“O mio Dio!” “Tu chiamami Zlatan”

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Ma come abbiamo fatto, mi chiedo, a fare a meno di questa divinità per 8 anni? Come abbiamo sopportato questo agonizzante supplizio? Come abbiamo digerito i BalotelliBaccaHiguainPiatek? Come ho potuto avere anche la minima perplessità sul suo ritorno? Questa serie di quesiti ha pervaso la mia mente mentre San Zlatan da Malmö smistava con successo il pallone numero 469548 del derby di sabato scorso, e sarà stato il minuto 60; di lì al 96’ ne sarebbero seguiti altri 356789, molti dei quali in modalità statua causa stanchezza. Sembra addirittura che abbia chiesto il cambio, evento mai verificatosi dall’inizio della sua carriera iniziata a 3 anni, ma questa volta Padre Pioli ha fatto orecchie da mercante ritenendo di non poter rinunciare a cotanta onnipotenza. E aveva ragione, perché attivare la modalità statua non ha impedito a San Zlatan di calamitare tutto ciò che passava in zona, di allungare il piedone su qualunque palla, di soverchiare e intimidire i malaugurati difensori nerazzurri; a cominciare da De Vrj, di undici anni più giovane e tra i migliori centrali difensivi d’Europa, che ha passato probabilmente il peggior pomeriggio della sua vita calcistica.

Gli stessi quesiti me li sono posti giovedì sera assistendo al match in terra di Scozia, quando la divinità ha riunito i giovani fedeli intimando “giocate voi, e vedete di giocarvela bene, se proprio doveste aver bisogno potrei intervenire”. Così è stato, ma un regalino l’ha comunque distribuito: un movimento per smarcarsi, un’occhiata, “vai giovine Theo”, e 5 secondi dopo il furettino Diaz segna il suo secondo gol in maglia rossonera che mette in ghiaccio la pratica. La prova di squadra non è stata particolarmente scintillante, c’è stata una manciata di minuti di vaga sofferenza dopo il gol scozzese, ma la vittoria non è mai stata in discussione e qualche pedina che non ti aspetti come Krunic, Casti e Hauge si è messa in mostra con qualche giocata pregevole e decisiva. Tonali deve togliersi ancora un po’ di polvere ma vicino a questo Kessie e a questo Bennacer può lavorare abbastanza tranquillo. Nelle dichiarazioni post-partita proprio l’Ivoriano, ancora una volta devastante, ha risposto a qualche domanda su come si spiegasse questa metamorfosi, sua e della squadra, accennando anche all’impatto dello Svedese sul mondo Milan: “con Pioli lavoriamo duro e lavoriamo bene, siamo diventati una famiglia, e poi c’è Ibra che ci dà una grande mano a dare il massimo”. Tradotto, se Zlatan nota qualche uscita dai binari ci prende a calci in culo solo col pensiero, solo guardandoci.
Adesso esagero, ma mi ricordo veramente pochissime occasioni in cui la prestazione individuale di un calciatore del Milan mi ha arrapato come mi ha arrapato la prestazione di Ibra sabato scorso, e non è questione di gol, assist o giocate spettacolari, che pure non sono mancate. La tenacia, l’intelligenza, la lucidità di fare sempre la cosa giusta, il movimento giusto, di gestire il tempo e lo spazio a proprio piacimento. Ero realmente ammirato e ancora mi sorprende dopo le centinaia di volte che l’ho visto giocare, veramente straordinario.

L’effetto Ibra continua a contagiare anche il resto della truppa, il quale sembra ormai aver imboccato definitivamente la strada giusta nelle performance e nei risultati: siamo a 21 partite di fila senza sconfitte, con 18 vittorie e 3 pareggi: numeri importanti e impressionanti se confrontati con quelli anche solo di un anno fa. Il primato solitario in classifica potrà anche essere casuale per qualcuno ma nessuno può negare come il Milan da mesi stia offrendo un calcio solido e a tratti brillante. Continuo a sentire che non siamo ancora da prime quattro, che siamo inferiori a Juve, Inter, Napoli, Atalanta, forse anche a Roma e Lazio, manca che ci mettano davanti anche la Fiorentina e il Sassuolo…..spero che gli “esperti” continuino su questo spartito, a quanto pare porta buono. Intanto mi godo il profumo di vetta che mancava dai tempi di Ibra-1, guardo i nemici a -4 (con tre punti già rubacchiati) o -5 (con uno scontro diretto già perso), mi diverto a sentire discussioni sul calcio liquido del maestro che ancora non decolla o del 3-5-2 di Gonde che manca di equilibrio. Vedremo andando avanti, manca ancora effettivamente una vita, speriamo soprattutto di riuscire a vedere la fine di questo campionato perché vorrebbe dire che in qualche modo si riuscirà a gestire questa stronza di pandemia che purtroppo sta di nuovo degenerando.
Teniamo botta.

Tuco

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Vedere Gullit e Donadoni fare polpette del Napoli a San Siro mi ha fatto innamorare del Milan, vedere Marco Van Basten segnare il gol più assurdo della storia mi ha fatto capire che il calcio può essere anche arte, vedere Buffon a gambe all'aria un attimo prima di trionfare in finale di Champions sui nemici di sempre ha dato un senso alla mia vita di tifoso rossonero