È stato molto bello Stefano, ma deve finire qui.
Dal 5-0 di Bergamo al 2-5 di oggi pomeriggio si chiude un cerchio dal diametro lunghissimo, che racchiude un’infinità di cose belle: il ritorno di Ibra, i mesi della rinascita post-lockdown, il ritorno in Champions dopo 7 anni, la meravigliosa cavalcata del 19esimo scudetto.
Ora però caro Stefano bisogna salvare il salvabile, ed è ormai acclarato che tu non sei in grado di farlo.
Il successo e il clamore mediatico ti hanno dato alla testa, la canzoncina fiammeggiante ti ha proiettato in una dimensione che non è la tua e nei sei uscito abbrustolito, per non dire incenerito.
Hai perso la tua umiltà, il tuo buon senso, la diligenza del buon padre di famiglia e buon ultimo il polso del tuo spogliatoio.
Si può perdere, quello è fuor di dubbio, ma non si può sbragare.
In cinquant’anni che seguo il calcio non ho memoria di una squadra con lo scudetto sul petto che crolli in maniera così verticale come la tua caro Stefano, 14 gol nelle ultime 4 partite con una progressione aritmetica da brividi: 2 a Lecce, 3 in Supercoppa, 4 a Roma, 5 oggi… e visto che la prossima è il derby sarà meglio anche basta, per non chiudere un altro cerchio aperto 22 anni fa (e prima che Stadioni sentenzi che 5 è meglio di 6).
Qualcuno più intelligente di me diceva che è follia aspettarsi risultati diversi facendo sempre la stessa cosa ma tu caro Stefano hai preferito non tenerne conto, più le temperature scendono più esponi la squadra facendola uscire in costume, del resto tu sei on fire e non ti curi degli spifferi.
Due mesi di sosta per presentare una squadra a pezzi, fisicamente, tatticamente, caratterialmente…non è che manchi un piano B, manca proprio qualunque tipo di piano.
Poi intendiamoci, non sei l’unico colpevole, la superbia non va mai in giro da sola, il suo carro sempre affollato in questo momento strabocca di baldi giovanotti a strisce rossonere, ma da qualcuno bisogna pur cominciare, e tu purtroppo sei ormai indifendibile.
La tua storia di uomo onesto e la tua dignità imporrebbero un passo indietro, una lettera di dimissioni che sono però sicuro che non scriverai, in poco più di un mese hai perso una marea di cose ma ti guarderai bene dal rinunciare a ciò che ti sei guadagnato sul campo, un lauto ingaggio pluriennale.
A questo punto la palla passa al livello superiore, tu non puoi decidere ed è giusto che qualcuno decida per te e scriva la parola fine su un ciclo bellissimo ma ormai giunto al termine.
Ripeto, salviamo il salvabile, altrimenti a fine stagione anche il Garante rimarrà senza garanzie.
Max
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