I dettagli, nella vita come nello sport, sono molto importanti e molte volte fanno la differenza.
Senza ritornare sulla nazionale, oramai ho scritto ed è stato anche già detto moltissimo, mi concentro sul mio Milan. Perché, anche se è vero che manca ancora una settimana e purtroppo sarà lunghissima, la mia testa corre velocemente dentro San Siro affianco ai miei ragazzi e non potrebbe essere diversamente.
Mancano otto partite, sono tantissime, la corsa per lo scudetto è ancora molto lunga e l’esperienza mi ha insegnato che in queste volate conta molto anche la cura dei dettagli. Alcuni non dipendono da noi ma da fattori esterni, altri invece dipendono soprattutto da noi.
Uno che sa molto bene queste cose è il nostro totem, il nostro faro: Paolo Maldini. È vero, per lui ho una vera e propria venerazione, l’ho visto esordire in quel 20 gennaio 1985, ero allo stadio di Udine con mio padre e Paolino mi ha accompagnato per tutta la mia adolescenza e anche oltre. Lui proviene da un Milan che prima di tutto era famiglia fatta di Uomini, dove lo zoccolo duro era italiano, ahimè purtroppo cosa quasi impossibile ora.
Quando Paolo è tornato al Milan, la prima cosa che ha fatto, a mio parere, è stata quella di ricostruire il Milan dalle fondamenta riportando al centro del villaggio un luogo sacro come lo spogliatoio e questo non è un dettaglio da trascurare. In quello stanzone, che non è solo il posto in cui si cambia la maglia ma è il luogo in cui ci si confessa, ci si conosce e si scambiano opinioni, Cuore di Drago ha voluto ricostruire il Milan, partendo proprio da lì. Ha ricreato il gruppo dei senatori: ragazzi con personalità, ma ancor prima Uomini, amanti del Milan e della sua maglia.
“Paolo Maldini? Il miglior difensore del mondo di sempre. L’altro giorno ci stava parlando della velocità della palla che passa dietro e di come lavorare sulla nostra posizione del corpo. Come difensore, vuoi essere sicuro d’impressionarlo” (F. Tomori)
Perché anche questi sono dettagli importanti: Maldini che lavora nella testa e sul campo per me è spettacolo puro, nulla è lasciato al caso. È anche perché Tomori fa parte di quel gruppo di Senatori che stanno prendendo possesso dello spogliatoio rossonero, assieme a Hernandez, Bennacer, Tonali, Kalulu, Ibra, Giroud: sono il nuovo cuore pulsante di questo Milan e con loro Paolo ha instaurato un rapporto dentro e fuori del campo. Un dettaglio che io non vedo in altre squadre, il Milanismo al centro di tutto. E, per un casciavit come me, è musica per le mie orecchie e un toccasana per il mio cuore rossonero che in questi ultimi dieci anni ha sofferto moltissimo.
Tutto questo, comunque, deve essere riportato in campo e sono sicuro che i dettagli non saranno trascurati né dal mister né tantomeno da Paolo.
Io per Arrigo Sacchi stravedo, perché ha guidato il più bel Milan che io abbia vissuto, un visionario, sempre avanti (e lo è ancora adesso a quasi 76 anni) che si è consumato nella cura dei dettagli. In questo Milan di Pioli rivedo molti concetti di quella squadra, fatte le debite proporzioni perché il talento della squadra di Sacchi era infinitamente superiore a quello attuale: la ricerca del bel gioco, del dominio sul campo, dell’occupazione degli spazi, nel controllo del gioco sono concetti molto cari ad Arrigo. Ora sicuramente il Mister ha molti meriti, ma io credo che anche qui il buon Paolo ci abbia messo del suo, perché per quanto lui abbia vissuto tutti e tre i grandi Milan (Sacchi, Capello, Ancelotti) è innegabile che Dragon sia rimasto molto legato a quel Milan.
Milan Bologna dicevamo…ci si arriva con la bruttissima notizia della malattia di Sinisa, altro uomo vero e non trattato bene dalla società di allora, anche se chiamarla società è solo farle un complimento. Quella con i felsinei sarà il vero crocevia per le nostre ambizioni qui i dettagli faranno la differenza, perché potrebbe veramente lanciarci nell’Olimpo. Per continuare a parlare di uomini simbolo come non andare indietro fino a quel 6 maggio 1979, quando l’immenso Gianni, con microfono in mano, fece il suo primo comizio “politico” e riuscì a far spostare il suo popolo rossonero da quel settore pericolante di San Siro. Anche se quella partita rappresentò la fine di una epoca, di un periodo vincente, ma anche molto difficile. Milan Bologna rappresenta l’ultima vittoria della coppia Van Basten – Sacchi che tante gioie ci hanno regalato: i rossoneri in quella partita asfaltano un Bologna già retrocesso vincendo 6-0 con tre gol del Cigno di Utrecht.
La partita contro gli emiliani non rappresenta la fine di un ciclo bensì un nuovo inizio, dettaglio non trascurabile. Milan-Bologna di lunedì prossimo potrebbe dare infatti inizio all’epopea dei vari Tonali, Leao, Kalulu, Maignan, Tomori, Bennacer, del Capitano del Futuro Calabria, Theo: tutti Uomini scelti e voluti da Maldini che ha insegnato loro un valore riportato da Aldo Bet, mio compaesano, nel giorno del suo compleanno
“Mi sento milanista, ai miei tempi la maglia del Milan te cucivi addosso alla nostra pelle e per toglierla ci voleva il chirurgo” (A. Bet)
Parole immense che soddisfanno il mio bisogno di Milanismo, perché questo è il dettaglio più importante che per fortuna è stato rimesso al suo posto, ossia al centro del Milan, dalla persona che lo conosce meglio di tutti.
FVCRN
Harlock
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