Milan-Lecce ci ha detto molte cose, la più importante, mi pare evidente anche se siamo ad ottobre, è che probabilmente non andremo né in Champions né in Europa League il prossimo anno e che ci aspetterà una stagione di sofferenza ma da affrontare col coltello tra i denti nella parte destra della classifica. Sperando ovviamente di sbagliare la mia infausta previsione.
Personalmente sono sempre molto preoccupato quando si gioca in modo dignitoso, meritando ampiamente di vincere ma non si portano a casa i tre punti, sono contraccolpi psicologici che una squadra giovane e fragile come la nostra potrebbe accusare.
E dire che eravamo partiti bene con Leao, Calhanoglu e Paqueta in gran spolvero supportati dall’inesuribile Hernandez sulla sinistra, e dire che giocavamo contro un Lecce impresentabile, e dire che l’abbiamo anche sbloccata al ventesimo quindi c’erano tutti i presupposti per una vittoria semplice. Così non è stato anche perché la nostra squadra ha paura anche quando va in vantaggio, è bastato un rigore regalato per rimettere in pista un Lecce, consentitemi di dirlo, da Lega Pro.
Un rigore confezionato ed impacchettato da Andrea Conti, il ragazzo mi pare serio e professionale però è davvero impresentabile, scoordinato, pasticcione e confusionario, del resto è la riserva di Calabria…. A gennaio occorrerà mettere una toppa su quella fascia perché di due terzini destri in rosa non se ne fa mezzo quantomeno accettabile.
Nei primi minuti si era vista intensità o comunque quella reazione tipica ed emotiva che si ha quando si cambia allenatore, formavamo quasi una difesa a tre con Theo nel doppio ruolo terzino/ala, con Leao che partiva da sinistra e Calhanoglu e Paqueta che si buttavano negli spazi. Suso? No, lui è rimasto ancorato nella sua zolla di campo, ha giocato la sua partita, modesta come sempre, probabilmente non sa neppure cosa significhi la parola intensità, anzi non so neppure se si è accorto che abbiamo cambiato allenatore…
Si era visto subito che non avevamo iniziato il secondo tempo come il primo e sono bastati un paio di passaggi sbagliati per farci perdere sicurezze e fiducia, ci abbassiamo, ci allunghiamo e ci chiamiamo in casa il pericolo. Dopo il loro pari non abbiamo più giocato da squadra e nonostante tutto avevamo anche ripreso la partita con una magia di Calhanoglu ed un goal da bomber di Piatek.
Dato per scontato che questa squadra così come è costruita non può supportare le due punte ci sarà da fare ogni domenica una scelta su chi schierare al centro dell’attacco.
Leao è bello da vedersi, giovane, acerbo e per questo si estranea molto durante la partita, sa toccare bene il pallone e salta l’uomo cosa non da poco dato che è l’unico in squadra a saperlo fare e per via della sua imprevedibilità non da punti di riferimento alle difese avversarie, parte spesso da sinistra andando poi ad occupare il centro dell’attacco. C’è un problema però è non di poco conto, il ragazzo non mi pare freddissimo in zona goal, il classico giocatore capace di fare il goal “ignorante”, quello di istinto, non pensato, esattamente come quello segnato contro la Fiorentina ma le palle avute contro il Lecce sparate sull’esterno della rete denotano poca lucidità sotto porta. Il ragazzo mi piace ma credo vada dosato per non bruciarlo perché ha qualità importanti e la squadra con lui in campo pare trovarsi meglio e le mezze punte alzano il loro rendimento.
E Piatek? Il goal segnato è da bomber, magia di Calhanoglu ma lui si fa trovare pronto e la butta dentro. È tutto il contrario di Leao, brutto da vedersi stilisticamente, approssimativo nei controlli di palla, poco cercato e mal trovato dai compagni ma sono certo che se le palle capitate a Leao fossero capitate a lui almeno una l’avrebbe messa alle spalle di Gabriel.
Un bel dilemma per Pioli perché la classifica piange ed il tempo per provarli insieme non penso ci sarà, credo li alternerà ma non sono sicuro che sia una scelta giusta, questa squadra ha bisogno di certezze. A Roma metterei sicuramente Leao perché la Roma ci concederà spazi ed il portoghese è più bravo del polacco in quelle situazioni anche se sono pronto a scommettere che il più delle volte sarà Piatek a partire titolare.
Questa squadra è giovane, impaurita ed insicura, la classifica è disastrosa perché dieci punti in otto partite sono una media da retrocessione e a parte l’Inter abbiamo avuto un calendario abbordabile. Il rischio di rimanere invischiati nelle zone basse esiste secondo me, abbiamo poca esperienza e non siamo abituati a lottare per quelle posizioni, a Roma ce la giocheremo ma a questo punto siamo costretti a fare risultato.
MattLeTiss
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