Ricreazione finita

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Nel corso della passata stagione, dopo una sosta nazionali, scrissi che c’era un’amara verità da considerare ovvero che, i tifosi del Milan, si stavano abituando a tirare un sospiro di sollievo durante le pause per l’Italia. Un segnale d’allarme, al tempo. Una fastidiosa tendenza ancora solo emergente. Una carie mai curata perché ad oggi, parliamoci chiaro, il ritorno del Milan in campo in campionato non entusiasma nessun cuore rossonero. Sarà che siamo ancora scottati dalla prestazione orribile di due settimane fa contro la Fiorentina. Sarà che, all’orizzonte, non si vede alcun cambiamento significativo o, perlomeno, non su quello che dovrebbe svoltare. Ibrahimovic si è di nuovo lasciato andare sui social. Scaroni finalmente… ha affrontato il tema dello stadio. Ci eravamo lasciati con l’istantanea a mezzo social di Furlani che indicava il proprio nome nell’organigramma del club rossonero versione menù di un ristorante. Di un ristorante pessimo. Dove paghi tanto e mangi male.

Ora ci ritroviamo con la nostra amata Udinese. Giochiamo domani pomeriggio alle 18:00. La classica partita che ci rovina il weekend. Specialmente se pensiamo che, delle ultime 5 sfide a San Siro, ne abbiamo vinte 2 ed entrambe in rimonta: Milan-Udinese 4-2 dell’agosto 2022, la prima di campionato della stagione che vedrà vincere il titolo al Napoli. Poi bisogna tornare a gennaio del 2020, con il Milan neonato di Pioli che la spuntava per 3-2 con la prima grande prestazione in rossonero di Ante Rebic. Nel mezzo due pareggi e una sconfitta, quella della passata stagione quando siamo stati uccellati dal rigore di Pereyra. Poi c’è quel meraviglioso 1-1 dell’anno dello Scudetto con gol di mano di Udogie e un’altro 1-1 nella stagione precedente con il rigore di Kessié nel finale ad evitare la figuraccia. Insomma, una partita che non ci lascia mai tranquilli. Figurarsi poi in un momento come questo. La pausa per le nazionali è stata il buon momento per tornare a fare un po’ di guerriglia urbana tra tifosi, infiammata dal dibattito su Daniel Maldini dopo l’esordio in azzurro, alimentata anche dai commenti discordanti sulle prestazioni dei nostri con le rispettive nazionali, con riflettori puntati su Rafa Leao. Insomma, la solita sosta con le battaglie interne. Ora si tornerà a quelle esterne probabilmente. Non è mancato neppure un pizzico di chiacchiericcio sul calciomercato dove, gli autorevolissimi giornalisti, hanno riportato in auge il nome di Domenico Berardi.

Niente cataclismi, la solita pausa. Ed è così che scorre inesorabile il tempo del tifoso milanista, che ricorda sempre il giorno della partita e non dimentica mai la lunga lista di ragioni per cui sarebbe meglio non guardarla. Vedremo. Paulo Fonseca sembra intenzionato a ridare fiducia all’assetto che gli aveva portato gloria nel derby: il 4-2-3-1 atipico con Morata trequartista dietro a Tammy Abraham. Mancherà Theo Hernandez, dopo l’espulsione rimediata nel finale di partita contro i viola, e al suo posto è sfida a due: da una parte Terracciano, dall’altra l’ipotesi Alex Jimenez, il terzino del Milan Futuro classe 2005, anch’egli proveniente dal Real Madrid che si era già visto la passata stagione con 3 presenze in Serie A e 2 in Coppa Italia. Ballottagio anche tra i centrali di difesa dove potrebbe rivedersi Pavlovic, stavolta al posto di Tomori e al fianco dell’uomo del momento Matteo Gabbia. Si parla anche di una possibile ‘sfida’ per la maglia da centravanti tra Abraham e Okafor, anche se l’inglese ex Roma e Chelsea sembra abbondantemente in vantaggio.

Vedremo se ci sarà una piccola svolta prima di un altro appuntamento importante, quello di martedì in Champions League contro il Club Brugge. Meglio parlare del campo, prendersi poco seriamente e distaccarsi da quello che aleggia attorno al Milan, inteso come società. Si finirebbe per ripetere le stesse cose, dette e ridette. Con le solite etichette pronte per ogni pensiero, con le usuali battaglie contro i mulini a vento e l’onnipresente rassegnazione innanzi a un futuro indecifrabile e che sembra non lasciare spazio ad ambizioni di spessore. Il tutto mentre sembra che, attorno a noi, le concorrenti stiano lavorando sodo per fare degli step in avanti. Avvilente, cupo, disarmante. Non vengono in mente altre parole e probabilmente non ne servono. Restano i fatti, resta la realtà tangibile di tutti i giorni. Restiamo noi e resta solo la prossima partita, quella più importante come sempre. Forza Milan.

Joker

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Un bisbiglio, un nuovo gioco. Una poesia da imparare, due colori che inebriano la mente ancor prima della vista. Uno spettro di emozioni da cui imparare a essere uomo. Questo è stato il Milan nella mia vita: il silenzio più profondo della passione, l'urlo più solenne e selvaggio dell'anima.