglio pensare che ci sia un disegno dietro a queste notizie regalate ai giornali ma, siccome Gazidis è tutto tranne che stolto, inizio a pensare che la gestione campo/società sia completamente da rivedere. Maldini darà forfait, come Leonardo, Gattuso e Boban prima di lui. Sono segnali importanti di una volontà di cambiamento ma che genereranno conseguenze nei tifosi. La linea tracciata da Gazidis ripercorre quella di Pallotta a Roma, liberarsi di nomi importanti provando a proporre loro ruoli di immagine. Libero di farlo ma da settembre 2020 non ci saranno più scuse, il tedesco è scelta sua, l’idea di creare una squadra in stile Premier è sempre sua, da lì vedremo cosa ha in testa Elliott e quanto è forte la figura del sudafricano. Su Maldini mi sono espresso in tempi passati, non cambio idea, entrare in società con pieni poteri implica anche certe caratteristiche che lui non ha, o che non ha ancora affinato, purtroppo per fare mercato e per avere rapporti con i procuratori bisogna sporcarsi le mani, l’ambiente non ti fa entrare se non sei disposto ad abbassarti al suo livello. Quindi rimangono poche alternative, o fai il team manager o fai la bandiera ma quando sei Maldini, ovviamente è difficile. Ci ha visto lungo con Theo, bravo. Adesso voltiamo pagina e aspettiamo il guru tedesco per capire cosa ci riserverà il futuro. L’idea non mi entusiasma ma, dopo averle provate tutte, proviamo anche questa.

FORZA MILAN

Johnson

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"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.