Dopo 9 partite di campionato pare scoppiato, improvviso, l’amore del mondo comunicativo e giornalistico italiano verso il Milan. Lo scetticismo si sta sgretolando e ormai si sprecano da giorni i titoloni, a tutta pagina o meno, sulla seria candidatura allo scudetto della nostra squadra del corazon. Esperti, pseudoesperti, ex giocatori, opinionisti, magazzinieri, fisioterapisti in pensione, scribacchini o principi della penna e del calamaio hanno mollato il freno e si sonoi buttati a premere sul Milan al grido: SCUDETTO, SI PUO’ FARE.
Come direbbe qualcuno, si stanno tutti affrettando a salire sul carro del Milan, aumentando di conseguenza la pressione su una squadra e una società che non aveva (e non ha) tra gli obiettivi attuali quello del primo posto.Tutti o quasi i commentatori, anche i più scettici, sembrano quindi volerci inserire tra le pretendenti al titolo italiano.
Facile dedurre come sia molto ma molto pericoloso questo snodo stagionale, visto che come sappiamo il famoso carro fa molto in fretta a svuotarsi e quelle che oggi sono lodi sperticate si possono trasformare nel giro di pochi giorni in aspre critiche.
E’ molto importante che il Gruppo (la G maiuscola è voluta visto che mi riferisco non solo alla squadra ma anche in senso lato a tutte le componenti che ruotano intorno ai calciatori) rimanga compatto nel momento in cui arriverà la tempesta, perchè state certi che arriverà. Evitare la depressione o i vortici negativi dovrà essere la parola d’ordine, aggrappandosi a quanto di buono fatto finora e a quegli elementi esperti (Kjaer, Ibrahimovic, Maldini in società) che possano aiutare a portare fuori la nave dalle acque perigliose.
Squadre più solide, strutturate e abituate a vincere non soffrono questi infidi “abbracci mediatici”, anzi se li lasciano scivolare addosso e continuano a testa bassa verso il proprio obiettivo. Non sono così certo che possa accadere per il Milan attuale che, con l’obiettivo del quarto posto ben fisso in mente, si trova dopo 9 partite in testa alla graduatoria. E con tutto il rispetto parliamo sempre del Milan e non del Sassuolo o del Chievo di turno: sotto la cenere della mediocrità dell’ultimo decennio cova la brace viva di una tifoseria e di un DNA naturalmente inclini a puntare il bersaglio grosso.
Insomma una situazione ambientale piuttosto intricata e complessa, che sarà un ulteriore banco di prova per il nuovo Milan: comunque andrà sarà tutta esperienza e tutta crescita in vista di stagioni, quelle future, in cui sperabilmente gli obiettivi dichiarati saranno quelli massimi, ossia la vittoria dei trofei e non i piazzamenti.
Ribadisco a scanso di equivoci il mio pensiero, prima che ci siano fraintendimenti sul senso di questo post: credo che il Milan 2020/2021 non sia in nessun modo sufficientemente attrezzato per poter competere per lo Scudetto nè tantomeno per vincerlo. E chi ha orecchie per intende intenda.
EUROPA LEAGUE – Proprio alla luce dell’esperienza che questa squadra (e scoietà) deve necessariamente mettere nel proprio bagaglio, è importante che domani sera si portino a casa i 3 punti contro il Celtic: in caso di contemporanea vittoria del Lille contro lo Sparta Praga arriverà la qualificazione aritmetica ai sedicesimi di finale (e quindi della fase a eliminazione diretta) di Europa League. La trasferta in terra ceca a quel punto sarebbe “solo” finalizzata all’ottenimento del primo posto nel girone e consentirebbe quindi un turnover più massiccio del normale a Pioli, consentendo di concentrarsi sul tour de force che porterà la serie A alla sosta natalizia.
Sull’Europa League ripeto per l’ennesima volta, perdonatemi, il mio noioso leit motiv che so non essere condiviso da tutti i miei compagni di tifo, financo all’interno della redazione: importante andare avanti perchè questa squadra ha bisogno di accumulare conoscenze e ‘vissuto’ che solo una competizione europea può dare. In questo momento abbiamo l’Europa League? Che Europa League sia, fino a quando il Milan avrà le forze per giocarsela e si misurerà con avversari alla propria portata. Certo in questa ottica potrebbe essere d’aiuto il mercato di gennaio, con qualche inserimento qualitativo in 2 o 3 ruoli. Se davvero di spessore e non solo riempitivi o di pura prospettiva, i nuovi arrivati potrebbero permettere di ruotare uomini tra campionato e coppa senza sentire troppo il contraccolpo negativo.
A tal proposito continua a trapelare la volontà di non investire sul famigerato ‘vice Ibra’: a mio modestissimo parere sarebbe invece il caso di acquisire un centravanti integro e di esperienza internazionale (Giroud il mio preferito per distacco tra quelli potenzialmente raggiungibili) in modo prima di tutto da variare il tipo di gioco quando Zlatan non fosse disponibile. Inutile pensare che Rebic o Leao o tantomeno Colombo possano interpretare il ruolo nello stesso modo dello svedese o anche solo avvicinarcisi. L’approccio alla partita e all’essere centravanti del Grande Z è peculiare e impossibile da scimmiottare: sarebbe invece davvero un salto di qualità da grande squadra avere qualcuno che consenta non di riprodurre la versione brutta del solito gioco, ma che possa variare il proprio approccio alla fase offensiva in forza di un puntero dalle caratteristiche totalmente differenti e non presenti attualmente in organico.
In più un Giroud (o suo omologo) grazie all’esperienza, all’abitudine a fare da spalla a campioni e all’intelligenza tattica potrebbe giocare anche CON Ibra fungendo da facilitatore, sparigliando le carte e rendendo la squadra ancora più camaleontica e sempre meno leggibile per gli avversari durante le varie fasi del match. Infatti i momenti di grossa difficoltà in questo scorcio di stagione sono stati contro Hellas (primo tempo) e soprattutto Lille a San Siro: in tali occasioni il Milan non è riuscito ad “inventarsi qualcosa” per sorprendere l’avversario uscendo dal proprio spartito ormai mandato a memoria.
Ma forse sto viaggiando un po’ troppo con la fantasia e meglio rimanere sul pezzo guardando a domani sera… testa al Celtic.
FORZA VECCHIO CUORE ROSSONERO
Raoul Duke
ps: un pensiero velocissimo… a prescindere da come propseguirà la stagione voglio ringraziare questa squadra per diversi mesi di divertimento, momentanea spensieratezza e di grandi gioie calcistiche. In questo interminabile periodo difficile, psicologicamente e non solo, per ciascuno di noi, non è certo poco
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